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Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)
martedì 12 giugno 2012
I falò dell'autunno
Irène Némirovsky, "I falò dell'autunno" (Adelphi, pagg. 248, euro 18)
Ebrea convertita al cattolicesimo, nata in Ucraina (nel 1903) ma vissuta a Parigi dall'età di 16 anni (i suoi romanzi sono scritti in francese, anche perché la governante e balia era francese), deportata ad Auschwitz dove muore nel 1942, Iréne Némirovsky è nota da pochi anni al pubblico italiano, da quando (dal 2005) sono in corso di pubblicazione presso Adelphi tutte le sue opere. L'ultimo titolo è "I falò dell'autunno", capolavoro scritto tra il 1941 e il 1942 (pochi mesi prima dell'arresto e della deportazione) e uscito postumo in Francia nel 1957. Gran libro, scrittura elegantissima, storia d'amore e di guerra commovente e tragica ambientata nella Parigi di inizio '900, tra il 1912 e il 1941.
Il romanzo è la storia di Bernard Jacquelain, partito volontario a 18 anni per la Grande Guerra, dalla quale tornerà completamente cambiato. Dopo gli anni in trincea, Bernard diventa cinico e disincantato, non crede più in nulla, non vuole più nulla, se non soldi e avventure a palate con amanti e cortigiane varie del bel mondo parigino degli anni Venti e Trenta. Entra sempre più pericolosamente nel dorato ma squallido ambiente dei faccendieri e dei politicanti dell'epoca. La dolce Thérèse, innamorata di lui fin da quando erano bambini, è la sua occcasione di riscatto esistenziale e morale. Bernard proverà a cambiare vita, ma il prezzo da pagare per gli errori del passato sarà altissimo.
"Nessuno avrebbe mai osato parlare del piacere, e tuttavia ci si sussurrava all'orecchio che, anche a Parigi, sotto le bombe, in certi quartieri, in certi locali noti solo agli iniziati, militari in licenza, donne, stranieri ballavano il tango e altri balli, sfrenati, osceni, dai nomi selvaggi; che tutte le notti da Weber americani ubriachi spaccavano i vetri; che piloti, 'assi' dell'aviazione, al volante di un'auto lanciata a cento all'ora, salivano sui marciapidi investendo le donne"
"Due mesi dopo essere stato richiamato, Bernard si trovava in una grigia e fredda cittadina della Lorena. Per lui la guerra non era ancora cominciata; l'unico nemico che conosceva era la solitudine, la peggiore, quella che viene dal cuore e che ti soffoca anche in mezzo a una folla. Il mondo gli si era chiuso davanti da un giorno all'altro come un sipario che cala e nasconde di colpo la scena in pieno svolgimento"
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