Roberto Bolaño, "Chiamate telefoniche" (Adelphi, pagg. 280, euro 14)
Prosegue la pubblicazione in edizione italiana di tutte le opere dello scrittore cileno Roberto Bolaño (1953-2003) che da qualche anno è in corso presso Adelphi. E' uscita in questi giorni la raccolta di racconti "Chiamate telefoniche". Quattordici racconti pubblicati nel 1997 che ruotano attorno alle "ossessioni ricorrenti della sua narrativa": la letteratura, la violenza, l'amore, il sesso, più tutta una serie di varia umanità borderline, apolide, drogata, alcolizzata, fallita e sbandata. Ho apprezzato molto i racconti: "Enrique Martìn" (pagg. 47-66), "Un'avventura letteraria" (pagg. 67-81), "Un altro racconto russo" (pagg. 135-140), "Clara" (pagg. 197-210), "Vita di Anne Moore" (bellissimo, pagg. 233-272).
"Il resto del tempo passò senza che quasi ce ne rendessimo conto. Non ricordo più cosa dicemmo, che cosa ci raccontammo, cose senza importanza, di sicuro. Poi me ne andai e non la rividi più. Dopo un certo tempo ricevetti una sua lettera, scritta in spagnolo, da Great Falls. Mi raccontava che sua sorella Susan si era suicidata con un'overdose di barbiturici. I suoi genitori e il compagno di sua sorella, un falegname di Missoula, erano distrutti e non riuscivano a capacitarsi. Ma io preferisco tacere, diceva, non ha senso aggiungere a questo dolore altro dolore o aggiungere al dolore tre piccoli enigmi. Come se il dolore non fosse un enigma sufficiente o come se il dolore non fosse la risposta (enigmatica) a tutti gli enigmi" (dal racconto "Vita di Anne Moore)
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