Alexander Lernet-Holenia, "LO STENDARDO" (NUOVA EDIZIONE, Adelphi, pagg. 309)
"Pubblicato nel 1934, Lo stendardo rimane oggi, insieme alla Cripta dei Cappuccini di Joseph Roth, il grande messaggio di congedo della civiltà asburgica, stretto nelle mani di un alfiere della letteratura, come una logora e nobile insegna.
Negli ultimi mesi della prima guerra mondiale, sul fronte balcanico ormai disfatto, nasce un amore fra l’alfiere Herbert Menis e la bella Resa Lang. Un amore travolgente, stendhaliano e hofmannsthaliano, che sembra fuori tempo, nello scenario di rovine ormai moderne in cui si situa – così come fuori tempo appare, nelle sue splendide uniformi, il reggimento di cavalleria a cui il protagonista appartiene. Ma è proprio quello scarto di tempi, quel rispecchiarsi e momentaneo confluire di mondi paralleli a dare a questo romanzo una vibrazione estrema, un’accensione esaltante, nella leggerezza e in una sorta di incosciente allegria come pure nella cupezza demoniaca"
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