venerdì 27 luglio 2012

I letterati e lo sciamano




Elémire Zolla, "I letterati e lo sciamano. L'Indiano nella letteratura americana dalle origini al 1988" (Marsilio, pagg. 448, euro 24)


Elémire Zolla (1926-2002), figlio del pittore Venanzio Zolla e della musicista inglese Blanche Smith, filosofo, antropologo e storico delle religioni, studioso delle tradizioni mistiche e esoteriche, ma anche per anni Ordinario di Letteratura americana all'Università La Sapienza di Roma. Con questo testo ha inizio, nel decennale della morte, la ripubblicazione sistematica di tutte le sue opere presso l'editore Marsilio.
"I letterati e lo sciamano" è un saggio del 1969, scritto dopo un lungo viaggio di studio negli Stati Uniti, e dedicato alla tragedia subita dagli Indiani d'America, alla Letteratura indiana e alle immagini e alle concezioni degli Indiani che emergono nella Letteratura americana dal '600 ad oggi. In questo edizione il testo esce ampliato con ulteriori scritti di anni successivi dedicati allo stesso argomento (donde il sottotitolo "...dalle origini al 1988"), tra cui uno scritto che racconta la vicenda dello scrittore antropologo Carlos Castaneda alle prese con il maestro yaqui che lo inizia al potere magico nei deserti del Nuovo Messico.


"Il cerchio della Vita della Creazione è senza fine. Vediamo le stagioni andare e venire. E la Vita Fluire sempre nella Vita. Il bambino diventa genitore. Il genitore diventa il nostro rispettato avo. La vita è sacra. E' bello farne parte"
(poesia ojibwa)

Ebook

http://ehibook.corriere.it/2012/07/24/il-no-di-kundera-ai-libri-elettronici-i-miei-romanzi-solo-su-carta/#comments_list

Sotto l'articolo c'è un mio commento (come "luigig")


Riporto il mio commento qui: 
Lunga vita al libro cartaceo. Bravo Kundera!
27.07 | 11:28 luigig
Comunque la si pensi (dal titolo si è capito come la penso io…), bisogna avere l’onestà intellettuale di raccontare le cose come stanno distinguendo le opinioni dai fatti. L’articolo di Stefano Montefiori è delirante quando definisce la presa di posizione di Kundera come una semplice “nobile testimonianza” (sottinteso: di un vecchio rimbecillito che è rimasto indietro e non ha più il polso della realtà), addirittura come “crepuscolare attaccamento a un’era in cui testo e libro erano una cosa sola”. Se uno sbarcasse da Marte adesso e leggesse queste frasi penserebbe che il mercato dell’ebook copre il 99 per cento del mercato editoriale, e che i libri cartacei moriranno a breve con gli ultimi – pochi- vecchi che ancora li leggono. Poi uno va a guardare i dati e scopre, per esempio, che gli ebook valgono lo 0,9 per cento del mercato del libro (dati dicembre 2011), che oltre il 60% dei lettori di ebook sono uomini e le donne – che notoriamente comprano più libri degli uomini – restano in larghissima parte fedeli al cartaceo, che gli ebook più venduti di ogni settimana sono SEMPRE quelli che in quei giorni erano in offerta a 0,99 euro, a 1,99 euro o simili (una strategia ultraaggressiva che però non può certo durare all’infinito: prima o poi i nodi vengono al pettine, prima o poi devi alzare il prezzo e appena lo alzi non li vendi più…).
Ripeto: ogni opinione sul libro elettronico è legittima, ma far credere che i libri di carta stanno scomparendo è una colossale panzana che rivela una grave mancanza di rispetto per i dati empirici e per i lettori.
P. S. Sono un libraio. L’altro giorno entra una persona nella mia libreria, mi chiede un libro e poi aggiunge: “speriamo che l’abbiano fatto anche di carta, perché ho letto sul giornale che adesso i libri stanno diventando tutti elettronici…”. Una frase grottesca (ripeto: l’ebook è allo 0,9 per cento del mercato dei libri!!)che è figlia della totale disinformazione che i mezzi di comunicazione – Corriere della Sera in primis – stanno facendo da almeno due anni sul tema ebook/libro cartaceo. E aggiungo: il fatto che l’ebook non decolli nelle vendite (che anzi, parliamoci chiaro, sono pietose…) nonostante tutto questo allucinante delirio pubblicitario continuo mi fa sperare (ma anche fiduciosamente pensare) che il libro cartaceo sopravviverà senza troppi problemi anche in un futuro remoto.

giovedì 26 luglio 2012

Piperno. Contro la memoria, Proust antiebreo




"Proust fu il paladino di quei giovani letterati ebrei che alla fine del diciannovesimo secolo scelsero di ripudiare la propria origine. Ma dietro l'apparente antisemitismo si nascondeva una crudele ricerca di autenticità e verità. Ansia di piacere, di essere bene accolti, di promuoversi socialmente utilizzando tutti gli strumenti della seduzione costituiscono il marchio del vizio congenito che rende insopportabili gli ebrei agli occhi di Proust; vizio da cui egli stesso vuole emendarsi"



Alessandro Piperno, "Contro la memoria" (Fandango, pagg. 272, euro 16)


Alessandro Piperno (1972, ), fresco vincitore del Premio Strega con l'ottimo "Inseparabili" (seconda parte del dittico "Il fuoco amico dei ricordi": "Persecuzione", euro 10,50, e "Inseparabili", euro 20, entrambi disponibili in libreria), oltre che romanziere è professore di Letteratura francese all'Università di Tor Vergata. E' figlio di padre ebreo e madre cattolica, e da sempre grande appassionato di Marcel Proust. Nel 2000, cinque anni prima di sfondare come romanziere con il romanzo "Con le peggiori intenzioni" (disponibile in libreria, euro 9,50), pubblicò per Franco Angeli il saggio "Proust antiebreo" sulla questione dell'antigiudaismo nell'opera proustiana (Proust stesso era in parte ebreo per discendenza materna). A distanza di dodici anni "Contro la memoria" riprende e amplia il saggio "Proust antiebreo"

mercoledì 25 luglio 2012

Il tamburo del diavolo. Il mondo dei pastori




Giuseppe Colitti, "Il tamburo del diavolo. Miti e culture del mondo dei pastori" (Donzelli, pagg. 272, euro 30)


"Tamburo del diavolo" è un'espressione utilizzata dai pastori del Cilento per indicare il fragore del tuono che annuncia l'arrivo della tempesta.


Questo libro è il frutto di quarant'anni di studi: lo storico e antropologo Giuseppe Colitti a partire dal 1971 ha intervistato decine di anziani pastori del Sud Italia (principalmente del Vallo di Diano, del Cilento e della Basilicata) arrivando a costruire un archivio orale di oltre 2.300 ore di registrazioni, un'immensa "enciclopedia della tradizione orale e della memoria agropastorale" che viene riassunta e raccontata per la prima volta in un libro.


"C'erano le mandre, cioè si univano dieci, venti contadini, secondo le zone, e a turno si portava il latte per dieci giorni presso Tizio, per dieci, dodici giorni presso Caio... Quando un contadino aveva una perdita, gli moriva una mucca, i componenti della mandra cercavano di alleviargli il danno, comprando parte della mucca morta. (...) Ma c'era anche tanta violenza: le contese per il pascolo si risolvevano spesso a colpi d'ascia e chi soccombeva finiva spesso con la testa mozzata abbandonato in un dirupo"


"I pastori, venduti bambini ai 'galantuomini' come garzoni dall'8 settembre al 15 agosto di ogni anno, sottoposti a ogni tipo di vessazione, adusi alla durezza dei rapporti personali, alla convivenza con gli animali e con le forze della natura ma anche alle dolcezze della musica (la zampogna e la ciaramella 'strumenti di Dio'), loro che erano stati briganti e vittime, avendone la possibilità fuggivano da quel mondo fatto di fame, fatica, maltrattamenti, l'unico che avevano conosciuto fino ad allora. Nella terza decade dell'Ottocento nel solo circondario di Sala Consilina erano censite quasi 50 mila tra pecore e capre. Nello stesso periodo, in appena un decennio, andarono via oltre 22 mila persone, un terzo della popolazione, in percentuale il tasso più elevato d'Italia. Il dissanguamento, dopo la pausa del fascismo, riprese nel dopoguerra. 'Lasciavano le pecore e se ne andavano in America', dice un pastore. In Germania, in America, del nord e del sud. Nessuno di loro mostra rimpianti per la vita di una volta"

martedì 24 luglio 2012

Tommaso d'Aquino. Un profilo storico-filosofico




Pasquale Porro, "Tommaso d'Aquino. Un profilo storico-filosofico" (Carocci, pagg. 536, euro 41)


Tommaso d'Aquino (1225-1274) è stato uno dei pensatori più importanti dell'intera storia del pensiero occidentale, e certamente il più importante e il più influente in assoluto nella tradizione cattolica.
La bibliografia su san Tommaso è sterminata, ma le più importanti introduzioni al suo pensiero sono tutte filosoficamente e religiosamente orientate e portano la firma di autori cattolici e neotomisti, da Maritain a Etienne Gilson a Sofia Vanni Rovighi fino a Giuseppe Barzaghi.
Questo corposo saggio di Pasquale Porro (professore di Filosofia medievale all'Università di Bari e alla Sorbona di Parigi) vuole essere un'introduzione "laica", di storia della filosofia, alla vita e al pensiero di Tommaso d'Aquino. Nel libro vengono trattate tutte le opere di Tommaso, comprese le "minori", e compresi argomenti e testi decisamente poco noti, come gli opuscoli sulle influenze astrali e sulla divinazione e la "questione ebraica" (la Lettera alla contessa di Fiandra e l'opposizione di Tommaso alla pratica del battesimo forzato per gli ebrei)

Gli animali pericolosi in Italia




Marco Di Domenico, "Italiani pericolosi. Leggende e verità sugli animali di casa nostra" (Bollati Boringhieri, pagg. 264, euro 18)



Il biologo Marco Di Domenico (1967- ) racconta la vita degli animali pericolosi che vivono in Italia: 40 specie di squali, 4 specie di vipere, 1400 specie di ragni, 460 specie di meduse, polipi e attinie, decine di specie di vermi parassiti, 7300 specie di api, vespe e affini, scolopendre, scorpioni, acari, zecche, zanzare, tracine, scorfani, murene, lupi, ...
Tutti animali pericolosi per spine, denti, aculei, chele o tossine velenose. Ma ci sono anche molte credenze popolari e leggende metropolitane da estirpare sulla pericolosità di certi animali. In ogni caso: "gli italiani umani sono di gran lunga più pericolosi. (...) E i pericoli sono causati più da noi stessi che dalla natura"

venerdì 20 luglio 2012

Le vere avventure dei Rolling Stones




"Negli anni sessanta credevamo in un mito: che la musica avesse il potere di cambiare la vita della gente. Oggi la gente ha un altro mito in cui credere: che la musica sia soltanto intrattenimento. (...) Suonare e ballare pareva rivestire un valore superiore, trascendente. Allora in molti pensavano che il ballo e la musica potessero rivestire un ruolo fondamentale nel cambiare la struttura della società. Saranno anche stati ingenui, ma erano comunque di gran lunga più interessanti della gente consapevole che sarebbe venuta dopo di loro..."


Stanley Booth, "Le vere avventure dei Rolling Stones" (Feltrinelli, pagg. 528, euro 24)

Il 12 luglio del 1962 i Rolling Stones debuttavano al Marquee Club di Londra. Oggi, per celebrare il cinquantenario, viene ristampato questo testo del giornalista e critico musicale Stanley Booth. Un libro del 1984, da tempo introvabile, a proposito del quale Keith Richards ebbe a dire: "questo è l'unico libro sui Rolling Stones che posso leggere e poi dire: è andata proprio così". Il libro più importante sui Rolling Stones insieme a "Life" dello stesso Keith Richards (pagg. 528, euro 13, disponibile in libreria).
Il libro di Booth racconta la cronaca (vissuta dall'interno in prima persona) del tour americano dell'autunno 1969, alternandola a capitoli che ripercorrono la storia del gruppo dalla sua formazione fino alla tragica morte di Brian Jones (annegato in piscina durante un party) pochi mesi prima dell'inizio del tour. Per larga parte Booth riporta e rielabora i lunghi racconti che ha ascoltato direttamente da Keith Richards, Charlie Watts, Ian Stewart (eliminato per il suo aspetto considerato troppo goffo e sgraziato, poi ripreso come road manager del gruppo e pianista in sala di registrazione), e Shirley Arnold (la fan diventata poi responsabile del fan club).

giovedì 19 luglio 2012

La scienza del male




Simon Baron-Cohen, "La scienza del male. L'empatia e le origini della crudeltà" (Raffaello Cortina, pagg. 234, euro 21)


Lo psicologo inglese Simon Baron-Cohen (1958- ), professore all'Università di Cambridge e tra i massimi studiosi mondiali di autismo (oltre che fratello di Sacha Baron Cohen, Borat, il comico...) lavora da anni alla costruzione di una "scienza del male", cercando di individuare le basi neurologiche dei comportamenti malvagi. Il male viene visto come effetto dell'incapacità di empatia, cioè dell'incapacità di mettersi nei panni dell'altro, di comprendere lo stato d'animo altrui, per cause sociali e ambientali ma spesso anche biologiche e genetiche. Come la persona affetta da autismo, lo psicopatico malvagio ha problemi nel funzionamento cerebrale del "circuito dell'empatia". Disturbo borderline di personalità, Psicopatia, Narcisismo, Sindrome di Asperger e Autismo: patologie diverse, legate da un tratto comune: l'assoluta mancanza di empatia, l'assoluta incapacità di "mettersi nei panni dell'altro". Questa condizione può culminare in crimini efferati, come la tragedia della Columbine High School, ma anche dar vita a un modo diverso di interpretare il mondo, come quello di Kim Peek che ha ispirato il film "Rain Man. L'uomo della pioggia"...

"Caro Duce, ti scrivo"




"Fare i conti con il passato degli italiani è maledettamente complicato, tanto i vizi nazionali paiono ridondanti nella loro cartacea e tonitruante magniloquenza. Ma setacciare gli archivi fa scoprire verità scomode che i lettori devono sapere"


Roberto Festorazzi, "Caro duce, ti scrivo. Il lato servile degli antifascisti durante il Ventennio" (edizioni Ares, pagg. 192, euro 12)
Il nuovo libro dello storico comasco Roberto Festorazzi (1965- )


Furono molti i cosiddetti antifascisti che, durante il Ventennio, bussarono alla porta del dittatore per i più svariati motivi. Quasi tutti per incensare il Duce, generalmente in cambio di prebende e di favori, salvo poi brigare per cancellare le tracce delle loro compromissioni. Ci sono i salamelecchi di Arturo Labriola, l’inconfessabile amicizia di Nenni con Mussolini, c’è la vicenda di Norberto Bobbio e della sua supplica al Duce scritta per rivendicare la sua "coscienza di fascista". Perfino Luigi Einaudi, futuro Presidente della Repubblica, scrive a Mussolini per impetrare aiuto, nel tentativo di rimediare alle intemperanze antifasciste dei figli. E ci sono anche Missiroli, Ricciardetto, Vittorini, Sibilla Aleramo e molti altri. Su tutti si staglia la figura di Alberto Moravia, che giunse a rinnegare la memoria dei suoi cugini, i fratelli Rosselli, uccisi dai fascisti in Francia.

mercoledì 18 luglio 2012

L'epopea dei fuorilegge americani




"Che gusto c'era nel mungere una mucca se avevi tante occasioni per rimescolarti il sangue in sella al tuo cavallo, se avevi sempre vissuto, ora per ora e giorno per giorno, in un mondo primitivo e selvaggio dove regnava soltanto una legge: uccidere o essere ucciso?"


James D. Horan, "Desperados. L'epopea dei fuorilegge americani da Jesse James a Butch Cassidy" (Odoya, pagg. 384, immagini, euro 18)


Un vecchio classico sul West  e sui grandi fuorilegge americani dell '800 e di inizio '900  firmato dallo storico americano James D. Horan (1914-1981). Un libro uscito negli Stati Uniti nel 1942, tradotto in italiano per Longanesi nel 1951, uscito dai cataloghi editoriali negli anni '60, viene oggi riproposto - a distanza di cinquant'anni - dall'editore bolognese Odoya.

Esploratori italiani




Silvino Gonzato, "Esploratori italiani" (Neri Pozza, pagg. 272, immagini, euro 16,50)



Il ritratto di sei grandi esploratori italiani dell'Ottocento, sei spiriti liberi e ribelli con alle spalle vite disgraziate fatte di delusioni, di fallimenti e spesso di galera, che miravano al riscatto personale attraverso imprese disperate in terre e mari completamente ignoti, senza il sostegno di nessun governo, di nessuna società geografica o istituzione.



Giacomo Bove, che dopo aver partecipato come unico italiano alla spedizione artica del «Passaggio a Nord-Est», cerca nei viaggi in Sudamerica e in Africa un impossibile rimedio alle pene della propria anima inquieta.
Giovanni Battista Cerruti, capitano di mare mancato, dopo aver tentato la fortuna inscatolando ananas a Batavia, grazie alla propria affabilità nel trattare con una tribù di avvelenatori ne diviene re.
Augusto Franzoj, scapestrato bohémien amante delle risse e dei duelli, affronta l’altopiano etiopico da solo per andare a recuperare le ossa dell’esploratore Chiarini ucciso dalla barbara e dissoluta regina di Ghera.
Il frate Guglielmo Massaja, mandato allo sbaraglio dai suoi superiori tra i Galla dell’Abissinia, dopo il fallimento della missione diventa mago guaritore e consigliere personale di Menelik.
Giovanni Miani, figlio di una serva e del conte veneziano Bragadin, dopo aver dilapidato la sua cospicua eredità in prostitute e nella stampa di una colossale enciclopedia universale della musica, ridotto sul lastrico parte per l’Africa alla scoperta delle sorgenti del Nilo.
Pietro Savorgnan di Brazzà, nobile friulano che è costretto a farsi francese per poter coronare il sogno di diventare esploratore e, con le sostanze della famiglia, fonda la colonia del Congo-Brazzaville.

martedì 17 luglio 2012

I ghiacciai della Lombardia




"Decine di unità glaciali estinte, forti contrazioni areali e volumetriche, ritiro delle fronti, crolli, comparsa di nuovi laghi proglaciali e molte altre manifestazioni stanno modificando in profondità il paesaggio delle Alpi lombarde. In diversi suoi tratti esso appare oggi letteralmente irriconoscibile rispetto a quello di epoche anche assai recenti"


Servizio Glaciologico Lombardo, "I ghiacciai della Lombardia. Evoluzione e attualità" (Hoepli, pagg. 328, immagini, euro 39)
Negli ultimi decenni le condizioni climatiche sempre più negative mettono a rischio la sopravvivenza stessa di molti ghiacciai delle Alpi. Questo libro mostra, con l'aiuto di un'ampia documentazione fotografica, l'evoluzione di ognuno dei 203 ghiacciai lombardi dal 1990 ad oggi. Si scopre che quasi tutti si sono ridotti, alcuni addirittura del 60/70%!
Accanto alle parti più tecniche sulla storia e l'evoluzione geologica dei ghiacciai lombardi, il libro presenta anche una serie di itinerari escursionistici e alpinistici studiati per chi vuole avvicinarsi all'osservazione dei fenomeni glaciali.

Taccuino siriano




"Questo libro è la trascrizione, più fedele possibile, di due taccuini di appunti che ho preso durante un viaggio clandestino in Siria, nel gennaio di quest'anno. (...) Sono il rendiconto di un momento breve e già scomparso, quasi senza testimoni esterni, degli ultimi giorni della rivolta di una parte della città di Homs contro il regime di Bashar al-Assad, poco prima che fosse soffocata in un bagno di sangue, ancora in corso mentre sto scrivendo. (...) Com'è noto, il governo siriano ha quasi totalmente vietato ai giornalisti stranieri di lavorare sul suo territorio. I pochissimi professionisti che ottengono un visto per la stampa sono inquadrati e sorvegliati con attenzione, limitati negli spostamenti e nelle possibilità di incontrare comuni cittadini siriani, e soggetti a ogni sorta di manipolazioni o provocazioni - a volte con esiti fatali, come quella che è costata la vita al reporter francese Gilles Jacquier. Alcuni sono riusciti a lavorare fuori da questo quadro, entrando con un visto turistico e poi sfuggendo all'apparato di sorveglianza o passando la frontiera illegalmente, con l'aiuto dell'esercito siriano libero, come ho fatto io assieme al fotografo Mani"


Jonathan Littell, "Taccuino siriano" (Einaudi, pagg. 198, euro 17)


Jonathan Littell (1967- ), scrittore statunitense naturalizzato francese, racconta le due settimane e mezzo (dal 16 gennaio al 2 febbraio 2012) che ha trascorso in condizioni estreme, nascosto, in Siria, a Homs, nel cuore dei quartieri che si oppongono al regime sanguinario di Bashar al-Assad. Un documento al momento più unico che raro sulla vita quotidiana del popolo siriano in rivolta e sulle atrocità commesse dalle forze governative della Siria.

sabato 14 luglio 2012

Sogni in tempo di guerra. Ngugi wa thiong'o



Ngugi wa Thiong'o, "Sogni in tempo di guerra" (Jaca Book, pagg. 224, euro 16)


Poeta e romanziere keniota, Ngugi wa Thiong'o (1938- ) è considerato tra i massimi esponenti della Letteratura africana.
"Sogni in tempo di guerra" è un libro del 2010, tradotto ora per la prima volta in italiano.


Ngugi Wa Thiong'o racconta in queste pagine la sua infanzia e prima adolescenza. Ma il racconto di se stesso ragazzino progressivamente va amplificandosi nei grandi eventi storici in cui il protagonista si trova immerso. Prendendo le mosse dai più lontani ricordi del suo gruppo familiare, tutta l'esistenza raccolta nelle cinque capanne del padre e delle sue quattro mogli, la storia personale del bambino finisce per incontrarsi e scontrarsi con quella di un Kenya scosso dai fermenti indipendentisti e dalla dura repressione del governo britannico. Dai racconti collettivi del paese alle storie raccontate in famiglia "con il riflesso delle fiamme che danzava sui volti", dall'incontro con la parola scritta, grazie a un inseparabile Vangelo prima e alla biblioteca di un insegnante poi, alla fallace linearità della propaganda coloniale che occupa ogni spazio pubblico, un libro che spiega l'Africa meglio di qualsiasi saggio storico o politico...

Gaudeamus. Mircea Eliade




Mircea Eliade, "Gaudeamus" (Jaka Book, pagg. 256, euro 18)


Il rumeno Mircea Eliade (Bucarest 1907-Chicago 1986), è considerato il più grande antropologo e storico delle religioni del Novecento. Ma nella sua vasta produzione figurano non solo testi scientifici e filosofici, ma anche opere di narrativa. Di lui sono disponibili qui in libreria il celebre "Trattato di storia delle religioni" (Bollati Boringhieri, euro 20), "Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi" (Edizioni Mediterranee, euro 21,95), il "Diario portoghese" (Jaca Book, euro 34), e il romanzo "Un'altra giovinezza" (Rizzoli, euro 15).
"Gaudeamus" è il primo romanzo di Eliade, e esce ora per la prima volta in traduzione italiana.



Nel romanzo della sua gioventù, carico di atmosfere universitarie sullo sfondo di una Bucarest segnata dal ritmo delle stagioni, Mircea Eliade si racconta come un ragazzo guidato da un profondo e intransigente furore di conoscenza, spietato osservatore della comunità studentesca in cui è immerso e con cui pure interagisce attivamente. Non sappiamo quanto di questo carattere esasperato corrisponda alla personalità storica del giovane studioso, o ne sia la parossistica rappresentazione. Scritto da un Eliade ancora giovane nella sua Bucarest sul finire degli anni Venti, questo romanzo restituisce alla perfezione la tensione estrema che precede lo slancio verso la vita, l'irrequietudine di scelte ancora da fare, l'attesa prima del viaggio con cui infatti si chiude il libro.

venerdì 13 luglio 2012

Le testimoni silenziose. Anziane donne cinesi




Xinran, "Le testimoni silenziose" (Longanesi, pagg. 512, rilegato, euro 22)


Il nuovo libro della scrittrice e giornalista cinese (residente a Londra dal 1997) Xinran, già autrice del celebre "Le figlie perdute della Cina" (Tea, euro 8,60), il libro-inchiesta che dieci anni fa fece conoscere a tutto il mondo il dramma del femminicidio e dell'abbandono delle bambine che ancora oggi interessa milioni di persone in Cina.
"Le testimoni silenziose" è un affresco sulla vita delle anziane donne cinesi (intervistate direttamente dall'autrice), che hanno vissuto il passaggio da Mao alla Cina postmaoista (1976), fino agli incredibili cambiamenti economici e sociali degli ultimi anni. Donne con figli moderni e cosmopoliti che fino a pochi anni fa vivevano immerse in una dimensione epica e arcaica (guaritrici, banditesse, cantastorie, fabbricanti di lanterne, donne acrobate, donne soldato, ...). Ultime testimoni di un arcaico mondo cinese destinato a scomparire per sempre alla loro morte

giovedì 12 luglio 2012

Voci del '900




Arturo Colombo, "Voci del '900. Protagonisti e testimoni del lungo 'secolo breve'" (Mursia, pagg. 434, euro 20)


Saggio storico appena dato alle stampe del professor Arturo Colombo (1934- ), storico italiano allievo di Bobbio e professore emerito di Storia delle dottrine politiche all'Università di Pavia.
Colombo sceglie venti figure, note e meno note, della cultura e della politica del '900 (soprattutto, ma non solo, italiano), e le racconta in altrettanti ritratti. Venti voci del '900 al tempo stesso "geniali" e particolarmente ammirevoli per l'impegno e il coraggio con cui hanno portato avanti le proprie idee: la scommessa di Hannah Arendt; Riccardo Bauer fra terza forza e terza via; Carlo Bo e la cultura a Milano nel dopoguerra; Norberto Bobbio e gli anni bui rischiarati da Croce; Luciano Bolis e il dovere di testimoniare; l'eretico Cioran sciamano della parola; Albert Einstein: la guerra e la pace; Vittorio Foa e la scuola di Regina Coeli; il Mahatma Gandhi e la 'rivoluzione bianca'; Leone Ginzburg per una civiltà nuova; Indro Montanelli come l'orco delle fiabe; Nello Rosselli e l'avventura di 'Lotta politica'; Ernesto Rossi, un giacobino tra i farisei; Teresio Olivelli, ribelle per amore; Ignazio Silone "svizzero"; Giovanni Spadolini e l'altra Italia; Altiero Spinelli, il Mosè dell'Europa; gli anni milanesi di Adolfo Tino; Leo Valiani e la Costituente; la meteora Simone Weil.



"Queste pagine nascono dalla consapevolezza, appresa alla scuola di Marc Bloch, che la storia non va mai identificata nello scontro fra le classi e neppure ridotta ad alternativa fra principi e valori contrapposti; la storia, con tutto il corredo di conquiste e sconfitte, di speranze e battute d'arresto, di sfide e delusioni, di vertici e precipizi, è sempre fatta dagli uomini, con impegno o tormento, con entusiasmo o sacrificio, con umiltà o arroganza, di volta in volta plasmata dalle loro fatiche o dai loro sogni, dai loro ideali o persino dalle loro incredibili perversioni"

Della misantropia. Sgalambro




I più alti spiriti, se così vogliamo chiamarli, sono stati misantropi. L'Idea infatti è raggiungibile solo in uno stato di misantropia. Il misantropo non vede più l'uomo, la cui carne detesta, ma l'Idea dell'uomo"


Manlio Sgalambro, "Della misantropia" (Adelphi, pagg. 132, euro 10)


Raccolta di aforismi e di brevi trattati sul tema della misantropia, letteralmente "l'odio verso l'essere umano". L'autore - Manlio Sgalambro (1924- ) - è un filosofo e scrittore siciliano che da trent'anni pubblica per Adelphi e che a partire dal 1994 è coautore dei testi delle canzoni di Franco Battiato.



"Sono così distante da me stesso che nessuno mi vede. Solo solo intravisto"
"Delle cose della natura non si occupava. Chiedeva con disgusto: che vuol dire natura?"
"Dei 'grandi uomini' non si occupava. Non perché li ritenesse piccoli. Ma proprio perché grandi"
"Bestemmiava contro la storia della filosofia: questa disciplina mi ha costretto a occuparmi di Heidegger! A che punto ci porta!"
"Non mi approvo sempre, affermava. Ma quando non mi approvo, mi approvo. Cioè approvo quest'essere che si disapprova"
"Ciò che poteva dire di se stesso lo riteneva del tutto frivolo. Detestava i saggi"
"Una riunione di esseri umani lo faceva sbuffare. Tutto diveniva per lui insopportabile, alterava i suoi nervi. Che mostri, commentava"
"Se sapeste che fatica avere un volto, sospirava"
"Eppure era nato. La cosa lo meravigliava non poco"

Le quattro dita della morte




Rick Moody, "Le quattro dita della morte" (Bompiani, pagg. 912, euro 21,50)


Esce in Italia questo monumentale romanzo di fantascienza dello scrittore americano Rick Moody (New York, 1961). "Imponente, sociale, ambizioso: ecco l'unico romanzo possibile": la recensione-intervista di Stefania Vitulli su Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/imponente-sociale-ambizioso-ecco-l-unico-romanzo-possibile.html


2025: Montese Crandall è uno scrittore frustrato la cui ossessione per le storie brevi lo ha portato a scrivere racconti lunghi una sola frase. È anche un collezionista di figurine di giocatori di baseball; tra le sue preferite, ci sono quelle della leggenda Dave McClintock, un lanciatore che in seguito a un incidente perde il braccio e se lo fa sostituire, per continuare a giocare, con uno meccanico. Nonostante siano rare, le figurine non gli consentono di mantenersi, e soprattutto di coprire le spese delle cure mediche della moglie malata e affetta da una grave dipendenza da scommesse on line. Per sua fortuna, Crandall si gioca a scacchi la possibilità di romanzare il remake di un classico del genere horror, La mano strisciante, del 1963, e vince la partita. Per lui si tratta della grande opportunità di dimostrare alla moglie il suo vero talento letterario. Nella storia, gli Stati Uniti vogliono recuperare il loro ruolo di superpotenza mondiale, così decidono di lanciare una missione su Marte. Nove americani, in tre navicelle spaziali, viaggiano tre mesi per raggiungere il Pianeta rosso ed esserne i colonizzatori per tre anni. Di tutto l’equipaggio, solo un braccio umano (privo del dito medio) tornerà sulla terra schiantandosi nel Deserto di Sonora, Arizona. Il braccio potrebbe nascondere il segreto della rianimazione umana o forse è una macchina mortale di contagio, l’unica certezza è che comincia a strisciare attraverso le terre desolate di una civiltà sull’orlo del baratro, sia economico che culturale. Le quattro dita della morte è un monumentale romanzo che racconta della vita su Marte, della clonazione di cellule staminali, di uno scimpanzè parlante, della dominazione sino-indiana del mondo, di viaggi economici con jet-pack, di unione famigliare, e dell’avvento dei palmari sottocutanei impiantati chirurgicamente...

mercoledì 11 luglio 2012

Gadda, L'Adalgisa. Adelphi




"Dopo I promessi sposi, non esiste, nella letteratura italiana, nessuna rappresentazione d'una città così ricca, complessa, variegata, sonora come nella bellissima L'Adalgisa. Come in Manzoni, la città è Milano: la storia, la società, la psicologia, la cultura, i costumi, i riti, la lingua, l'esistenza quotidiana di Milano, di cui Gadda vuole rappresentare la totalità enciclopedica. Niente deve sfuggire al suo sguardo onnicomprensivo di storico-psicologo-entomologo-mineralogista: nemmeno il minimo frammento o la minima possibilità. Gadda non riuscirà mai più in un'impresa così straordinaria" (Pietro Citati)



Carlo Emilio Gadda, "L'Adalgisa. Disegni milanesi" (Adelphi, pagg. 440, euro 24)



Grazie a un accordo tra Roberto Calasso (il noto scrittore, che è anche direttore editoriale di Adelphi) e Arnaldo Liberati (il nipote della governante Giuseppina, che Gadda scelse come erede) è iniziato il progressivo trasloco di tutte le opere di Gadda da Garzanti ad Adelphi. L'operazione è iniziata nel settembre 2011 con "Accoppiamenti giudiziosi" (euro 27, disponibile in libreria), e prosegue ora con "L'Adalgisa" (che originariamente doveva essere un romanzo, intitolato "Un fulmine sul 220", e poi diventa una raccolta di dieci racconti, tutti ambientati a Milano). L'Adalgisa di Adelphi costa il doppio dell'Adalgisa Garzanti (24 contro 12 euro) non solo perché è una prima edizione ma anche perché ha centinaia di note al testo (senza le quali Gadda si legge capendo la metà di quello che scrive...), oltre a un'ampia postfazione che racconta tutta la storia dell'opera.



Qui l'articolo in cui Pietro Citati presenta l'opera: http://www.corriere.it/cultura/12_luglio_02/citati-milano-gadda-citta-donne_c32008ec-c42f-11e1-8a5a-a551a87e60ad.shtml

martedì 10 luglio 2012

Illusioni d'amore. La scelta del partner




"L'amore è quel sentimento che ci fa pensare, una o più volte nella vita, di avere incontrato la persona che renderà il nostro destino sentimentale un destino felice"



Jole Baldaro Verde, "Illusioni d'amore. Le motivazioni inconsce nella scelta del partner" (Raffaello Cortina, pagg. 258, euro 19,50)


Torna in una nuova edizione ampliata e aggiornata (alla luce delle nuove abitudini sessuali e dei cambiamenti sociali e di costume intervenuti negli ultimi anni) questo classico della psicologia, uscito nel 1984 e poi in seconda edizione nel 1992. L'autrice, medico psicoterapeuta, docente universitaria e sessuologa, è morta un mese fa a Genova, all'età di 87 anni, pochi giorni dopo l'uscita del libro.


Che cosa ci ha spinto e ci spinge verso una determinata donna o uomo? Perché scegliamo un certo tipo di partner, e ci ritroviamo a scegliere sempre lo stesso tipo anche se puntualmente ci delude? Perché la nostra sessualità è bloccata, con tutti i partner o con uno solo? Perché non riusciamo mai a innamorarci davvero? Più in generale: sulla base di quali motivazioni inconsce scegliamo con chi stare? E come facciamo a capire se è vero amore o "illusione d'amore"?


"Il nostro destino sentimentale affonda le sue radici nell'infanzia. Sulla linea dello sviluppo psicosessuale esistono dei punti critici in cui emergono bisogni fondamentali che devono essere soddisfatti dalla relazione genitore-bambino. In questi punti, veri e propri nodi nel percorso che permette di giungere a una sessualità adulta o genitale, possono essere provocate deviazioni o fermate che porteranno a scegliere un partner sulla base di un bisogno infantile insoddisfatto. La sessualità assume quindi l'importanza di un segnale privilegiato che permette di capire se il rapporto comprende un progetto di vita o deve essere considerato un'illusione d'amore"

sabato 7 luglio 2012

L'informazione. Una storia




"Ogni nuovo medium trasforma la natura del pensiero umano. Sul lungo periodo, la storia è la storia dell'informazione che prende coscienza di se stessa"


James Gleick, "L'informazione. Una storia. Una teoria. Un diluvio" (Feltrinelli, pagg. 464, euro 35)
Saggio sulla storia culturale dell'idea di informazione e sulla storia delle tecnologie per trasmettere ed elaborare informazioni. Dai poemi omerici al diluvio internettiano di informazioni, passando per i metodi di trasmissione delle informazioni nei mondi tribali (come il "linguaggio dei tamburi" delle tribù africane), l'invenzione della scrittura e dell'alfabeto, la lessicografia e i dizionari antichi e moderni, i libri e i giornali, Charles Babbage e il primo calcolatore, Samuel Morse e il telegrafo, il matematico Alan Turing (il calcolatore universale e i lavori di crittanalisi durante la seconda guerra mondiale), la televisione, il telefono, il creatore della teoria dell'informazione Claude Shannon, il fondatore della cibernetica Norbert Wiener, ...


"Nessuno parlava attraverso i tamburi. I suonatori non dicevano 'Torna a casa', bensì 'Fa' che i tuoi piedi tornino sulla strada che hanno percorso, fa' che le tue gambe tornino sulla strada che hanno percorso, riporta i tuoi piedi e le tue gambe nel villaggio che ci appartiene'. Non avrebbero detto semplicemente 'cadavere', ma avrebbero ricamato: 'che giace sulla schiena su zolle di terra'. Invece di 'non aver paura', avrebbero detto: 'Riporta il tuo cuore giù dalla tua bocca, riportalo giù da lì'. I tamburi generavano cascate di oratoria"

venerdì 6 luglio 2012

La pianura in fiamme. Juan Rulfo



"Nel 1961 lessi per la prima volta 'Pedro Paramo' e 'La pianura in fiamme' di Rulfo. Per tutto quell'anno non riuscii a leggere nessun altro autore, perché tutti mi sembravano minori” (Gabriel Garcìa Marquez)


Juan Rulfo, "La pianura in fiamme" (Einaudi, pagg. 166, euro 18)

Juan Rulfo (1917-1986) è considerato il più grande scrittore messicano del Novecento ed è uno degli scrittori-culto della letteratura centro e  sud americana e del "realismo magico" ispano-americano. A cinque anni perde il padre, ucciso dai "cristeros", fazione cattolica che contestava le leggi anticlericali nate in seno alla Rivoluzione messicana (1910-1917) che pose fine alla dittatura del generale Porfirio Diaz. A nove anni perde anche la madre, morta per un attacco di cuore. Cresce in un orfanotrofio a Guadalajara, e al termine delle scuole trova impiego come funzionario statale all'Ufficio emigrazione. Nel 1948 diventa rappresentante di pneumatici. Negli anni '50 ottiene una borsa di studio della Fondazione Rockefeller e può dedicarsi alla scrittura. Pubblicherà solo due opere (alle quali vanno aggiunte alcune sceneggiature per il cinema): il romanzo "Pedro Paramo" (1955), anch'esso edito in Italia da Einaudi, e la raccolta di racconti "La pianura in fiamme", da tempo fuori catalogo e ora riproposta da Einaudi in una nuova edizione.


"Dopo tante ore passate a camminare senza incontrare neppure l'ombra di un albero, neppure un seme di un albero, nè una radice di niente, si sente il latrare dei cani. A volte ti viene da pensare, su questa strada senza limiti, che non ci sarà niente dopo; che non si potrà trovare niente laggiù, in fondo a questa piana rigata da crepe e torrenti in secca. E invece sì, c'è qualcosa. C'è un paese. Si sente che latrano i cani e si sente nell'aria l'odore del fumo, e si assapora questo odore di gente come fosse una speranza. Ma il paese è ancora molto in là. E' il vento che lo porta vicino"

Premio Strega 2012

 

Finale Premio Strega 2012, andata in onda in diretta su Raiuno poche ore fa. Vince Piperno con 126 voti ("Inseparabili", Mondadori), secondo di un soffio Trevi a 124 ("Qualcosa di scritto" Ponte alle Grazie), terzo Carofiglio a 119 ("Il silenzio dell'onda", Rizzoli), poi staccati Fois quarto con 46 voti ("Nel tempo di mezzo", Einaudi) e quinta Lorenza Ghinelli ("La colpa", Newton Compton) con 16 ...voti.
Per fortuna non ha vinto il libro di Trevi (che fino all'ultimo ha rischiato di vincere...), un non romanzo su Pasolini che mi ha stancato dopo 50 pagine (meglio comunque del libro di Nesi che aveva vinto l'anno scorso, "Storia della mia gente", che secondo me era veramente pessimo, Trevi invece scrive bene, ma penso che un premio LETTERARIO come lo Strega dovrebbe andare a romanzi, non a saggi, salvo rarissime eccezioni). Sui libri di Piperno e Fois confermo gli ottimi giudizi che ho dato tempo fa, li ho molto apprezzati entrambi (Carofiglio e Ghinelli non li ho letti e taccio...):
http://libreriatorriani.blogspot.it/2012/04/alessandro-piperno-il-fuoco-amico-dei.html
http://libreriatorriani.blogspot.it/2012/06/nel-tempo-di-mezzo-marcello-fois.html

giovedì 5 luglio 2012

Ivan il terribile. Pierantozzi



Alcìde Pierantozzi, "Ivan il terribile" (Rizzoli, pagg. 326, euro 19)


Pregevole romanzo sull'adolescenza che è uscito a febbraio e che leggo ora (e che straconsiglio come possibile lettura di qualità per l'estate). Se ne parlerà ancora a lungo, sia perché l'autore - il ventisettenne Alcìde Pierantozzi - è tra gli scrittori più importanti della narrativa italiana degli ultimi anni (di lui è disponibile in libreria anche "Unoindiviso", mentre "L'uomo e il suo amore" è al momento fuori catalogo), sia perché da "Ivan il terribile" sarà tratto a breve un film.


Il libro è ambientato a Roccafluvione, un paesino in provincia di Ascoli. Il quindicenne Ivan - bello, affascinante, scontroso, misterioso - è appena tornato dopo sei mesi di carcere minorile. Vive con il fratello maggiore Edoardo e il padre Moreno, che è sulla sedia a rotelle a seguito di uno strano incidente e che è proprietario di un maneggio (nulla si sa, per il momento, della madre). Sara vive con la madre in una casetta della Forestale concessa dal Comune dopo che il padre ha abbandonato la famiglia fuggendo a Cuba con una donna. Va a scuola, dà una mano al maneggio, esce con l'amica Anna (mulatta, appassionatissima di "Amici" di Maria de Filippi), e il suo sogno è di correre alla Capannelle con lo spelacchiato cavallo Usa. Federico, appena arrivato dal Nord Italia, è il figlio della Carrer, ricca artista provata dalla tragica scomparsa della figlia, e di un uomo che alleva cavallucci marini e sta diventando un pezzo grosso dei Testimoni di Geova. Infine c'è Monica, insegnante di danza di Federico (che iscrive a un provino di "Amici").
Saranno Sara e Federico a contendersi il cuore di Ivan, fino a un viaggio a Roma fatto tutti insieme nascosti in un van per cavalli. Un viaggio nel quale si scopriranno molte cose sul passato e sul presente, fino a un epilogo straziante... (ho già detto troppo...)


"Un capolavoro sull'adolescenza. Tra le inquietudini di Dostoevskij e la magia di Stephen King" (Giuseppe Genna)


Qui una videointervista all'autore: http://www.youtube.com/watch?v=TaP8NfSw8AE

Geopolitica dell'acqua



Giancarlo Elia Valori, "Geopolitica dell'acqua. La corsa all'oro del nuovo millennio" (Rizzoli, pagg. 254, rilegato, euro 19)

Già oggi oltre un miliardo di persone non ha accesso all'acqua potabile, e nel 2030 -se il consumo crescerà ai ritmi odierni - la disponibilità di acqua sarà inferiore del 40% rispetto alla domanda. La lotta per reperire e per gestire le risorse idriche potrebbe essere il più grande tema della politica internazionale dei prossimi anni. In questo saggio il professor Valori (dirigente d'azienda e docente universitario a New York e a Gerusalemme) racconta la situazione attuale della questione idrica nei diversi Paesi e nelle diverse aree del mondo e prova a ipotizzare posibili scenari futuri.


"Se nelle prime due rivoluzioni industriali le materie prime interessate non riguardavano direttamente la sopravvivenza della popolazione, oggi l'economia globale sembra muoversi verso una commodification, una 'trasformazione in merce' di tutto ciò che serve direttamente alla vita umana. Se infatti l'incremento del valore diminuisce tendenzialmente per i beni che si può fare a meno di acquistare, dato che sono ormai largamente diffusi in tutto il 'Primo mondo' e hanno un costo di produzione difficilmente comprimibile oltre l'attuale limite - stiamo parlando di manufatti delle prime due rivoluzioni industriali -, oggi il capitale globale si rivolge alle materie prime essenziali e universali: l'acqua, il cibo, la terra per produrlo, l'aria, la gestione dei rifiuti, i farmaci di base, tra poco l'universo della produzione animale e, quindi, umana. Un 'quarto capitalismo' che elimina il rapporto con la politica, anzi la 'cannibalizza' con i suoi prodotti e i suoi stili di comunicazione, produce alta tecnologia a basso costo per il Primo mondo (e qui c'è anche il problema del super cheap labour) e commercializza a livello globale ciò che prima era del tutto 'fuori mercato', com'è accaduto per le terre comunali all'inizio del capitalismo agrario britannico. E l'acqua è l'asset primario di questo nuovo processo produttivo-finanziario globale"

mercoledì 4 luglio 2012

Franco Basaglia. Il dottore dei matti



"Io li ho visti nudi, coperti di stracci, senz'altro che un po' di paglia per proteggersi dalla fredda umidità del selciato sul quale sono distesi. Li ho visti grossolanamente nutriti, privati d'aria per respirare, d'acqua per spegnere la loro sete, e delle cose più necessarie alla vita. Li ho visti in balia di veri carcerieri, abbandonati alla loro brutale sorveglianza. Li ho visti in stambugi stretti, sporchi, infetti, senz'aria, senza luce, rinchiusi in antri dove si temerebbe di rinchiudere le bestie feroci che il lusso dei governi mantiene con grandi spese nelle capitali" (Jean-Etienne Dominique Esquirol, Des maladies mentales, 1818)


Oreste Pivetta, "Franco Basaglia, il dottore dei matti. La biografia" (Baldini Castoldi Dalai, pagg. 288, euro 17)

Franco Basaglia (Venezia, 1924-1980) è il medico che ha rivoluzionato la cura dei malati di mente in Italia, ispirando la Legge 180 del 1978 (detta - appunto - "Legge Basaglia") che ha portato alla chiusura dei manicomi, al riconoscimento dei diritti dei malati psichiatrici e alla stesura delle norme che tuttora regolano l'assistenza psichiatrica nel nostro Paese. Una legge approvata pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro nel portabagagli della Renault rossa parcheggiata in via Caetani a Roma, e pochi giorni prima dell'approvazione della legge 194 sull'aborto.

Il giornalista Oreste Pivetta racconta in questo libro la vita di Basaglia: l'antifascismo, gli studi di Medicina all'Università di Padova, il confronto con i filosofi esistenzialisti e con la fenomenologia, la direzione degli ospedali psichiatrici di Gorizia e Trieste, e la battaglia contro i manicomi, visti come luoghi rimasti ancora fermi a un cinismo positivista e ottocentesco, luoghi di disumanità e di semplice coercizione (attraverso il massiccio utilizzo di strumenti come l'elettroshock) che non curano il folle ma si limitano a nasconderne, e insieme a isituzionalizzarne e a cristallizzarne (peggiorandola) la follia. Una battaglia che si colloca nel quadro più ampio del ventennio 1960-1980, un periodo di profondi rinnovamenti e ripensamenti - nel bene e nel male - dal quale tutto il mondo occidentale uscirà completamente rinnovato (e proprio in quegli anni escono in Francia tutti i grandi testi di Michel Foucault sulla storia della follia, la malattia mentale, la nascita della clinica e la prigione...).


"E' troppo facile all'establishment psichiatrico definire il nostro lavoro come privo di serietà e di rispettabilità scientifica. Il giudizio non può che lusingarci, dato che ci accomuna finalmente alla mancanza di serietà e di rispettabilità da sempre riconosciuta al malato mentale e a tutti gli esclusi" (Franco Basaglia, L'istituzione negata, 1968)

martedì 3 luglio 2012

Dalla vita degli oggetti




"Ciò che pesa troppo / e trascina in basso / che fa male come il dolore / e brucia
come uno schiaffo, / può essere pietra / o àncora"


Adam Zagajewski, "Dalla vita degli oggetti" (Adelphi, pagg. 240, euro 20)

Antologia del poeta polacco Adam Zagajewski (Leopoli, 1945), considerato uno dei maggiori poeti viventi, Czeslaw Milosz Prize 2008, Premio Europeo di Poesia 2010, da anni tra i supefavoriti al Nobel per la Letteratura. Oggi Zagajewski insegna Letteratura all'Università di Chicago e vive tra Cracovia e gli Stati Uniti. Di lui era giù uscito in Italia, nel 2007, "Tradimento" (sempre per Adelphi). Questa è la prima raccolta in lingua italiana con il meglio di tutta la sua produzione poetica (tra il 1983 e il 2005).


"Cos'è il silenzio di questa notte se i vulcani / hanno gli occhi spalancati e il passato / è presente, minaccioso, e spunta dalla tana / come la luna o l'arbusto di un ginepro? / Sono fresche le tue labbra e sarà fresca l'aurora, / telo gettato su una fronte che scotta"

Gli autonauti della cosmostrada



"Dedichiamo questa spedizione e la sua cronaca a tutti gli svitati del mondo, specialmente a quel gentiluomo inglese di cui non ricordiamo il nome e che nel diciottesimo secolo percorse la distanza da Londra a Edimburgo camminando all'indietro e intonando inni anabattisti"


Julio Cortázar e Carol Dunlop, "Gli autonauti della cosmostrada. Ovvero un viaggio atemporale Parigi-Marsiglia" (Einaudi, pagg. 374, rilegato, immagini, euro 21)

Julio Cortázar (1914-1984) è un importante scrittore argentino naturalizzato francese, sepolto a Parigi nel cimitero di Montparnasse, amato da Borges e da Neruda (quest'ultimo, tra l'altro, ha scritto: "chi non legge Cortázar è spacciato. Non leggerlo è una malattia molto seria e invisibile, che col tempo può avere conseguenze terribili"). Carol Dunlop (1946-1982), scrittrice e fotografa, è la moglie di Cortázar.
Siamo nel mese di maggio del 1982. Cortázar e la moglie (sposati da soli tre anni) sanno entrambi di essere gravemente malati (lei morirà alla fine dello stesso 1982, Cortázar due anni dopo). Ma hanno in mente un'ultima sfida, un ultimo viaggio - "tra il folle e il surreale" - da compiere insieme prima di morire: percorrere i circa ottocento chilometri dell'Autoroute, l'autostrada che taglia in due la Francia da Parigi a Marsiglia, fermandosi in tutte le 65 aree di sosta al ritmo di due al giorno (fermandosi nella seconda a dormire), mettendoci un mese (senza mai uscire dall'autostrada) a percorrere un tragitto che di solito viene fatto in una decina di ore, e scrivendo nel frattempo un "diario di bordo" a quattro mani. Mezzo di trasporto: un classico pulmino Wolkswagen rosso, il  Fafner (è uno dei giganti, poi trasformato in drago, dell' "Anello del Nibelungo" di Wagner) dei due autonauti (Carol "l'Orsetta" e Julio "il Lupo"). Un viaggio a passo di lumaca che ribalta l'idea di autostrada, abitualmente intesa come "non-luogo da attraversare il più velocemente possibile per arrivare a destinazione (a Sud, al mare, alle vacanze)". L'autostrada diventa una "cosmostrada" da esplorare, da studiare con lo spirito del viaggiatore, dell'esploratore e dell'antropologo. E iniseme il teatro di un'ultima - stranissima e "atemporale" - luna di miele. Il diario di bordo scritto a quattro mani durante i trentatrè giorni passati ininterrotti in autostrada esce oggi per la prima volta in traduzione italiana, accompagnato dalle fotografia scattate da Cortázar e dalla moglie Carol.