John Berger, "G." (Neri Pozza, pagg. 416, euro 18).
Edito negli anni '90 da Il Saggiatore, da tempo fuori catalogo, viene ora riproposto in una nuova traduzione italiana questo romanzo degli anni Settanta dello scrittore inglese John Berger. Il romanzo vinse nel 1972 sia il Booker Prize (premio per il miglior romanzo scritto in inglese dell'anno) sia il James Tait Black memorial Prize (premio per la narrativa).
"Figlio di un ricco commerciante livornese e della sua giovane amante nordamericana, G. - il protagonista del romanzo - viene concepito nel 1886, quattro anni dopo la morte di Garibaldi (...) . Il suo apprendistato alla vita si svolge nella campagna inglese, affidato alle cure dei cugini materni Beatrice e Jocelyn, superstiti di una famiglia aristocratica decaduta e di una classe sociale in estinzione. Allontanato dalla madre e dal padre, condannato fin dall’origine al destino di chi non ha patria né appartenenza, G. incarna fino in fondo l’individuo contemporaneo in bilico tra libertà e solitudine, invenzione di sé e autodistruzione.
Lo troveremo, raffinato involontario europeo ante litteram, nelle principali città degli stati-nazione degli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: Parigi, Milano, Londra, Trieste. Cosmopolita, poliglotta, innamorato di altrove, costeggerà con l’interesse freddo dell’osservatore distante i grandi rivolgimenti storici, politici, sociali, tecnologici della sua epoca, spingendo il suo sprezzo per la vita 'come ci è data' fino a morirne. (...) G. come Garibaldi. G. come Don Giovanni".
Edito negli anni '90 da Il Saggiatore, da tempo fuori catalogo, viene ora riproposto in una nuova traduzione italiana questo romanzo degli anni Settanta dello scrittore inglese John Berger. Il romanzo vinse nel 1972 sia il Booker Prize (premio per il miglior romanzo scritto in inglese dell'anno) sia il James Tait Black memorial Prize (premio per la narrativa).
"Figlio di un ricco commerciante livornese e della sua giovane amante nordamericana, G. - il protagonista del romanzo - viene concepito nel 1886, quattro anni dopo la morte di Garibaldi (...) . Il suo apprendistato alla vita si svolge nella campagna inglese, affidato alle cure dei cugini materni Beatrice e Jocelyn, superstiti di una famiglia aristocratica decaduta e di una classe sociale in estinzione. Allontanato dalla madre e dal padre, condannato fin dall’origine al destino di chi non ha patria né appartenenza, G. incarna fino in fondo l’individuo contemporaneo in bilico tra libertà e solitudine, invenzione di sé e autodistruzione.
Lo troveremo, raffinato involontario europeo ante litteram, nelle principali città degli stati-nazione degli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento: Parigi, Milano, Londra, Trieste. Cosmopolita, poliglotta, innamorato di altrove, costeggerà con l’interesse freddo dell’osservatore distante i grandi rivolgimenti storici, politici, sociali, tecnologici della sua epoca, spingendo il suo sprezzo per la vita 'come ci è data' fino a morirne. (...) G. come Garibaldi. G. come Don Giovanni".
Nessun commento:
Posta un commento