John Gill, "ATENE. RITRATTO DI UNA CITTA'" (Odoya, immagini, pagg. 280)
Atene, perla architettonica dell’Attica affacciata sul golfo e protesa verso monti e colline, costituisce un’anomalia storica. Se gli scavi ne datano le prime fondamenta a oltre 5000 anni fa, la città divenne capitale della Grecia soltanto nel 1834. Nel corso di tutti questi secoli subì l’occupazione di ogni cultura e civiltà europea: dai primi fondatori provenienti dall’attuale Albania alle potenze naziste durante la Seconda guerra mondiale, passando attraverso persiani, macedoni, romani, slavi, gotici, veneziani, francesi, catalani, turchi, italiani, bulgari.
La primigenia struttura della “sua città alta” – l’Acropoli – fu gradualmente modificata dai successivi dominatori divenendo fortezza, castello, tempio, moschea, cattedrale e perfino harem. L’età dell’oro di Atene raggiunse il suo apogeo nel V secolo, con i grandi progetti architettonici di Pericle, per poi risorgere sotto i fasti bizantini e poi nell’era delle Crociate, anche grazie al vivo commercio con le Repubbliche Marinare. Ma è sugli ultimi due secoli che John Gill concentra la sua attenzione, facendoci riflettere su quanto la quintessenza di Atene come culla della democrazia e della civiltà occidentale sia stata molto enfatizzata dalla fantasia romantica dei grandi artisti e intellettuali nordeuropei dell’Ottocento.
La città è oggi un affascinante mosaico composto dalla miriade di tessere del suo passato. Se nei quartieri del centro è ancora possibile passeggiare lungo gli itinerari percorsi da Sofocle o Platone, il tempo sembra essersi fermato all’atmosfera del piccolo borgo ottocentesco di viuzze e casupole, brulicante di una variegata società multietnica che si muove fra mercati, taverne e teatri. Altrettanto interessanti sono poi alcuni quartieri periferici dove si muovono le nuove avanguardie letterarie, musicali e architettoniche. Con una brillante riflessione tanto sulla sua storia sociale quanto sul ruolo svolto da religione, ondate immigratorie e cultura popolare, John Gill riesce così a offrirci un inedito ritratto dell’odierna identità di Atene.
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