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Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)
giovedì 27 febbraio 2014
Cosa nostra social club
Goffredo Plastino, "COSA NOSTRA SOCIAL CLUB. MAFIA, MALAVITA E MUSICA IN ITALIA" (il Saggiatore, pagg. 200)
«I neomelodici sono il cancro di Napoli.» «I canti di malavita calabresi sono musicalmente insignificanti e vanno ben oltre l’apologia di reato.» Fin dagli anni novanta studiosi, giornalisti, politici, magistrati e scrittori dichiarano che le canzoni "criminali" intonate in Campania e Calabria sono in grado di influenzare negativamente chi le ascolta, soprattutto i giovani: in Italia, dunque, esisterebbe un’educazione musicale alla mafia impartita attraverso melodie e testi che, descrivendo comportamenti violenti, giustificano o determinano la violenza. Ma nonostante la censura culturale alimentata dai media quelle ballate continuano a essere ascoltate: autori e interpreti come Mimmo Siclari e Tommy Riccio vantano un nutrito seguito di fan irriducibili. Che si tratti di cd venduti nei vicoli o di video su YouTube, di neomelodici o di canzoni di carcere, la musica "criminale" intercetta una porzione di pubblico tutt’altro che trascurabile. Goffredo Plastino esamina le rappresentazioni della violenza individuale e del crimine organizzato nel canto popolare, nell’opera e nella popular music.
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