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mercoledì 20 febbraio 2013
Jonathan Lethem. L'estasi dell'influenza
Jonathan Lethem, "L'estasi dell'influenza- Non-fiction, etc." (Bompiani, pagg. 624, euro 23)
Corposa raccolta di saggi su letteratura, musica e cinema dello scrittore americano Jonatham Lethem ("La fortezza della solitudine", "Oggetto amoroso non identificato", "Ragazza con paesaggio", "Chronic City" ...)
Quale è il ruolo dello scrittore – se ha un ruolo – nella cultura contemporanea? Quello della termite o quello dell’elefante? La termite “procede incessantemente a mangiucchiare i suoi confini e, nella metà dei casi, lascia alle proprie spalle segni di un’alacre, industriosa e rudimentale attività”. Gli elefanti bianchi si sentono “obbligati ad aggirarsi con fare autorevole, disdegnando ogni occasione di giocosità e distrazione, irrigidendosi in un encausto di spocchia nell’attesa che la giusta giovane termite, che aspira a essere elefante, cominci a sparare loro con un fucile da caccia grossa.” Naturalmente i due modelli – la termite e l’elefante – possono sovrapporsi e incrociarsi, anche in uno stesso scrittore e persino nello stesso Jonathan Lethem. Ma non c’è dubbio che – nonostante qualche legittima aspirazione all’elefantismo bianco – Lethem in questa raccolta di saggi – definita “una specie di autobiografia”,– mostri una passione spiccata per il termitismo, senza celare una certa fascinazione per qualche sporadico elefante. Perché le termiti agiscono “là dove latita il riflettore della cultura”; “possono essere testardi, sciuponi, ostinatamente autoreferenziali, impegnati a fare arte in perdita senza curarsi di quel che ne viene”.
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