Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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giovedì 31 maggio 2012

Model Home



Eric Puchner, "Model home" (Cult Editore, pagg. 482, rilegato, euro 15,90)


Romanzo d'esordio dello scrittore americano Eric Puchner, docente di Letteratura alla Stanford University. Storia dell'ascesa e della caduta di una famiglia californiana - gli Ziller (marito e moglie, due figli, una figlia) - alla metà degli anni Ottanta. Monumentale affresco famigliare che molti hanno paragonato a Le Correzioni di Jonathan Franzen e che la critica già considera come uno dei più grandi romanzi americani degli ultimi anni (qui un'intervista all'autore uscita su Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/cultura/che_cose_famiglia_un_appuntamento_buio_come_tutta_lamerica/26-05-2012/articolo-id=589653-page=0-comments=1)


Warren Ziller decide di trasferirsi con la sua famiglia in California alla ricerca di una vita più agiata, e apparentemente sembra trovarla: in un quartiere residenziale vicino alla spiaggia nello splendore californiano degli anni Ottanta. Ma il sogno americano della famiglia Ziller viene bruscamente interrotto. Nonostante l’amore che nutrono l’uno per l’altro, Warren, sua moglie Camille e i loro tre figli si sono lentamente allontanati ritrovandosi a vivere vite parallele, distanti come satelliti. Ma peggio ancora, Warren ha perso tutti i risparmi di famiglia in un fallimentare investimento immobiliare: un “villaggio” di case prefabbricate nel bel mezzo del deserto. Quando il disastro economico irrompe gli Ziller sono costretti a trasferirsi in una delle casette prefabbricate di Warren ritrovandosi a vivere in una specie di villaggio fantasma. Da lì ecco scaturire una sorta di gioco al massacro che sgretolerà la facciata di “famiglia modello”: dietro i perfetti twin-set della signora Ziller si nasconde infatti una profonda insoddisfazione, il figlio maggiore fidanzato ufficialmente con “la ragazza dei sogni” se la spassa di nascosto con la sorella ribelle di lei, la figlia adolescente se la fa con il “povero ragazzo messicano” e il piccolino di casa si ostina a vestirsi solo di arancione

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