Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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giovedì 11 aprile 2013

Le vicende del bravo soldato Svejk




Jaroslav Hašek, "Le vicende del bravo soldato  Švejk durante la Guerra Mondiale" (Einaudi, note al testo, traduzione e postfazione di Giuseppe Dierna, glossario di lessico militare tedesco, pagg. 1020)    (In libreria anche: Bertold Brecht, " Švejk nella seconda guerra mondiale" (Einaudi, pagg. 96), opera teatrale di Brecht ispirata al romanzo di Hašek)

Uscito per Einaudi I Millenni nel 2010, esce ora in edizione Einaudi "tascabile" (collana ET Biblioteca; c'era anche anni fa per Feltrinelli in due volumi, ma è fuori catalogo) il romanzo più celebre della Letteratura Ceca ("il primo libro ceco tradotto in tutte quante le lingue del mondo!" e "il miglior libro umoristico di satira dell'intera letteratura mondiale!", così era scritto nel manifesto pubblicitario per il lancio dell'opera), testo monumentale dello scrittore praghese Jaroslav Hašek (1883-1923), pubblicato originariamente tra il 1921 1922, e rimasto incompiuto per la morte dell'autore nel gennaio del 1923.

Jaroslav  Hašek nasce a Praga nel 1883. Diventa famoso come autore di racconti umoristici e come giornalista di riviste e quotidiani. Personaggio eccentrico, anarchico, animatore delle osterie praghesi, finisce spesso, con i suoi atteggiamenti bizzarri e provocatori, per dividere i giudizi e le coscienze di una Felix Austria ormai a fine corsa. Angelo Maria Ripellino ne parla a lungo in "Praga Magica", ripercorrendo i luoghi dei suoi vagabondaggi.
Partito nel 1915 per la guerra sul fronte galiziano, scompare per sei anni nelle terre russe dove, all'indomani della rivoluzione, si unisce alle fasce più radicali della resistenza ceca filosovietica fino a entrare nell'Armata Rossa. Nel dicembre del 1920 il suo rientro a Praga gli procura non pochi grattacapi, come l'imputazione per bigamia (si era sposato per la seconda volta con una donna russa) e le accuse di propaganda bolscevica e di alto tradimento nei confronti del popolo cecoslovacco. Muore nel 1923, non ancora quarentenne, nella cittadina di Lipnice, dove si era trasferito per continuare a scrivere "Le vicende del bravo soldato Svejk" senza la costante tentazione delle osterie di Praga.

Seguendo le avventure picaresche del "bravo" soldato Svejk in marcia verso l'inarrivabile fronte orientale, Jaroslav Hašek traccia una satira impietosa della guerra e della società dell'epoca con tutte le sue istituzioni: l'esercito, il clero, la burocrazia ottusa, l'amministrazione corrotta...

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