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Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)
venerdì 25 maggio 2012
Pozner. Il barone sanguinario
Vladimir Pozner, "Il barone sanguinario" (Adelphi, pagg. 328, euro 22)
Esce per la prima volta in italiano questo testo del 1937, dello scrittore di lingua francese ma figlio di esuli russi Vladimir Pozner ((1905-1992), di cui Adelphi ha già pubblicato nel 2010 "Tolstoj è morto" (disponibile in libreria, pagg. 280, euro 18), biografia romanzata dell'ultima settimana di vita di Lev Tolstoj, la strana fuga da casa nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 1910, il malore durante il viaggio, l'agonia durata sei giorni e seguita nei minimi dettagli dalla stampa russa dell'epoca. "Il barone sanguinario" è una biografia romanzata del "Barone Nero", il barone Roman von Ungern-Sternberg (1886-1921), militare russo di origini tedesche che fu tra i capi degli eserciti controrivoluzionari russi che combattevano contro l'Armata Rossa tra il 1918 e il 1920, e che riuscì subito dopo a creare una sorta monarchia indipendente in Mongolia. Dittatore sempre più tendente al misticismo e all'esoterismo (affermava, tra l'altro, di essere la reincarnazione di Gengis Khan), von Ungern-Sternberg fu sconfitto dopo pochi mesi, catturato, processato da un tribunale straordinario della Siberia, e condannato a morte per fucilazione.
"Solitario, taciturno, imprevedibile, irascibile, sadico, paranoide, ferocemente antisemita, superstizioso, misogino, frugale, idealista, marziale, il barone Ungern ha tendenze mistiche, si considera erede di Gengis Khan e si crede investito di una missione provvidenziale, quella di riconquistare l'Occidente partendo dal cuore della Mongolia. Solo uno scrittore fuori dal comune come Pozner poteva ricomporre il puzzle di una personalità tanto complessa, e seguire il barone sanguinario nella sua folle cavalcata dal Golfo di Finlandia al deserto del Gobi, fino al suo tragico epilogo, in una ricostruzione storica che è insieme un singolarissimo romanzo di avventure"
"L'Occidente sta morendo, infettato dalla peste rivoluzionaria. Niente più principi, niente più eserciti. Gli schiavi hanno smesso di rispettare la legge. E' arrivato il momento di ricostruire l'impero dei grandi khan"
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