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giovedì 10 luglio 2014
L'Opera nazionale dopolavoro
Elena Vigilante, "L'OPERA NAZIONALE DOPOLAVORO. Tempo libero dei lavoratori, assistenza e regime fascista 1925-1943" (il Mulino, pagg. 224)
L’Opera nazionale dopolavoro, qui studiata per la prima volta in quanto istituzione a sé stante, fu istituita dal regime fascista nel 1925 con lo scopo di promuovere e organizzare dall’alto il tempo libero dei lavoratori. Collocata nei gangli dell’amministrazione ordinaria (la vigilanza dell’ente fu assegnata inizialmente al ministero per l’Economia nazionale), subì tuttavia l’influenza e l’attenzione crescente del Pnf, che tentò di farne una sua organizzazione collaterale. Pur essendo questo uno dei motivi per cui venne considerata dalla storiografia l’ente del consenso per antonomasia e uno degli strumenti più tipici del progetto totalitario di conquista delle masse, l’Ond mantenne, sino alla fine del ventennio, una sua identità istituzionale ambigua, in parte «burocratico-ministeriale», in parte «politico-militante». Come emerge dalla ricerca, inoltre, la sua presa sulla realtà del lavoro fu discontinua e non sempre uniforme, concentrandosi per lo più sulle «aree forti» del paese e tra determinate categorie di lavoratori.
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