giovedì 31 maggio 2012

Model Home



Eric Puchner, "Model home" (Cult Editore, pagg. 482, rilegato, euro 15,90)


Romanzo d'esordio dello scrittore americano Eric Puchner, docente di Letteratura alla Stanford University. Storia dell'ascesa e della caduta di una famiglia californiana - gli Ziller (marito e moglie, due figli, una figlia) - alla metà degli anni Ottanta. Monumentale affresco famigliare che molti hanno paragonato a Le Correzioni di Jonathan Franzen e che la critica già considera come uno dei più grandi romanzi americani degli ultimi anni (qui un'intervista all'autore uscita su Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/cultura/che_cose_famiglia_un_appuntamento_buio_come_tutta_lamerica/26-05-2012/articolo-id=589653-page=0-comments=1)


Warren Ziller decide di trasferirsi con la sua famiglia in California alla ricerca di una vita più agiata, e apparentemente sembra trovarla: in un quartiere residenziale vicino alla spiaggia nello splendore californiano degli anni Ottanta. Ma il sogno americano della famiglia Ziller viene bruscamente interrotto. Nonostante l’amore che nutrono l’uno per l’altro, Warren, sua moglie Camille e i loro tre figli si sono lentamente allontanati ritrovandosi a vivere vite parallele, distanti come satelliti. Ma peggio ancora, Warren ha perso tutti i risparmi di famiglia in un fallimentare investimento immobiliare: un “villaggio” di case prefabbricate nel bel mezzo del deserto. Quando il disastro economico irrompe gli Ziller sono costretti a trasferirsi in una delle casette prefabbricate di Warren ritrovandosi a vivere in una specie di villaggio fantasma. Da lì ecco scaturire una sorta di gioco al massacro che sgretolerà la facciata di “famiglia modello”: dietro i perfetti twin-set della signora Ziller si nasconde infatti una profonda insoddisfazione, il figlio maggiore fidanzato ufficialmente con “la ragazza dei sogni” se la spassa di nascosto con la sorella ribelle di lei, la figlia adolescente se la fa con il “povero ragazzo messicano” e il piccolino di casa si ostina a vestirsi solo di arancione

mercoledì 30 maggio 2012

Sinapsi. Opere postume di autore ancora in vita



Matteo Galiazzo, "Sinapsi. Opere postume di autore ancora in vita" (Indiana Editore, pagg. 306, euro 16,50)


Considerato da molti il più talentuoso degli scrittori "Cannibali" (gli autori - tra i quali Aldo Nove, Niccolò Ammaniti e Andrea Pinketts - dell'antologia di racconti "Gioventù cannibale", uscita per Einaudi nel 1996), Matteo Galiazzo ha poi pubblicato, sempre per Einaudi, tre libri ("Una particolare forma di anestesia chiamata morte", "Cargo", "Il mondo è posteggiato in discesa"), sempre con ottimi riscontri da parte della critica. Poi più nulla. Dal 2003 Galiazzo è sparito dalla scena letteraria italiana (qui spiega perchè: http://www.ilgiornale.it/cultura/che_bello_fuggire_club_autori_narcisi/22-05-2012/articolo-id=588971-page=0-comments=1), ha deciso di lasciare la scrittura e a distanza di dieci anni non si pente della decisione. Oggi fa il programmatore per la Zucchetti, a Genova, e non scrive più. L'editore Indiana ha recuperato 22 racconti rimasti nei cassetti dell'autore o usciti anni fa su piccole riviste indipendenti, e pubblica ora questa nuova raccolta: "Sinapsi".


"Da dieci anni Matteo Galiazzo si è ritirato dal mondo delle lettere. Ha cessato di scrivere, di pubblicare, di partecipare a progetti collettivi, festival o reading, di collaborare ai blog letterari, di intervenire ai dibattiti culturali. Una scelta volontaria e all'apparenza incomprensibile per un autore che aveva raggiunto riconoscimenti critici di quella levatura e che pubblicava per uno dei principali editori del Paese. (...) Nei suoi racconti, Matteo Galiazzo diventa tutto e tutti. E ci riesce perfettamente. Nelle storie di Matteo Galiazzo si diventa qualcun altro, qualcos' altro" (Tiziano Scarpa)


"Lo scrittore italiano più interessante della mia generazione? Non ho dubbi: Matteo Galiazzo" (Enrico Remmert)


"Per anni ho comprato sulle bancarelle i libri fuori catalogo di Matteo Galiazzo per regalarli. A Chiunque: fidanzate, vicini di casa, edicolanti, sconosicuti" (Gabriele Dadati)


"Negli ultimi vent'anni c'è stata una sola stagione innovativa nella narrativa italiana: l'ondata 'cannibale' del '96. Di quella generazione Galiazzo è a tutt'oggi una delle voci più pure e riconoscibili" (Raul Montanari)

martedì 29 maggio 2012

Maledetto Dostoevskij



Atiq Rahimi, "Maledetto Dostoevskij" (Einaudi, pagg. 204, rilegato, euro 18,50)


Il nuovo libro di Rahimi, scrittore e cineasta afghano che dagli anni '80 vive esule a Parigi, vincitore del Premio Goncourt 2008 per il romanzo "Pietra di pazienza".


Rassul, da poco tornato dall'Unione Sovietica, dove ha studiato e conosciuto le opere di Dostoevskij, vuole aiutare la sua ragazza: decide perciò di uccidere la vecchia usuraia che costringe Sophia a prostituirsi. Ma quando sta per abbassare l'ascia sulla testa della vecchia è folgorato da un'improvvisa consapevolezza: sta replicando le gesta di Raskol'nikov, il protagonista di Delitto e castigo. Preso dal panico, si allontana dal cadavere e si dà alla fuga in una città resa allucinata e surreale dai tormenti della coscienza. Ma da chi sta fuggendo Rassul? La polizia sembra indifferente a risolvere un omicidio di cui, tra l'altro, è sparito il cadavere; mentre le autorità religiose, che finita la guerra con i sovietici stanno trasformando il paese in una teocrazia, arrivano al punto di giustificare il crimine. Ben presto Rassul si rende conto che lui è l'unico a cercare un castigo per il suo delitto, l'unico, cioè, a sottostare a una qualche legge, a conservare la memoria di un'etica in un paese in cui ogni legge, ogni etica, è sospesa, mistificata, violata.

venerdì 25 maggio 2012

Mediterraneo in guerra



Fabio Mini, "Mediterraneo in guerra. Atlante politico di un mare strategico" (Einaudi, pagg. 322, euro 18,50)


Il generale Fabio Mini, militare da 43 anni, comandante della missione internazionale in Kosovo dal 2002 al 2003, già capo di stato maggiore della Nato per il Sud Europa, militare di vecchio corso con lunghe esperienze in Stati Uniti e Cina, ma anche saggista già autore di diversi testi di storia militare, collaboratore della rivista "Limes", de "l'Espresso" e de "la Repubblica", firma ora per Einaudi questo ampio studio sulla situazione militare e geopolitica dell'area mediterranea, analizzando la situazione militare di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Malta, i Balcani, il Nord Africa, il Medio Oriente), il problema delle basi e della presenza americana nel Mediterraneo, il ruolo della Nato.


"Sono molti quelli che oggi cercano di capire il Mediterraneo e che lo osservano. Le grandi compagnie petrolifere, le compagnie finanziarie, le agenzie di rating, le intelligence economiche, le compagnie di mercenari e le potenze globali e regionali dispongono di molti strumenti per valutare i rischi e le opportunità. Gli apparati militari sono forse i più ovvi osservatori, ma certamente i meno conosciuti, anche perché le valutazioni militari sono sempre coperte da cortine di segreti, che il più delle volte - peraltro - tendono più a mascherare le deficienze e ad evitare le critiche che a difendere dai potenziali avversari. Dietro il segreto si svolge però un'attività di ricerca delle informazioni, di pianificazioni operative e di valutazioni che per qualità, continuità e serietà non hanno eguali in nessun altro tipo di organizzazione"

Pozner. Il barone sanguinario



Vladimir Pozner, "Il barone sanguinario" (Adelphi, pagg. 328, euro 22)


Esce per la prima volta in italiano questo testo del 1937, dello scrittore di lingua francese ma figlio di esuli russi Vladimir Pozner ((1905-1992), di cui Adelphi ha già pubblicato nel 2010 "Tolstoj è morto" (disponibile in libreria, pagg. 280, euro 18), biografia romanzata dell'ultima settimana di vita di Lev Tolstoj, la strana fuga da casa nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 1910, il malore durante il viaggio, l'agonia durata sei giorni e seguita nei minimi dettagli dalla stampa russa dell'epoca. "Il barone sanguinario" è una biografia romanzata del "Barone Nero", il barone Roman von Ungern-Sternberg (1886-1921), militare russo di origini tedesche che fu tra i capi degli eserciti controrivoluzionari russi che combattevano contro l'Armata Rossa tra il 1918 e il 1920, e che riuscì subito dopo a creare una sorta monarchia indipendente in Mongolia. Dittatore sempre più tendente al misticismo e all'esoterismo (affermava, tra l'altro, di essere la reincarnazione di Gengis Khan), von Ungern-Sternberg fu sconfitto dopo pochi mesi, catturato, processato da un tribunale straordinario della Siberia, e condannato a morte per fucilazione.


"Solitario, taciturno, imprevedibile, irascibile, sadico, paranoide, ferocemente antisemita, superstizioso, misogino, frugale, idealista, marziale, il barone Ungern ha tendenze mistiche, si considera erede di Gengis Khan e si crede investito di una missione provvidenziale, quella di riconquistare l'Occidente partendo dal cuore della Mongolia. Solo uno scrittore fuori dal comune come Pozner poteva ricomporre il puzzle di una personalità tanto complessa, e seguire il barone sanguinario nella sua folle cavalcata dal Golfo di Finlandia al deserto del Gobi, fino al suo tragico epilogo, in una ricostruzione storica che è insieme un singolarissimo romanzo di avventure"


"L'Occidente sta morendo, infettato dalla peste rivoluzionaria. Niente più principi, niente più eserciti. Gli schiavi hanno smesso di rispettare la legge. E' arrivato il momento di ricostruire l'impero dei grandi khan"

giovedì 24 maggio 2012

Hitch 22. L'autobiografia di Christopher Hitchens



Christopher Hitchens, "Hitch 22. Le mie memorie" (Einaudi, pagg. 558, euro 21)


A cinque mesi dalla morte di Hitchens (dicembre 2011) esce ora la traduzione italiana dell'autobiografia dello scrittore e intellettuale inglese (l'edizione originale è uscita in Inghilterra e Stati Uniti nel 2010). Noto al pubblico italiano soprattutto per il best seller "Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa" (2007), oltre che per una serie di altre pubblicazioni pesantemenete antireligiose e anticlericali (per esempio "La posizione della missionaria. Teoria e pratica di Madre Teresa"), Christopher Hitchens, inglese naturalizzato statunitense, è stato nel mondo anglosassone un importante intellettuale, giornalista con numerose esperienze da inviato (tra l'altro in Uganda e in Darfur), commentatore politico con posizioni spesso estreme e provocatorie, amico di Salman Rushdie, di Ian McEwan, di Martin Amis. Accanito bevitore e fumatore, perennemente dissacratorio, Hitchens è passato negli anni da posizioni di estrema sinistra con simpatie trockijste a posizioni neo-con contraddistinte da critiche sempre più radicali alle sinistre dei Paesi occidentali, a quello che chiamava "islamofascismo" (dopo l'11 settembre), fino all'appoggio all'intervento di George W. Bush in Iraq. Infine, negli ultimi anni, l'ennesimo cambiamento di rotta con l'appoggio a Obama per le ultime presidenziali americane. L'autobiografia "è anche l'occasione per ripercorrere, in una galoppata affascinante, alcuni dei capitoli più intensi e decisivi della storia contemporanea", dalle proteste degli anni Sessanta e Settanta alla caduta del Muro di Berlino e il crollo delle ideologie fino agli scenari politici successivi all'11 settembre. Oltre alla vita privata di Hitchens, la tragica figura della madre Yvonne, morta suicida, le amicizie, gli amori, le due mogli, i rimpianti per essere stato un padre assente, gli eccessi alcolici, il rifiuto viscerale di ogni religione, fino alla malattia terminale, il cancro che l'ha ucciso all'età di 62 anni, a cui viene dedicato uno scritto introduttivo.


"Ah, le parole sono un povero balsamo per ciò che il tempo si è portato via..." (John Clare, Remembrances)

mercoledì 23 maggio 2012

Timira. Romanzo meticcio



"Siamo tutti profughi, senza fissa dimora nell'intrico del mondo. Respinti alla frontiera da un esercito di parole, cerchiamo una storia dove avere rifugio"


Wu Ming 2 - Antar Mohamed, "Timira. Romanzo meticcio" (Einaudi, pagg. 534, euro 20)


Romanzo "meticcio" di Wu Ming 2 (Giovanni Cattabriga, membro del collettivo di scrittori Wu Ming) e del mediatore italo-somalo Antar Mohamed. Il romanzo è "meticcio" perché meticci sono gli autori (un italiano e un somalo), meticcia è l'ambientazione (tra Italia e Somalia), meticcia è la scrittura (che mescola ricordi diretti della protagonista, materiali d'archivio e fiction), meticcia - soprattutto - è la protagonista, l'italo-somala Isabella Timira Marincola (1925-2010, madre di Antar). Il libro è il racconto della vita di Timira a partire dai suoi ricordi. La nascita da madre somala e padre italiano, le frustate della matrigna che vedeva in lei ogni giorno il tradimento del marito con una donna nera, la tragica fine del fratello Giorgio, partigiano ucciso il 4 maggio 1945 a Stramentizzo, in una delle ultime stragi nazifasciste in Italia. Poi il dopoguerra, il lavoro di modella, le avance di artisti e uomini dello spettacolo, la mentalità e lo stile dell'epoca con cui fare i conti (Montanelli la definì "una scimmia"), la parte della mondina nera accanto a Silvana Mangano in "Riso amaro", il capolavoro del neorealismo di Giuseppe De Santis (1949), il ritorno in Somalia negli anni '60, lo stato di anarchia dell'Africa postcoloniale, la guerra civile scoppiata nel 1991, gli ultimi anni vissuti da anziana profuga in Italia.


"È la primavera del 2003 quando, nel parco di una clinica per malattie mentali, Wu Ming 2 sente parlare per la prima volta di Isabella Marincola. A pronunciare questo nome è l’educatore che assiste un uomo ricoverato nella clinica, lo stesso che Wu Ming 2 va spesso a trovare. L’educatore che assiste il suo amico si chiama Antar Mohamed, è un nome arabo, ma lui è somalo, nato e cresciuto a Mogadiscio sotto il regime di Siad Barre. Quando incontra Wu Ming 2 è in Italia da vent'anni, e da poco più di dieci è riuscito a riportarci anche sua madre: Isabella. Quel giorno, nel parco, ha con sé una cartellina rossa: dentro ci sono tre documenti: una fotocopia di due articoli tratti da «Il Sofà, periodico di immigrazione in Emilia Romagna», uno si chiama «Un italiano nero», l’altro «La negretta del cinema italiano». C’è poi una relazione sull’attività del «tenente nero Mercurio», Giorgio Marincola, e un volantino che dice: «Nell’anniversario della liberazione dal nazifascismo, mentre siamo qui per protestare contro il Lager etnico di via Mattei, vogliamo ricordare Giorgio Marincola attraverso la testimonianza di sua sorella (una signora ultrasettantenne che abita a Bologna)…». Sedici fogli A4, di cui quindici e mezzo raccontano la storia di Giorgio, partigiano con la pelle nera. «Come in un depistaggio studiato ad arte», scrive Wu Ming 2. Perché tutto, lì dentro, fa pensare che l’unica storia che meriti di essere raccontata sia quella di Giorgio e della sua militanza nella Resistenza italiana, e che Isabella sia solo una comparsa. Lei stessa, da quando Giorgio muore, non fa altro che battersi perché la sua vicenda non sia dimenticata. Wu Ming 2 porta a casa quelle carte, le studia: sa che si trova davanti a una storia importante, ma non capisce cosa c’entri lui, «cosa voglia quella storia da lui». Passano cinque anni, è il 2008. Carlo Costa e Lorenzo Teodonio pubblicano il libro Razza Partigiana. Storia di Giorgio Marincola. «Antar me lo ha portato a casa pochi giorni prima che uscisse, alla fine di aprile del 2008. Leggendolo ho capito finalmente che cosa volesse da me quella storia, incontrata cinque anni prima sotto un cedro del Libano, nel parco di una clinica per malattie mentali». Nel momento in cui la storia di Giorgio Marincola è stata finalmente raccontata, diventa possibile guardare oltre. Ci riesce Wu Ming 2, che dopo cinque anni capisce cosa c’era per lui nella cartellina rossa, ci riesce Isabella, che ora può ricordare, raccontare oltre quella che era ormai una specie di scudo, la storia che tutti volevano sentire. Può permettersi di raccontare la sua, di storia, più lunga, più marginale e altrettanto avventurosa. Proprio perché donna, meticcia, nera – e nel ’91/’92 pure profuga e “vecchia” – Isabella ha combattuto una resistenza non meno dura di quella con la R maiuscola. (...) Poi, è proprio così che è andata: un romanzo scritto insieme, una che dice «io», l’altro che dice «tu». Uno sbobina, l’altro corregge, uno ricerca, l’altro ricorda, uno inventa, l’altro contesta, uno legge, l’altro interrompe, uno scrive, l’altro riscrive. E poi ci si scambiano libri, film, articoli di giornale, si discute di politica, piedi gonfi, musica sinfonica ed eutanasia. Per due anni. Finché, il 31 marzo del 2010, Isabella muore. Ed è Antar, allora, che prende parte alla scrittura".

martedì 22 maggio 2012

Il secolo di Dante. Viaggio alle origini della Letteratura italiana



Teodolinda Barolini, "Il secolo di Dante. Viaggio alle origini della cultura letteraria italiana" (Bompiani, pagg. 706, euro 26)


Il libro, che funziona come un'ampia introduzione ai primi due secoli della Letteratura  italiana (Duecento e Trecento), raccoglie i più importanti saggi e studi (apparsi nell'arco degli ultimi vent'anni) di Teodolinda Barolini, presidente della Dante Society of America dal 1997 al 2003, direttore del Dipartimento di Italiano della Columbia University di New York, italianista e critico letterario tra i più importanti al mondo per la storia della cultura italiana del Duecento e del Trecento. Quindi Dante (perché ha scritto la Commedia, come ha pensato l'Inferno, la Vita Nuova, le Rime, ...) ma anche Petrarca, Boccaccio, Giacomo da Lentini, Guido Cavalcanti, Guittone d'Arezzo, la poesia d'amore e le sue fonti filosofiche e teologiche, il rapporto tra tradizione classica e visione cristiana negli uomini di cultura del XIII e XIV secolo, e uno studio sulla presenza femminile e il ruolo della donna nella produzione due-trecentesca.


"Uno dei migliori libri sulla nascita e lo sviluppo della cultura letteraria italiana" (Piero Boitani, Università La Sapienza di Roma)


"Un evento imperdibile per la storia della letteratura italiana e medievale" (Steven Botterill, Choice)



"Il più grande poeta italiano è apprezzato più dai giovani lettori fuori d'Italia che dai suoi conterranei, fatto che rivela una profonda perdita: l'icona dellunità nazionale e della certezza cristiana è stata comprata sacrificando una genuina eredità e identità culturale. I lettori dovrebbero sapere che se c'è uno spirito che disdegna le convenzioni e le certezze di comodo, questi è proprio Dante, il poeta che mette in discussione la giustizia di Dio finanche sulla soglia della visione beatifica. Dante non accetta semplicemente le cose come stanno. Anzi, pone i pagani virtuosi adulti nel limbo benché non vi sia alcuna giustificazione teologica per tale collocazione (i teologi riservano il limbo solo agli infanti non battezzati, essendo stati gli ebrei virtuosi biblici liberati dal limbo con la discesa di Cristo agli inferi). Per quanto riguarda il Paradiso, Dante si scaglia contro l'ingiustizia di dannare un individuo virtuoso per il solo fatto che sia nato oltre i confini della cristianità, sia sotto l'aspetto cronologico - nel caso dei buoni pagani dell'antichità -, sia sotto quello geografico, come nel caso dei contemporanei del poeta che vivono "a la riva / dell'Indo" (Par. XIX, 70-71). Questo è il Dante che noi dobbiamo restituire ai lettori italiani, che ne hanno una visione addomesticata e corretta oltre ogni possibile riconoscimento" (Teodolinda Barolini)

sabato 19 maggio 2012

Coral Glynn. Il porto delle nebbie



Due novità Adelphi, romanzi: Peter Cameron, "Coral Glynn" (Adelphi, pagg. 216, euro 18); Pierre Mac Orlan, "Il porto delle nebbie" (Adelphi, pagg. 152, euro 16)


Esce in contemporanea in Italia e negli Stati Uniti il nuovo romanzo dello scrittore americano Peter Cameron, già autore del celebre "Un giorno questo dolore ti sarà utile" (2007). Siamo in una grande villa nella campagna inglese del 1950, dove la giovane Coral, che al mondo non ha più nulla e nessuno, arriva per assistere la padrona di casa, malata terminale, mentre il figlio di lei - il maggiore Clem­ent Hart - cerca di guarire dalle ferite che gli ha lasciato la guerra (in guerra, tra l'altro, ha perso una gamba). "In quelle stanze buie, gelide e spettrali, Coral e Clement arrivano in brevi momenti, con le parole, quasi a toccarsi. Ma ogni volta, dalla caligine che si insinua ovunque, qualcosa – un anello rubato, un inquietante gioco infantile, un misterioso profumo di fiori – si materializza, costringendo il desiderio e il bisogno ad assumere una forma meno categorica dell'amore"


Pierre Mac Orlan (pseudonimo di Pierre Dumarchey, 1882-1970), scrittore bohémien, artista, soldato, autore di canzoni e di fumetti, romanziere. "Il porto delle nebbie" è un romanzo del 1927 (tradotto oggi per la prima volta in italiano), da cui nel 1938 Marcel Carné e Jacques Prévert hanno tratto un film con Jean Gabin. Cinque personaggi (quattro uomini e una donna) si incontrano, una notte di neve, in una bettola di Mont­martre (il Lapin Agile, che solo molti anni dopo diventerà famoso). "Al termine della memorabile notte trascorsa al Lapin Agile, dove sono stati costretti ad affrontare a colpi di pistola una banda di malviventi acquattati nel buio, i quattro uomini – il giovane squattrinato che aspetta un'avventura da 'acchiappare al volo', il disertore della marina coloniale, il pittore tedesco che intuisce la presenza della morte nei luoghi che dipinge e l'inquietante macellaio dalle 'terribili mani'– si avvieranno tutti verso un destino variamente funesto, mentre la donna, Nelly, andrà incontro alla vita con passo da conquistatrice".



"Una donna disposta a sfruttare se stessa, corpo e anima, senza restrizioni, senza scrupoli morali e senza misticismo, è una forza della natura paragonabile all'elettricità, di cui si governano i capricci senza mai penetrarne il mistero originario" (Pierre Mac Orlan)


"Mac Orlan aveva già visto tutto, capito tutto, inventato tutto" (Céline)

venerdì 18 maggio 2012

La tigre. Romanzo siberiano



John Vaillant, "La tigre. Un'avventura siberiana di vendetta e sopravvivenza" (Einaudi, pagg. 394, rilegato, euro 20)


Esordio dell'americano John Vaillant, una caccia alla tigre ambientata nelle foreste e nella tundra siberiane, un romanzo d'avventura salutato negli Stati Uniti come il nuovo Moby Dick. Una tigre cinge d'assedio uno sperduto villaggio dell'estremo oriente russo. Ha già ucciso, e lo ha fatto con una tale spietata violenza che sembra guidata da un umanissimo desiderio di vendetta. Un uomo, Jurij Trush, veterano dell'esercito sovietico messo a capo dell' "Ispettorato Tigre", deve trovarla prima che faccia altre vittime. L'unica cosa che sa è che è astuta, ferita, rabbiosa. E che è lí fuori. Ma se c'è qualcuno che può fermarla, quello è lui.


"Ti uccide prima ancora di toccarti. Il suo ruggito è come un terremoto che sembra provenire da ogni direzione, un suono forgiato dall'evoluzione per stroncare il sistema nervoso delle vittime. Ma quando vuole può essere silenziosa come la neve che cade: un proverbio della taiga dice che quando tu riesci a vederla, lei ti ha già visto cento volte. È la tigre siberiana, il predatore piú intelligente e letale del pianeta. Dopo l'uomo"

Donne



Franca Valeri, "Le donne" (Einaudi, pagg. 158, rilegato, euro 17,50)


Franca Valeri riprende, amplia e aggiorna un suo testo uscito ormai cinquant'anni fa per Longanesi. Lettere immaginarie  (e oggi anche e-mail, sms, telefonate) di donne immaginarie ma che rappresentano dei tipi umani (lettere di mamme, di suocere, di amiche, di donne innamorate, di amanti, di mogli tradite, ragazze, vecchie, giornaliste, attrici, impiegate, sarte, commesse di negozio, ...). Ritratti comici di donne italiane di ieri e di oggi.


"Quello che le donne. Storie di coraggio e passione" (Einaudi, pagg. 272, euro 16)


Antologia di racconti brevi sulle donne scritti da donne ("solo le donne possono raccontare le donne. Solo le donne possono rendere la fitta trama di pensieri della mente femminile, la complessa fabbrica di motivazioni che ne determinano scelte, sfide, sentimenti, sacrifici, capacità di amare e di lottare"): Natalia Ginzburg, Matilde Serao, Sibilla Aleramo, Clara Sereni, Franca Valeri, Carolina Invernizio, Anna Banti, Fausta Cialente, Renata Viganò, Grazia Deledda, ...


"Col cuore io mi trovo legata a tutte le donne, anche quelle che mi sembrano le più opposte a me, se appena mi dico che ognuna ha sofferto o soffrirà, ha nutrito un sentimento, ha provato la gioia di un sorriso ricambiato o l'angoscia d'una solitudine" (Sibilla Aleramo)

Kazantzakis. L'ultima tentazione di Cristo


 
 
Nikos Kazantzakis, "L'ultima tentazione di Cristo" (Frassinelli, pagg. 530, euro 19,50)

Dopo l'uscita un anno fa della prima traduzione italiana integrale dall'originale di "Zorba il greco" (Crocetti, pagg. 383, euro 15, disponibile in libreria), l'editore Frassinelli ripropone ora un altro romanzo di Nikos Kazantzakis (1883-1957, considerato il più grande autore greco del Novecento): "L'ultima ...tentazione di Cristo". Romanzo "scandaloso" del 1960, messo all'indice dalla Chiesa, poi reso celebre dalla trasposizione cinematografica di Martin Scorsese nel 1988. Il racconto della vita di Cristo, visto come uomo soggetto a ogni forma di tentazione mondana, emblema del conflitto interiore tra la carne e lo spirito, tra l'istinto di ribellarsi e il desiderio di andare incontro al sacrificio, uomo che lotta per diventare Dio. Fino all'ultima tentazione: Gesù, appeso alla croce e ormai moribondo, ha una visione di come sarebbe stata la sua vita se non avesse seguito il richiamo del Padre.
 
"E' per offrire un supremo esempio all'uomo che lotta, per mostrargli che non deve temere la sofferenza, la tentazione e la morte, ed è perché tutto ciò può essere vinto ed è già stato vinto che è stato scritto questo libro. Cristo ha sofferto e da allora la sofferenza viene santificata; la tentazione è stata sconfitta; Cristo è stato crocifisso e da allora la morte è stata sconfitta. Questo libro non è una biografia, è una confessione dell'uomo che lotta. Scrivendolo, ho fatto l mio dovere. Il dovere dell'uomo che ha combattuto molto, che ha sofferto molto durante la propria vita e che ha sperato molto. Sono sicuro: ogni uomo libero, lettore di questo libro pieno d'amore, amerà Cristo più che mai, meglio che mai" (Nikos Kazantzakis)

giovedì 17 maggio 2012

Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI



Da una lettera riservata di Dino Boffo al papa: "sono venuto a conoscenza di un fondamentale retroscena, e cioè che a trasmettere a Feltri il documento falso sul mio conto è stato il direttore de 'L'Osservatore Romano', professor Gian Maria Vian"


"Per la prima volta ho percepito di essere entrato in una storia più grande di me" (Gianluigi Nuzzi)


Gianluigi Nuzzi, "Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI" (Chiarelettere, pagg. 436, euro 16)


Il nuovo libro del giornalista Gianluigi Nuzzi, già autore - nel 2009 - del bestseller "Vaticano Spa", libro-inchiesta sullo scandalo Ior e la tangente Enimont. "Sua Santità" è un libro sulle guerre, gli intrighi e le faide interne alla Santa Sede, un libro basato su centinaia di documenti inediti e segreti che un "traditore", una fonte anonima interna al Vaticano - "Maria" - ha fatto avere a Nuzzi (molti di questi documenti originali sono riportati scannerizzati in appendice). Si tratta principalmente di corrispondenza epistolare, centinaia di lettere sugli argomenti più disparati: le donazioni private (per esempio Bruno Vespa che come regalo di Natale manda 10.000 euro al segretario del pontefice padre Georg), i rapporti riservati del presidente dello Ior Gotti Tedeschi sul problema dell'Ici, i dibattiti interni al Vaticano sul caso Ruby e su Berlusconi, i pedinamenti degli 007 vaticani in territorio italiano, le verità nascoste sui Legionari di Cristo e sulla pedofilia, un incontro segreto tra Napolitano e il papa, il San Raffaele, Emanuela Orlandi, Cl, i lefebvriani, il caso Boffo, ...

mercoledì 16 maggio 2012

Guareschi. I racconti di nonno Baffi



Giovannino Guareschi, "I racconti di nonno Baffi. Opere vol. II" (Rizzoli, pagg. 740, rilegato, euro 32)


E' in corso di pubblicazione presso Rizzoli una nuova edizione ragionata e integrale di tutte le opere di Giovannino Guareschi (1908-1968), a cura dei figli Alberto e Carlotta. Ad aprile 2011 è uscito il primo volume delle Opere: "Don Camillo e Peppone" (Don Camillo, Don Camillo e il suo gregge, Il compagno don Camillo, Don Camillo e don Chichì in unico volume, pagg. 1136, euro 32, disponibile in libreria). Esce adesso il secondo volume delle Opere, "I racconti di nonno Baffi, che comprende: "Piccolo mondo borghese" (che a sua volta è una raccolta: tutti i racconti del Decimo clandestino + tutti i racconti di Noi del Boscaccio); "Baffo racconta" (anche questa è una raccolta di testi usciti tra il 1941 e il 1967); "La calda estate del pestifero" (racconto lungo del 1967, riproposto da Rizzoli nel 1994, da tempo fuori catalogo).


"Il fiume scorre placido e indifferente nella pianura e, tra il fiume e i paesi, c'è l'argine: perciò le case non si specchiano nell'acqua, ma le storie d'ogni paese scavalcano l'argine, e il fiume tutte le convoglia: storie buffe e storie malinconiche, e se le porta via verso il gran mare della storia del mondo. E, durante il viaggio, le racconta a chi si siede in riva all'acqua ad ascoltare le chiacchiere del fiume"

martedì 15 maggio 2012

Lungo la via incantata. Viaggi in Transilvania

 
 
William Blacker, "Lungo la via incantata. Viaggi in Transilvania" (Adelphi, pagg. 346, immagini, euro 23)
 
Vita di un aristocratico inglese tra i rom della Transilvania. William Blacker (1962), nato in una ricca famiglia britannica, nipote del Blacker che aveva scalato l'Everest nel 1933, dopo la caduta del Muro visita la Transilvania e decide di restarci, vivendo lì per anni adottato da una coppia di contadini. Oggi vive tra Romania, Inghilterra e Toscana, ed è uno dei maggiori conoscitori della Romania e delle tradizioni rom. "Lungo la via incantata" è il racconto della sua esperienza pluriennale nei più remoti territori rumeni.
 
"Per William Blacker la Transilvania sembra essere non la meta di un viaggio, quanto piuttosto uno stato della mente, o degli occhi. Blacker la visita quasi per caso poco dopo la caduta del Muro e, incantato da tutto ciò che vede, decide di stabilirsi nel suo distretto più remoto, il Maramureş, adeguandosi a uno stile di vita immutato da secoli. Ma il demone del­l'irrequietezza lo attrae presto più a sud, dove le montagne digradano nelle colline della Terra dei Sassoni. Qui Blacker trova un mondo completamente diverso, e assai più movimentato. I lindi e inappuntabili sassoni sono in gran parte emigrati in Germania, e nelle loro case si è insediato il popolo degli zingari, la cui capacità di inventare storie, per poi impersonarle, colpisce almeno quanto l'in­capacità di districarsene. Da qui in poi – da quando cioè nella vita di Blacker entrano Natalia (è lei la donna dell'immagine di copertina) e Marishka, due sorelle diversissime, e ugualmente indimenticabili – quella che era cominciata come una serena elegia su un'Europa scomparsa si trasforma in una rapsodia zigana"
 
Qui una videointervista all'autore raccolta dalla Radiotelevisione Svizzera al Salone del libro di Torino, dove Blacker è stato ospite domenica 13 maggio:
http://retedue.rsi.ch/home/networks/retedue/FestivalLetterari/salonedellibrotorino/2012/05/13/william-blacker.html?selectedVideo=0#Video
 
 

sabato 12 maggio 2012

Resegone e dintorni



Marzio Sambruni, "Resegone e dintorni" (Pietro Macchione, pagg. 168, euro 15)


Novità nella collana delle guide dell'editore varesino Pietro Macchione. Ventisei passeggiate su Resegone, Due Mani, Magnodeno, Barro e Pizzo d'Erna. Per ogni itinerario: tempo di percorrenza, dislivello, grado di difficoltà, descrizione dettagliata del percorso, cartina, fotografie.


Sono tutte disponibili in libreria anche le altre guide escursionistiche di Pietro Macchione e Macchione editore: "Como verde 25 itinerari intorno al lago", "Orridi del Lario", "Sentieri delle piode", "Sentieri spaccasassi escursioni da favola tra Como, Lecco e Brianza", "Tutto il Triangolo Lariano-escursioni", "Sentieri del Lago Maggiore", Guida ai Sacri Monti le alture di Dio", "Il Sacro Monte di Varese", "Tutto il Lago di Lugano sentieri ed escursioni", "Sentieri del Monte Bianco", "Val Vigezzo alpeggi da camminare", "Sua maestà il Rosa itinerari svizzeri e italiani", "Parco del Gran Paradiso sentieri per tutti", "Camminare nelle Dolomiti Val Gardena Alpe di Siusi", "Parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino", "Escursioni all'Isola d'Elba", "Dumenza e la Val Dumentina paesaggi ed escursioni", "Marmolada passi, cime, rifugi", "Dolomiti del Brenta a piedi, in bici", "Escursioni in Alta Valtellina", "Tra Lario e Ceresio 35 escursioni tra Lombardia e Svizzera", "Antichi edifici religiosi del Triangolo Lariano"

venerdì 11 maggio 2012

Roberto Bolaño. Chiamate telefoniche


Roberto Bolaño, "Chiamate telefoniche" (Adelphi, pagg. 280, euro 14)


Prosegue la pubblicazione in edizione italiana di tutte le opere dello scrittore cileno Roberto Bolaño (1953-2003) che da qualche anno è in corso presso Adelphi. E' uscita in questi giorni la raccolta di racconti "Chiamate telefoniche". Quattordici racconti pubblicati nel 1997 che ruotano attorno alle "ossessioni ricorrenti della sua narrativa": la letteratura, la violenza, l'amore, il sesso, più tutta una serie di varia umanità borderline, apolide, drogata, alcolizzata, fallita e sbandata. Ho apprezzato molto i racconti: "Enrique Martìn" (pagg. 47-66), "Un'avventura letteraria" (pagg. 67-81), "Un altro racconto russo" (pagg. 135-140), "Clara" (pagg. 197-210), "Vita di Anne Moore" (bellissimo, pagg. 233-272).

"Il resto del tempo passò senza che quasi ce ne rendessimo conto. Non ricordo più cosa dicemmo, che cosa ci raccontammo, cose senza importanza, di sicuro. Poi me ne andai e non la rividi più. Dopo un certo tempo ricevetti una sua lettera, scritta in spagnolo, da Great Falls. Mi raccontava che sua sorella Susan si era suicidata con un'overdose di barbiturici. I suoi genitori e il compagno di sua sorella, un falegname di Missoula, erano distrutti e non riuscivano a capacitarsi. Ma io preferisco tacere, diceva, non ha senso aggiungere a questo dolore altro dolore o aggiungere al dolore tre piccoli enigmi. Come se il dolore non fosse un enigma sufficiente o come se il dolore non fosse la risposta (enigmatica) a tutti gli enigmi" (dal racconto "Vita di Anne Moore)

Mino Milani. Dall'Impero alla Repubblica, 1470 anni di storia italiana


Mino Milani, "Dall'Impero alla Repubblica. 1470 anni di storia italiana" (Mursia, pagg. 460, euro 20)
A distanza di oltre trent'anni Mursia pubblica, raccolta in un unico volume, tutta la "Storia d'Italia a puntate" di Mino Milani, che era uscita tra il 1978 e il 1980 sul mensile "Storia illustrata". Mino Milani (Pavia 1928, storico collaboratore del "Corriere dei Piccoli", romanziere, autore di libri per ragazzi, autore di testi per fumetti tra gli altri di Milo Manara e Hugo Pratt, divulgatore storico specializzato in storia del Risorgimento italiano) si cimenta nell'impresa di raccontare in un'unica visione d'insieme, in termini il più possibile semplici e sintetici, l'intera storia italiana da Attila ai partigiani, dal tramonto dell'impero romano (V secolo) alla nascita della (prima) Repubblica nel 1946, passando attraverso i longobardi, Carlo Magno, lo Stato Pontificio, gli Ottoni, l'Italia dei Comuni, il Barbarossa, Federico II, il Meridione tra Angioini e Aragonesi, le Signorie, le Repubbliche Marinare, i Medici a Firenze, le guerre e l' "equilibrio impossibile" alla fine del '400, i francesi in Italia, Savonarola, i lanzichenecchi, Riforma e Controriforma, la battaglia di Lepanto, dal Ducato Sabaudo al Regno di Sardegna, l'Austria in Italia, Napoleone, il Risorgimento, il Regno d'Italia, la prima e la seconda guerra mondiale, la Liberazione.

giovedì 10 maggio 2012

Scelte fatali. Le decisioni che hanno cambiato il mondo 1940-1941



Ian Kershaw, "Scelte fatali. Le decisioni che hanno cambiato il mondo 1940-1941" (Bompiani, pagg. 822, rilegato, immaini, euro 28)

Il nuovo libro del grande storico inglese Ian Kershaw (Oldham, 1943), già autore del celebre "Hitler e l'enigma del consenso" (Laterza, euro 12) e di una monumentale biografia di Hitler in due volumi (Bompiani, pagg. 2360, euro 78,80). In questo suo nuovo libro Ian Ke...rshaw mostra in che modo, nel giro di pochi mesi, un pugno di scelte da parte di pochissimi potenti ha trasformato un conflitto locale in una guerra mondiale con decine di milioni di morti. Dieci capitoli per dieci "scelte fatali": 1) la scelta di Churchill di continuare a combattere dopo il crollo della Francia, 2) la scelta di Hitler di attaccare l’Unione Sovietica, 3) la scelta del Giappone di attaccare gli imperi europei in Asia, 4) la scelta di Mussolini di attaccare la Grecia, 5) la scelta di Roosevelt di aiutare economicamente la Gran Bretagna, 6) la scelta di Stalin di ignorare le informazioni dell’intelligence sull’attacco tedesco (cioè di fidarsi di Hitler), 7) la scelta di Roosevelt di condurre una guerra non dichiarata ai sottomarini tedeschi nell’Atlantico; 8) la scelta giapponese dell’attacco a Pearl Harbour; 9) la scelta di Hitler di dichiarare guerra agli Stati Uniti; 10) la scelta di Hitler di sterminare gli ebrei

"Si racconta che all’inizio degli anni ’70, Kershaw allora medievalista andò in Germania per un corso di tedesco. Durante una pioggia si rifugiò in un locale e incontrò un vecchio tedesco, che gli avrebbe detto: “Voi inglesi dovevate seguirci! Insieme avremmo dominato il mondo!” . Da allora si dice Kershaw si sia messo a studiare il nazismo"
(dall'interessante recensione del libro uscita su l'Occidentale: http://www.loccidentale.it/autore/daniela+coli/le+10+decisioni+fatali+che+cambiarono+il+mondo.008265)

Giulio Giorello. Il tradimento


 
 
Giulio Giorello, "Il tradimento. In politica, in amore e non solo" (Longanesi, pagg. 274, euro 13,90)
Il nuovo libro del grande Giulio Giorello, un saggio sul tradimento, come sempre strapieno di aneddoti e curiosità varie (Giuda e Caino, Platone, Dante, Machiavelli, Shakespeare-Iago, Spinoza, Popper, Simon Weil, Borges, Stalin, Tex Willer, Topolino, Paperone, ecc., fino ai voltagabbana e ai "tra...ditori" nella politica italiana degli ultimi anni). Il messaggio: il tradimento è consustanziale alla politica e può essere - spesso è stato - non un errore o un vizio ma una virtù.
"Peggio di Caino e Abele, due loschi fratelli della Toscana medievale si fronteggiano, il pugnale nella destra celata dietro le spalle. E riescono a uccidersi contemporaneamente. Questi due tragici spettri introducono Dante nel posto più sozzo dell'Inferno, ove i traditori sono collocati nel centro geometrico dell'Universo... Oggi è tornato di moda trattarsi reciprocamente come dei Giuda, pronti a vendere la famiglia o il partito per trenta denari. Eppure manca, in tutto questo caleidoscopio di accuse e insulti, la dimensione epica del tradimento, come sfida a Dio e agli uomini insieme, intreccio indissolubile di malafede e di orgoglio, di crudeltà e di invidia. E dire che può esserci persino un uso geniale, creativo e finanche "virtuoso" del tradimento: ce l'hanno insegnato tipi insospettabili come Machiavelli, Shakespeare e Leopardi, per non dire di Mozart e Da Ponte. Negli affari di cuore come in quelli della politica: ma perché tutto non ricada nel conformismo, occorre che traditi e traditori "abbiano fermo il cuor nel petto", cioè diano prova di quel coraggio che spazza via le ipocrisie dei moralisti d'ogni colore. Il coraggio che spingeva Bruto e Cassio - i due "arcitraditori" di Cesare - a proclamarsi liberi e armati"

mercoledì 9 maggio 2012

Elif Batuman. I posseduti




Elif Batuman, "I posseduti. Storie di grandi romanzieri russi e dei loro lettori" (Einaudi, pagg. 318, rilegato, euro 20).


L'autrice (trentacinquenne, ricercatrice all'Università di Istanbul) racconta le sue avventure e disavventure nelle meraviglie della letteratura russa, dopo sette anni di dottorato sulla forma del romanzo russo a Stanford, viaggi in sperduti villaggi uzbeki, estati a Samarcanda e giornate in balìa di improbabili studiosi ubriachi.


"Leggendo I posseduti il lettore imparerà alcune cose:
1) Sopravvivere alle attenzioni di un dottorando di filosofia neokantiana a Samarcanda.
2) Dimostrare, a un convegno di tolstojani, che Tolstoj è stato assassinato.
3) Scoprire affinità e divergenze tra il proprio fidanzato e un Demone di Dostoevskij"


"Non so se finii col parteggiare per gli accademici [rispetto agli scrittori del corso di scrittura] solo perché casualmente finii nella scuola di specializzazione, o se finii nella scuola di specializzazione perché già parteggiavo in segreto per gli accademici. A ogni modo, smisi di pensare che la «teoria» avesse il potere di rovinare la letteratura a chiunque, o che fosse possibile compromettere qualcosa che si amava studiandola. Era davvero tanto inconsistente l’amore? L’essenza dell’amore non era forse la sua capacità di indurre a voler imparare sempre di piú, a immergersi, a diventare posseduti?"


"I posseduti, come il romanzo e come la critica letteraria (generi a cui allo stesso tempo appartiene e che trascende), è il racconto di una storia d'amore. Come il protagonista della Montagna magica di Thomas Mann, che arriva in un sanatorio svizzero per una visita di tre settimane al cugino e vi rimane per sette anni a causa, si può dire, dell'amore, cosí Elif Batuman a tutto pensava tranne che a dedicarsi alla vita accademica: eppure resterà a Stanford sette anni per un dottorato sulla forma del romanzo russo"

Modigliani. L'uomo e il mito



Meryl Secrest, "Modigliani. L'uomo e il mito" (Mondadori, pagg. 444, rilegato, immagini, euro 22).


Ampia biografia del grande pittore e scultore Amedeo Modigliani (1884-1920): l'infanzia e l'ambiente familiare d'origine, una famiglia di ebrei romani economicamente decaduta ma colta e raffinata, gli anni di tirocinio a Livorno e Venezia, le suggestioni artistiche e le maggiori fonti di ispirazione (da Botticelli a Van Gogh, da Cézanne e Brancusi alle sculture primitive dell'Africa e dell'Oceania). Soprattutto l'evento che ha segnato per sempre la sua esistenza: la tubercolosi contratta da adolescente e che più volte l'ha portato vicino alla morte. Una malattia considerata all'epoca un'onta sociale e per la quale non esistevano cure efficaci, una malattia che fu il segreto che Modigliani custodì gelosamente e che condizionò ogni suo comportamento, la sua arte e la sua visione del mondo, intrise di fatalismo e idealismo. In realtà l'abuso di alcol e laudano, sostiene la Secrest, non è tanto legato al suo temperamento o a un atteggiamento anticonformista quanto al tentativo disperato di lenire e mascherare i sintomi del morbo. Intorno a Modigliani lo scenario della Parigi dei primi del Novecento, dove l'artista si trasferì poco più che ventenne e rimase fino alla morte, una città di straordinario fermento e dinamismo, in cui confluirono artisti di ogni paese per rivoluzionare l'idea di arte. Fino alla morte di Modigliani, a soli 35 anni


"Gravava una sorta di maledizione su questo nobilissimo giovane. Era bello. L'alcol e la sfortuna gli hanno imposto un tributo altissimo" (Jean Cocteau)


"Bello e dissoluto, grande bevitore e implacabile tombeur de femmes, impetuoso e a tratti violento: sono alcuni dei cliché a cui si associa in genere la figura di Amedeo Modigliani, uno dei protagonisti più anomali e geniali dell'arte italiana e mondiale. Una fama che ha dato adito a una vera e propria mitologia, alimentata da una generosa produzione di libri e film ispirati alla sua vita, spesso storicamente inattendibili"

martedì 8 maggio 2012

Bestiario ebraico


Mark Podwal, "Bestiario ebraico. Dalle leggende e dal folcore ebraico un libro di creature favolose" (editore Giuntina, pagg. 64, euro 9,90)

Il grande illustratore e caricaturista americano Mark Podwal seleziona tra le fonti tradizionali ebraiche 25 creature (uccelli, pesci, rettili, bestie selvatiche, animali veri e immaginari): ogni animale viene presentato in due pagine, una che spiega i signi...ficati simbolici dell'animale nella tradizione e nel folclore ebraico, l'altra con il disegno, con la caricatura dell'animale e di ciò che rappresenta nell'ebraismo. Queste le 25 creature ebraiche scelte da Podwal: la formica, il serpente, l'ariete, il leone, la cicogna, la lumaca, lo struzzo, il Behemot, il moscerino, la salamandra, il Leviatano, il corvo, l'asino, il ragno, la volpe, il gallo, il maiale, il capro per Azazel, il vitello d'oro, la colomba, il grande pesce, l'unicorno, Nabucodonosor trasformato in belva, l'oca bernacla, lo ziz.

"I nostri Maestri hanno detto: anche le cose che potresti considerare come assolutamente superflue nella creazione del mondo, come le pulci, i moscerini e le mosche, furono incluse nella creazione del mondo, e il Santo, benedetto Egli sia, ha portato a termine il suo disegno servendosi di ogni cosa, anche di un serpente, di uno scorpione, di un moscerino o di una rana" (Genesi Rabbà X, 7)

Qui l'interessante intervista all'autore uscita su La Stampa: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/finestrasullamerica/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=2475&ID_sezione=58

venerdì 4 maggio 2012

Sabato 5 maggio. Il pomeriggio la libreria è chiusa perché vado a un matrimonio (il mattino sono aperto)

Tutti ti amano quando sei morto



Neil Strauss, "Tutti ti amano quando sei morto" (editrice Arcana, pagg. 480, euro 22).


Neil Strauss, scrittore americano, critico musicale, giornalista del New York Times e di Rolling Stones, coautore delle autobiografie di Marilyn Manson ("La mia lunga strada dall'inferno", Sperling & Kupfer), dei Motley Crue ("The dirt", Sperling & Kupfer) e di Jenna Jameson ("Vita da pornostar. Una storia edificante", Sonzogno), autore di "The game. La Bibbia dell'artista del rimorchio" (Rizzoli). "Tutti ti amano quando sei morto" raccoglie 228 interviste realizzate dall'autore (a Madonna, Lady Gaga, David Bowie, Neil Young, Prince, Leonard Cohen, Ozzy Osbourne, Patti Smith, U2, Bruce Springsteen, Radiohead, R.E.M., Eric Clapton, Courtney Love, Pink Floyd, Pearl Jam, Oasis, Paul McCartney, The Who, Led Zeppelin, ....).


"Si possono dire un sacco di cose su chiunque in un minuto. Se si sa scegliere il minuto giusto. Qui ce ne sono 228. Segui il Mike Tyson degli intervistatori mentre fa piangere Lady Gaga, tiene lontani i Motley Crue dalla prigione e viene rapito da Courtney Love, spara con Ludacris, si fa un giro con Neil Young e va in chiesa con Tom Cruise e sua madre, passa la notte con Trent Reznor, legge la mente di Britney Spears e scopre la religione con Stephen Colbert. Riceve una serenata da Leonard Cohen, viene preso di mira dai Led Zeppelin e minacciato dalla mafia. Raccoglie segnali psichici con la Cia, pannolini con Snoop Dogg e dritte per la sopravvivenza in carcere con Rick James. Cena con Gwen Stefani, si fa un bicchiere con Bruce Springsteen e un idromassaggio con Marilyn Manson, discute di glam con David Bowie, di droga con Madonna, di morte con Johnny Cash e di sesso con Chuck Berry. Viene molestato dagli Strokes, litiga con Prince e finisce a letto con... lo scoprirete all'interno".


"Tanto valeva andare a letto insieme" (Lady gaga)


"Il giornalista rock più bravo e più onesto che abbia mai conosciuto" (Dave Marsh)

Orsi che ridono


 
 
Else Poulsen, "Orsi che ridono" (editore Orme, pagg. 192, euro 18,50).

La biologa canadese Else Poulsen, consulente per la gestione degli orsi negli zoo e nelle riserve e per il recupero e la riabilitazione nei loro habitat, esperta in cura e riabilitazione degli orsi in cattività, collaboratrice degli zoo di Calgary e Detroit, racconta in questo libro il mondo degli orsi e le storie più incredi...bili a cui ha assistito in decenni di lavoro al loro fianco.

"Poche persone hanno conosciuto così intimamente gli orsi come Else Poulsen. Durante gli anni in cui ha prestato servizio presso diversi zoo, li ha aiutati e confortati, ha insegnato loro e imparato da loro, ha fatto in modo che le comunicassero i loro bisogni, li ha nutriti e curati quando erano malati. Questa lunga frequentazione l'ha portata a molte sorprendenti intuizioni sulla vita degli orsi, che rivela al lettore facendo luce sulla ricchezza emotiva che caratterizza questi animali e la loro straordinaria abilità relazionale: ha osservato la gioia di un orso polare che scopriva per la prima volta dopo vent'anni la terra sotto le sue zampe, l'orgoglio di un cucciolo che capisce come rompere le noci con i denti, una femmina impazzita di piacere per un giaciglio nuovo e pulito, il terrore e la rabbia dei grizzly dopo la 'prigionia'... In queste pagine l'autrice ci offre un ritratto illuminante e commovente degli orsi in tutta la loro bellezza e complessità. Un lavoro che segna un punto di svolta nella comprensione del mondo animale"

mercoledì 2 maggio 2012

Un po' di tutto



Ida Visocchi, "Un po' di tutto. I quaderni ritrovati di una signora napoletana scritti negli anni '30 del '900" (Salani, pagg. 337, rilegato, euro 18).


Ida Visocchi (1891-1977), napoletana, casalinga, moglie madre con cinque figli, per anni ha tenuto un diario dove annotava idee e suggerimenti per la gestione della casa e della famiglia, salute e rimedi naturali, bon ton, consigli di bellezza, consigli per la pulizia della casa, ricette e consigli in cucina, fiori e piante, animali domestici, cura dei bambini, giochi, curiosità, fino a rimpire otto quaderni, oggi ritrovati da una nipote e pubblicati.


"Otto quaderni scritti meticolosamente, in una grafia elegante e curata, che spiegavano tutto quello che era necessario sapere a una giovane donna che si affacciava alla vita matrimoniale negli anni '40 del Novecento. (...) ci riportano i profumi, i colori e i sapori di un'Italia d'altri tempi e rappresentano un prezioso e avvincente documento storico su come si è costruito il nostro Paese attraverso lo specchio di una famiglia negli anni Trenta e Quaranta"