Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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mercoledì 7 maggio 2014

La ghirlanda fiorentina e la morte di G. Gentile



Luciano Mecacci, "LA GHIRLANDA FIORENTINA E LA MORTE DI GIOVANNI GENTILE" (Adelphi, immagini, pagg. 528)

L'assassinio di Giovanni Gentile in quel freddo aprile del 1944 rimane un cold case diverso da tutti gli altri – che la straordinaria indagine di Luciano Mecacci, condotta anche su importanti documenti inediti, riapre in modo clamoroso. Tutto, in questa ricostruzione, è perturbante. I moventi, molto meno limpidi – o molto più umani, troppo umani – di quanto fin qui si è tentato di far credere. La scena del delitto, cioè la Firenze cupa e claustrofobica occupata dai tedeschi. E naturalmente gli attori. Qualcuno ha discusso, deciso, agito: ma come, fino a che punto, perché?

Le figure che appaiono sul palcoscenico sono numerose, e molto diverse fra loro. Oscuri gappisti. Feroci poliziotti. In­formatori. Doppiogiochisti. E al centro di tutto, il meglio dell'intellighen­zia italiana di allora: Luporini, certo, ma anche Eugenio Garin, Antonio Banfi, Mario Manlio Rossi, Guido Calogero, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Concetto Marchesi. E, ai margini del quadro, personaggi come Bernard Berenson e Igor Markevitch. O altri ancora che negli anni avremmo imparato a conoscere meglio, come Licio Gelli...

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