martedì 31 gennaio 2012

Rom. Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto

"Rom, genti libere. Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto" di Santino Spinelli (Dalai editore, pagg. 386, prefazione di Moni Ovadia, euro 17,50).
Santino Spinelli in arte Alexian, Rom italiano, musicista, compositore, poeta, attore e docente di Lingue e Processi Interculturali (Lingua e cultura romanì) all'Università di Chieti, racconta in questo suo libro il mondo dei Rom, la storia del suo popolo dalle antiche origini indoariane e asiatiche alle discriminazioni e alle difficoltà in epoca moderna e contemporanea, i dati numerici, la struttura sociale, i valori dominanti e l'economia, la famiglia, il matrimonio e l'educazione, la lingua romanì, la fede e la morte, l'arte, la musica, il canto, la danza, il teatro, i personaggi famosi, la situazione istituzionale e politica dei Rom.
"Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come sinonimo di 'zingari', mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi etnici (oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione romanì.
(...) Appartengono alla popolazione romanì celebri attori come Michael Caine, Bob Hoskins, Yul Brynner, Rita Hayworth, il calciatore Michael Ballack, professori di prestigiose università, persino un Premio Nobel (Schack August Steenberg Krogh, Nobel per la medicina nel 1920), un Principe (Stefan Razvan, governatore di Moldavia nel 1595), un Presidente della Repubblica (Juscelino Kubitschek de Oliveira, Presidente del Brasile dal 1956 al 1961), e un Beato (Ceferino Giménez Malla, detto El Pelé, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1997)"

sabato 28 gennaio 2012

Cento micron

"Cento micron" di Marta Baiocchi, editore Minimum Fax, pagg. 290, euro 11. "Il primo grande romanzo italiano sulla bioetica".
Eva ha quarant’anni, fa la biologa e lavora in un dipartimento all’università che la costringe a scontrarsi con la desolante situazione della ricerca in Italia. Bibi è una sua ex compagna di scuola, figlia unica di una ricca famiglia romana che in passato con l’aiuto di Eva si è rivolta a una clinica per la fecondazione assistita. Il tentativo di inseminazione non era riuscito e adesso, rimasta vedova e definitivamente sterile, non può più procreare in modo naturale. Ma Bibi vuole un figlio a tutti i costi, anche se la legge italiana non le consente di impiantarsi gli embrioni già fecondati. Dopo che il tentativo di corrompere il direttore della clinica fallisce, Bibi viene a sapere che i suoi embrioni sono misteriosamente spariti. Sulle tracce della verità, Eva e Bibi scopriranno l’esistenza di un traffico internazionale di embrioni, finalizzato alla sperimentazione clandestina, che attraverso la Svizzera le porterà fino in un paese asiatico senza leggi né limitazioni dove avvengono esperimenti con esiti incredibili.

venerdì 27 gennaio 2012

L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo

"L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo" di Alessandro Marzo Magno (Garzanti, pagg. 222, euro 22).
"Dov'è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller?
La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia.
Nella grande metropoli europea – perché all'epoca solo Parigi, Venezia e Napoli superavano i 150.000 abitanti – hanno visto la luce anche il primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là dell'Atlantico. Venezia era una multinazionale del libro, con le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare in qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell'intera Europa.
Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, céco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi in tutto il mondo. Aldo Manuzio è il genio che inventa la figura dell'editore moderno. Prima di lui gli stampatori erano solo artigiani attenti al guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Manuzio si lancia in progetti a lungo termine e li cura con grande attenzione: pubblica tutti i maggiori classici in greco e in latino, ma usa l'italiano per stampare i libri a maggiore diffusione. Inventa un nuovo carattere a stampa, il corsivo. Importa dal greco al volgare la punteggiatura che utilizziamo ancora oggi: la virgola uncinata, il punto e virgola, gli apostrofi e gli accenti. Dalla sua tipografia escono il capolavoro assoluto della storia dell'editoria, il Polìfilo di Francesco Colonna (1499), ma anche il bestseller del Cinquecento, il Cortegiano di Baldassar Castiglione, il libro-culto della nobiltà europea.
Alessandro Marzo Magno racconta l'avventura imprenditoriale e culturale della prima industria moderna. Perché nei primi magici decenni del Cinquecento a Venezia si inventa quasi tutto ciò che noi conosciamo del libro e dell'editoria. La Serenissima resterà la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di stampa un pericolo, non riuscirà a imporre la censura dell'inquisizione. Pietro Aretino, prima star dell'industria culturale e prototipo degli intellettuali italiani, da idolo delle folle diventerà un reietto. E la libertà di stampa cercherà nuovi rifugi nell'Europa del Nord".

giovedì 26 gennaio 2012

L'unico scrittore buono è quello morto

"L'unico scrittore buono è quello morto" di Marco Rossari, edizioni e/o, pagg. 226, euro 16,50. "Una parodia per aspiranti scrittori e lettori sgamati (...). Un libro per tutti quelli che vogliono scrivere e per chi questi ultimi li farebbe fuori volentieri, ma anche un grande atto d'amore per la forza della scrittura".
"Parola di scrittore / 1. Io non scrivo, io pubblico. C'era uno scrittore che scriveva solo cose vere, ma tutti gli chiedevano cosa c'era di inventato. Non appena passò a scrivere cose inventate, tutti cominciarono a chiedergli cosa c'era di vero".
"Parola di scrittore / 2. Io non pubblico, io scrivo. C'era uno scrittore che, ancora prima di concepirlo, scriverlo e pubblicarlo, aveva dedicato il libro alla fidanzata. 'L'ho dedicato a te, amore' le disse. 'Davvero zuccherino?' domandò lei, commossa. E vissero per sempre felici e inediti".
"Parola di scrittore / 3. Io non scrivo, io vivo. C'era uno scrittore che aveva letto un solo libro, il suo. E gli era bastato".
"Parola di scrittore / 4. Io non vivo, io scrivo. C'era uno scrittore che considerava la letteratura finita, anche perché non leggeva mai un libro".

mercoledì 25 gennaio 2012

La società eccitata

"La società eccitata. Filosofia della sensazione" di Christoph Türcke (Bollati Boringhieri, pagg. 352, euro 43).
"Alla fine, ecco il sensazionale. Dovrebbe essere raro, oltre che sconvolgente. Ma quell'emozione che fa sobbalzare, quel fremito che magnetizza, quell'eccitamento da clamore non costituiscono l'oltranza che, ogni tanto, viene a sovvertire il nostro pacato assetto percettivo. Sono la dismisura a cui noi, esseri umani senzienti, siamo ormai assuefatti. Se tutto il visibile e tutto l'udibile alimentano il notiziabile, e la logica stessa dell'informazione impone di impressionare per mezzo di stimoli sempre più forti, la soglia di ciò che eccita il nostro sensorio non smetterà di spostarsi in avanti. L'eccitabilità assurge dunque a decisivo imperativo sociale, motore di un'industria sia dell'immateriale sia delle merci. Da tempo il sensazionalismo, con il nuovo regime antropologico che ha configurato, è oggetto di riflessione per studiosi della società e filosofi, nonché terreno di elezione per moralisti in vena di astinenza mediatica e ascetismo emotivo. Christoph Türcke ha cercato di ricostruirne il significato, rovesciando il punto di vista da cui finora lo si è preso in esame. Dal suo saggio apprendiamo che tra l'odierno 'far sensazione', ossia destare scalpore, e la sensazione intesa quale atto del percepire - al centro del pensiero moderno - esiste una consustanzialità, e non lo scarto che immagina con sussiego il discorso filosoficamente ben temperato".
La recensione di Guido Vitiello sull'inserto del Corriere della Sera La Lettura: http://www.bollatiboringhieri.it/pdf/RassegnaStampa_2187.pdf

Abolire la proprietà intellettuale

"Abolire la proprietà intellettuale" di Michele Boldrin e David K. Levine (Laterza, pagg. 248, euro 18).
"Quando un innovatore ha l'idea di un nuovo prodotto, ne produce delle copie da mettere in vendita: quelle copie dell'idea sono di sua proprietà esattamente come i suoi calzini e decide lui quante venderne e a che prezzo. La vendita riguarda sempre e solamente le copie: le copie di un'idea si possono vendere, non l'idea stessa. In assenza di monopolio intellettuale, una volta che io abbia venduto volontariamente una copia della mia idea ad altri - per esempio una copia di questo libro - costoro diventano i proprietari di quella copia mentre io serbo la mia idea insieme a tutte le altre copie che ho stampato ma non ancora venduto. Effettuata questa vendita, gli acquirenti possono fare ciò che pare loro più appropriato con le copie della mia idea, nello stesso modo in cui possono fare ciò che pare loro con il tritaghiaccio che avevano comprato ieri da qualcun altro. Senza proprietà intellettuale, in particolare, gli acquirenti di questo libro potrebbero dedicare del tempo e delle risorse per farne delle nuove copie al fine di rivenderle: se ne cambiassero il titolo oppure il nome degli autori o se si lanciassero in qualche inganno fraudolento, si tratterebbe di plagio, non di violazione della proprietà intellettuale; ma se cambiassero la copertina, o perfino se modificassero il testo, inserendo un chiaro riferimento agli autori originali - non verrebbe violato alcun diritto di proprietà."
Qui la recensione su noisefromamerika: http://noisefromamerika.org/recensione/perche-napster-aveva-ragione

martedì 24 gennaio 2012

Magna magna. Partiti S.p.a.

"Magna magna. Come e perché i grandi eventi sono diventati un grande business nazionale a spese dei contribuenti" di Davide Carlucci e Giuseppe Caruso, editore Ponte alle Grazie, pagg. 308, euro 14. Da Italia '90 al Giubileo, l'America's Cup a Trapani (2005), i Mondiali di sci in Valtellina (2005), le Olimpiadi invernali a Torino (2006), i Mondiali di ciclismo a Varese (2008), le malefatte della Cricca 2003-2010, l'Expo 2015 a Milano.
"La formula magica dei comitati d'affari italiani, negli anni della crisi, ormai è una sola: grandi eventi. È così che politici, imprenditori, burocrati e criminali riescono a spillare soldi a uno Stato che toglie a pensionati, studenti e operai, ma trova sempre miliardi di euro da destinare a manifestazioni di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. O quantomeno organizzare senza sprechi. Dalle Olimpiadi invernali di Torino 2006 al prossimo Expo milanese, passando per gli uomini della "Cricca": in un piccolo giro d'Italia, i disastri provocati da comportamenti troppo spesso ignorati dalla pubblica opinione. Mentre nel capoluogo lombardo terreni privati vedono più che decuplicare il loro valore grazie all'Expo del 2015, a Torino si contano gli impianti chiusi e i debiti che dopo i Giochi olimpici hanno portato la città della Mole a diventare il comune più indebitato d'Italia. A Trapani le regate di vela sono l'occasione per far concludere affari d'oro alla mafia e ai suoi sodali, mentre in Valtellina si assiste impotenti di fronte allo scempio ambientale. Non è giunta l'ora di dire basta?".

"Partiti S.p.a." di Paolo Bracalini (Ponte alle Grazie, pagg. 350, euro 14).
"Idrovore che assorbono finanziamenti, possiedono centinaia di immobili, spendono milioni in modo misterioso, creano società per scopi spesso molto distanti dalla politica (il gioco d'azzardo, costruzioni, agenzie turistiche, vendita di biciclette etc.). I partiti sono i veri padroni della cosa pubblica, non solo perché decidono leggi e nomine, ma perché sono ormai piccoli imperi con un potere economico notevole, che viene alimentato dalle istituzioni che sono controllate dagli stessi partiti, in un circolo vizioso inquietante. Si calcola che dal 1994 al 2010 i partiti abbiano ingoiato quasi 3 miliardi di euro di rimborsi elettorali (all'interno del libro il dettaglio della tesoreria su tutti i rimborsi elettorali, dalle regionali alle europee alle politiche). Li chiamano così ma non sono affatto rimborsi, perché le spese elettorali dichiarate da partiti (e verificate dalla Corte dei conti) per lo stesso periodo, ammontano a 579 milioni di euro, quasi un quarto. Il resto? Mancia".

venerdì 20 gennaio 2012

Italiani. Citazioni, aforismi, pensieri sugli abitanti del Belpaese

"Italiani. Citazioni, pensieri, aforismi sugli abitanti del Belpaese", a cura di Livio Frittella (editore Neri Pozza, pagg. 370, euro 13,50).
"Un popolo buono a niente ma capace di tutto" (Leo Longanesi)
"E' ora che gli italiani scendano in piazza contro se stessi" (Aldo Busi)
"Voglio farti ubriacare e tirarti fuori il fegato e metterti un buon fegato italiano e farti ritornare un uomo" (Ernest Hemingway)
"Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre" (Winston Churchill)
"Tranne forse gli animali delle favole di La Fontaine, nessuno è mai stato bravo come gl'italiani nell'arte d'inventare nobili pretesti per eludere i propri doveri e fare i propri comodi" (Fruttero & Lucentini)
"L'Italia, una sterminata domenica" (Vittorio Sereni)
"L'Italia non è democratica nè aristocratica. E' anarchica" (Giuseppe Prezzolini)
"Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia i regimi politici passano. I somari restano" (Indro Montanelli)

Paul Celan Poesie sparse pubblicate in vita

Paul Celan (1920-1970), "Poesie sparse pubblicate in vita" (alcune inedite in italiano), a cura di Dario Borso, con un dipinto di Giosetta Fioroni, con un saggio di Andrea Zanzotto (editore Nottetempo, pagg. 160, euro 8).
"Amore, la mia barca / fa rotta su altri segni. / Venti che a te vieto / gonfiano le mie vele. / Casse per te blindate / invio in mare aperto, / remi che abbandonavo / mi aiutano a guidare. / Reti ben rammendate / ho gettato alla notte - / ma strano, il braccio tuo / lesto scioglie le maglie".
(Paul Celan)
"Celan rappresenta la realizzazione di ciò che non sembrava possibile: non solo scrivere poesia dopo Auschwitz ma scrivere 'dentro' queste ceneri, arrivare a un'altra poesia piegando questo annichilimento assoluto, e pur rimanendo in certo modo nell'annichilimento".
(Andrea Zanzotto)

Il segreto di Copernico

"Il segreto di Copernico. La storia del libro proibito che cambiò l'universo" di Dava Sobel (Rizzoli, pagg. 364, rilegato, euro 18,50).
Quando nel 1503 Copernico lascia l’Italia con la prospettiva di una tranquilla e redditizia carriera ecclesiastica in Polonia, il suo progetto di rifondare l’astronomia è già delineato. Nei suoi appunti, che nutre senza tregua per decenni, ribalta quel che si dice del mondo e degli astri e non ha paura di contraddire scienziati, teologi e filosofi che seguono ostinati il dettato biblico. Ma sono tempi pericolosi per opporsi pubblicamente alle teorie dominanti. Copernico si censura, si confida solo con una manciata di colleghi, evita il proselitismo, teme il ridicolo o peggio. I grandi stravolgimenti a cui assiste – la Riforma protestante, la rivolta dei contadini, la guerra tra Cavalieri teutonici e Turchi ottomani – lo preoccupano, così come il rischio che le conseguenze del suo lavoro di scienziato si ripercuotano sulla sua vita rispettabile di uomo di Chiesa. Poi, il giovane matematico Retico travolge come un ciclone la sua quieta esistenza e lo convince a dare alle stampe – nel 1543, l’anno della sua morte – il De revolutionibus orbium coelestium. Poco più di mezzo secolo dopo, quando il telescopio di Galileo sconvolgerà ulteriormente l’equilibrio dei cieli, i timori di Copernico si avvereranno. Nel 1616 una commissione di undici teologi vota sul sistema copernicano giudicando che un Sole in quiete al centro del mondo è formalmente eretico perché in contrasto con le Sacre Scritture e decretando che l’universo eliocentrico è un’assurdità. Il De revolutionibus viene incluso nell’Indice dei libri proibiti e vi rimane per più di duecento anni. Dava Sobel ricostruisce la genesi di una nuova visione del mondo attraverso la storia dell’uomo che per essa rischiò la reputazione e la vita.

Il predominio dell'Occidente

"Il predominio dell'Occidente. Tecnologia, ambiente, imperialismo" di Daniel R. Headrick (storico, Roosevelt University di Chicago), il Mulino, pagg. 412, rilegato, euro 29. Storia e analisi dell'imperialismo occidentale negli ultimi sei secoli. La conquista degli oceani fino al 1779 (i portoghesi e l'oceano, i viaggi spagnoli, il completamento delle mappe oceaniche,...); gli imperi oceanici in Oriente, 1497-1700 (portoghesi, olandesi e inglesi nell'oceano Indiano, la sfida ottomana, la Cina, il Giappone e gli europei,...); la conquista delle Americhe, 1492-1849 (il primo incontro: i Caraibi, la conquista del Messico, Perù e Cile, Argentina e Nord America, malattie e demografia); i limiti del vecchio imperialismo: Africa e Asia fino al 1859 (l'Africa subsahariana fino al 1830, l'India fino al 1746, la rivoluzione militare, da Plassey in poi, il limite raggiunto: l'Afghanistan e il Punjab, il limite raggiunto: Algeria, 1830-1850, la Russia e il Caucaso,...); l'imperialismo dei battelli a vapore, 1807-1898 (battelli a vapore nel Nord America e nell'Asia meridionale, vie per l'India, la rotta per l'Eufrate e per il mar Rosso, la Gran Bretagna e la Cina, il Nemesis, i battelli a vapore sul Niger, i battelli a vapore e la spartizione dell'Africa,...); sanità, medicina e il nuovo imperialismo, 1830-1914 (la medicina e l'Africa all'inizio del XIX secolo, la scoperta della profilassi chininica, la sanità pubblica a metà Ottocento, scienza e malattie tropicali,...); armi e guerre coloniali, 1830-1914 (la rivoluzione dei fucili, la corsa all'Africa, ...); l'età del dominio dell'aria, 1911-1936 (gli inizi dell'aeronautica, le campagne aeree coloniali, la Gran Bretagna in Iraq, la Spagna nel Rif, l'Italia in Africa,...); il tramonto del dominio dell'aria, 1946-2007 (la Francia in Indocina e in Algeria, gli Stati Uniti nel Vietnam, l'aviazione militare statunitense dopo il Vietnam, la guerra del Golfo, la guerra in Iraq,...).

mercoledì 18 gennaio 2012

I lunghi anni sessanta negli Stati Uniti

"I lunghi anni sessanta. Movimenti sociali e cultura politica negli Stati Uniti" dello storico Bruno Cartosio (cattedra di Storia dell'America del Nord, Università di Bergamo), Feltrinelli, pagg. 402, euro 25. Non solo e non tanto Woodstock, la controcultura e gli aspetti trasgressivi, ma anche e soprattutto Martin Luther King e le lotte antisegregazioniste dei neri del Sud a partire dagli anni Cinquanta, i movimenti di protesta contro la guerra del Vietnam, le manifestazioni contro la discriminazione sessuale e il movimento di massa delle donne, la SDS (Students for a Democratic Society), l'FBI la CIA e la Guerra fredda culturale, ..., fino al 2009, con Barack Obama primo presidente afroamericano degli Stati Uniti.
Un libro contro "le propensioni della pubblicistica a superficializzare gli anni sessanta. (...) Gli Stati Uniti in cui una donna e un nero si sono contesi la candidatura alla Casa Bianca e in cui Barack Obama è stato poi eletto presidente non sono certo quelli di prima degli anni sessanta. (...) Non solo il cambiamento c'è stato, ma decisivi nel provocarlo sono stati i movimenti che hanno lottato per l'abbattimento delle preclusioni nei confronti di tutti coloro che, in modi diversi, erano stati gli esclusi".

La vita segreta di J. Edgar Hoover

"La vita segreta di J. Edgar Hoover" di Anthony Summers (Bompiani, pagg. 841, immagini, euro 14). Protagonista in questi giorni al cinema del bellissimo film di Clint Eastwood, Hoover ha guidato l'FBI per quasi cinquant'anni, dal 1924 al 1972, lavorando per otto presidenti. Il giornalista e biografo inglese Anthony Summers racconta la sua storia e analizza gli aspetti più controversi della sua azione politica e della sua personalità nella vita privata.
"La giustizia è solo un accessorio alla legge e all'ordine" (J. Edgar Hoover, 1968)

sabato 14 gennaio 2012

Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich

"Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich" di Pietro Arienti (editore Bellavite, pagg. 514, euro 18).
I tedeschi in Brianza (polizia e SS, le SS italiane, la Wehrmacht e il presidio del territorio); le formazioni della Rsi sul territorio (la Guardia nazionale repubblicana - Gnr, la Polizia repubblicana e la Legione autonoma 'E. Muti', le Brigate Nere e la X Mas, le Forze Armate della Rsi); i luoghi di detenzione in Brianza (le carceri mandamentali e locali, Monza: la Villa Reale, il Macello e le Carceri); i campi di transito in Italia (San Vittore, Fossoli, Bolzano); i deportati politici (i deportati brianzoli della 3° Gap, partigiani in fabbrica, il gruppo di Mario Michelini, Meda 17 marzo 1994, i fratelli Meregalli, da Nova Milanese a Flossenbürg, la retata di Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Limbiate e Varedo, lo smembramento del Cln di Carate Brianza, i sedici giovani consegnati dalla Brigata Nera di Seregno, ribelli a San Fruttuoso, i medesi della 119ª Brigata Garibaldi internati a Bolzano, donne brianzole nei lager, al seguito di don Achille Bolis, la famiglia Puecher e i suoi amici, sacerdoti nei lager, ...); le deportaioni degli operai dopo lo sciopero del marzo 1944 (lo sciopero delle industrie metallurgiche di Lecco, i deportati brianzoli della Innocenti, Monza 12 marzo 1944: il rastrellamento degli operai, ...); i deportati in quanto renitenti ai bandi della Rsi (il fenomeno della renitenza alla leva in Brianza, Paderno d'Adda: i tre giovani del '22, deportati per il rifiuto di arruolarsi); la shoah in Brianza (l'applicazione delle leggi antiebraiche in Brianza dal 1938 all'8 settembre 1943, gli ebrei stranieri internati nei paesi brianzoli, la grande fuga, gli ebrei sotto la Rsi: la confisca dei beni, la shoa in Brianza: i nomi dei deportati); il caso dei lavoratori coatti (le schede di partenza e le ricevute d'ingaggio, le strutture dedicate al reclutamento, i brianzoli inviati in Germania dal settembre 1943 al gennaio 1944, la precettazione, la chiamata delle classi al servizio del lavoro, il reclutamento forzato nell'estate del 1944, i renitenti come manodopera per l'industria bellica tedesca, Gefangenenaktion: l'invio in Germania dei detenuti delle carceri brianzole, oppositori politici destinati al lavoro coatto, le condizioni di vita in Germania, le rimesse non arrivano, la Rsi costretta a pagare anticipi e sussidi, l'ultimo sforzo di fascisti e Gba per l'invio al lavoro coatto, il rastrellamento di Oggiono, gli operai brianzoli della Pirelli catturati nella retata del 23 novembre 1944, i trasferimenti nel Reich dall'autunno del 1944 alla fine della guerra, i deceduti); indice dei deportati suddivisi per residenza e luogo d'arresto.

Terre di sangue. L'Europa nella morsa di Hitler e Stalin

"Terre di sangue. L'Europa nella morsa di Hitler e Stalin" di Timothy Snyder (storico americano, Università di Yale), Rizzoli, pagg. 594, rilegato, euro 28,50.

"Le famiglie uccidono i più deboli, di solito i bambini, per mangiare la loro carne.
Succedeva in Ucraina, una delle terre che insieme a Polonia, Bielorussia e Paesi baltici ha pagato il prezzo più alto alle sanguinose dittature del Ventesimo secolo. Quando si associa l’idea dello sterminio di massa durante la Seconda guerra mondiale esclusivamente ai campi di concentramento nazisti si commette un errore di prospettiva, perché l’inferno descritto da quelle fotografie, filmati, testimonianze non è l’intera storia. Non è nemmeno l’inizio. Se si allarga lo sguardo verso est si scopre che i terribili anni Trenta e Quaranta europei furono molto di più, e molto peggio: lo sanno gli ucraini, che nel 1932 Stalin decise deliberatamente di affamare, con tre milioni di morti. Lo sanno i russi, che vennero fucilati in settecentomila durante gli anni del Grande Terrore, per poi essere sterminati dai nazisti in seguito all’invasione tedesca. E i polacchi, il cui territorio conteso e devastato divenne quasi un emblema delle smisurate ambizioni di Hitler e Stalin. Ma questi crimini e molti altri consumati tra Berlino e Mosca prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale sono stati a lungo occultati dietro la Cortina di Ferro, e anche in seguito la storiografia ha permesso che la nostra memoria collettiva ne serbasse un’immagine lacunosa e imperfetta".

venerdì 13 gennaio 2012

Dall'eternità a qui. La ricerca della teoria ultima del tempo

"Questo libro parla della natura del tempo, dell'inizio dell'universo e della realtà fisica che ne sta alla base. (...) Gli interrogativi che tocchiamo sono antichi e illustri: da dove vengono lo spazio e il tempo? L'universo che vediamo è unico, o esistono altri 'universi' di là da ciò che possiamo osservare? In che cosa il futuro è diverso dal passato?".

"Dall'eternità a qui. La ricerca della teoria ultima del tempo" di Sean Carroll (Adelphi, pagg. 496, euro 34). Il tempo, l'esperienza e l'universo (il passato è ricordo presente, la mano pesante dell'entropia, l'inizio e la fine del tempo); il tempo nell'universo di Einstein (il tempo è personale, il tempo è flessibile, in tondo nel tempo); entropia e freccia del tempo (il tempo a ritroso, entropia e disordine, informazione e vita, incubi ricorrenti, il tempo dei quanti); dalla cucina al multiverso (buchi neri: i confini del tempo, la vita dell'universo, inflazione e multiverso, la storia futura).

L'arte e il mestiere di tradurre

"La voce del testo, L'arte e il mestiere di tradurre" di Franca Cavagnoli (Feltrinelli, pagg. 210, euro 9,50). La traduttrice Franca Cavagnoli (ha tradotto e curato, ra gli altri, J. M. Coetzee, Nadine Gordimer, Katherine Mansfield, Toni Morrison, V. S. Naipaul) svela regole e trucchi dell'arte di tradurre testi letterari.

"La traduzione è prima di tutto un fare esperienza dell'opera da tradurre e nello stesso tempo della lingua in cui quell'opera è scritta e della cultura in cui è germinata. E subito dopo è un fare esperienza della lingua madre e della propria cultura, che deve accogliere, vincendo ogni possibile resistenza, la diversità linguistica e culturale del romanzo o del racconto da tradurre. (...) Il percorso proposto in queste pagine è stato pensato in primo luogo per i lettori forti, per chi (...) è desideroso di accostarsi alla traduzione e di entrare nella sua officina. Ne può trarre inoltre beneficio chi studia traduzione, ma che trova nei corsi di laurea solo nozioni teoriche, senza un lavoro concreto sui testi. Infine mi auguro possa essere di stimolo al recensore che volesse avere qualche spunto in più per valutare la bontà di una traduzione".

Libertini italiani. Letteratura e idee

"L'Italia è piena di libertini e di atei e di gente che non crede in nulla. Tuttavia il numero di coloro che scrivono sull'immortalità dell'anima è pressoché infinito" (Gabriel Naudé).

"Libertini italiani. Letteratura e idee tra XVII e XVIII secolo", a cura di Alberto Beniscelli (Letteratura italiana, Università di Genova), editore Rizzoli Bur, pagg. 918, euro 16,90. Ampia antologia, con ampia introduzione e ricco apparato di note, di testi italiani libertini e anticlericali tra il '600 e il '700. Paolo Sarpi, Giulio Cesare Vanini, Alessandro Tassoni, Secondo Lancellotti, Giordano Bruno, Cesare Cremonini, Antonio Rocco, Traiano Boccalini, Ferrante Pallavicino, Antonio Santacroce, Girolamo Brusoni, Gregorio Leti, Giovanni Girolamo Arconati Lamberti, Salvator Rosa, Arcangela Tarabotti, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Girolamo Cardano, Ludovico Settala, Francesco Pona, Fortunio Liceti, Giovan Battista Marino, Giovan Francesco Biondi, Francesco Fulvio Frugoni, Giovan Francesco Loredano, Giacomo Casanova, Conte di Cagliostro, Ferdinando Galiani, Lorenzo Da Ponte,...
Dei e uomini-la funzione della religione; la critica dei fondamenti religiosi; strategie di comunicazione e pratiche della censura (gazzettieri, librai stampatori); la manipolazione religiosa delle coscienze; la polemica contro la Chiesa Romana; l'astrologia, la metempsicosi, la cabala, l'alchimia; le "arti negre" (esoterismo, profanazione, empietà); la narrazione e la messinscena dell'eros; sulla natura della donna e della puttana; misoginismo e omosessualità; bruttezza, deformità, devianze; la satira; inquisizione, tribunali, torture; la "libertas philosophandi"; probabilismo, deismo, materialismo, ermetismi massonici; teorie e pratiche edonistiche nei salotti; letteratura licenziosa; personaggi- l'esploratore turco, l'impostore, il seduttore empio.

giovedì 12 gennaio 2012

Babilonia. All'origine del mito

"Babilonia era una coppa d'oro in mano al Signore, con la quale egli inebriava tutta la Terra. Così il profeta Geremia evoca il potere e il fascino tentatore di questa antica città, le cui testimonianze echeggiano nella Bibbia e nei classici. (...) Babilonia vive ancora, nell'immaginario collettivo, non come luogo specifico dell'Antichità ma come simbolo atemporale di tutte le perversioni, di lussuria e vizio".

"Babilonia. All'origine del mito" dell'archeologo (università di Genova) Paolo Brusasco (editore Raffaello Cortina, pag. 307, immagini, euro 26). Una storia della mitica città dell'antica Mesopotamia. Babilonia 2012 autopsia di un disastro (il sogno di Saddam Hussein: la rinascita di Babilonia, la base militare alleata Camp Alpha); viaggio a ritroso alla scoperta di Babilonia (gli scavi tedeschi di Koldewey, viaggiatori del Sette-Ottocento alla ricerca della Torre di Babele, la confusione delle prime esplorazioni); Hammurabi, ritratto di un sovrano; la donna babilonese: prostituta, moglie o donna in carriera?; la Babilonia di Nabucodonosor; letteratura, matematica, astrologia, divinazione, medicina babilonesi; le meraviglie di Babilonia (Babilonia e le sette meraviglie del mondo antico, i Giardini Pensili di Babilonia, le leggende di Semiramide e Nitocris, le superdonne costruttrici); la Torre di Babele, la cattività babilonese, Daniele e l'Apocalisse; Babilonia nell'Islam.

martedì 10 gennaio 2012

Information is Beautiful. Capire il mondo al primo sguardo

"Information is Beautiful. Capire il mondo al primo sguardo" di David McCandless (Rizzoli, pagg. 260, euro 19,90). Come capire meglio le notizie attraverso la loro rappresentazione visiva. Information Design, Infografica, informazione grafica: usare grafici statistici, diagrammi e disegni che sostituiscono (quasi)completamente il testo per affrontare e spiegare nel modo più icastico possibile (ancorché, evidentemente, assai superficiale...) i più disparati problemi e fenomeni ("un'immagine vale più di mille parole). Nuova tendenza anglosassone ben rappresentata da questo testo del giornalista e designer inglese David McCandless appena edito in Italia da Rizzoli. Sinistra vs Destra, emissioni di anidride carbonica (chi e che cosa inquina di più), libri che tutti dovrebbero leggere, quali pesci è giusto mangiare, 'genere-logia' della musica rock, colori e cultura, i tormentoni di internet, religioni del mondo, la morte nel XX secolo (chi e che cosa ha fatto più morti nel '900), il riscaldamento globale, obiettivi di Kyoto, i diversi caffè, i più intelligenti, le migliori annate, i rimedi per la sbronza nel mondo, avatar più diffusi, uomini più generosi, nomi femminili più diffusi, nomi maschili più diffusi, campioni di incassi di sempre, tutti i generi di relazione romantica, barba e baffi, diete, tavola periodica, mogli dei dittatori, cercando l'amore online, i condimenti per insalata,....

"Questo libro è nato come un'esplorazione. Sommerso dalle informazioni, ero alla ricerca di un modo che mi consentisse di aggregarle e comprenderle meglio. Perché non visivamente? In un certo senso, oggi viviamo tutti nella dimensione del visivo. Ogni giorno, ogni ora, forse addirittura ogni minuto, guardiamo e assorbiamo informazioni attraverso il web. Siamo costantemente nella rete, a volte ci restiamo intrappolati. Forse quello di cui abbiamo bisogno sono schemi colorati che ci aiutino a navigare: una sorta di moderno atlante. (...) Per la ricerca degli argomenti sono partito dalle mie curiosità, dalle cose che non conoscevo, dalle domande a cui cercavo risposta. Ecco quindi questo libro (...) una miscellanea visiva, una serie di esperimenti volti a rendere le informazioni accessibili e belle. Visualizzate le vostre idee".

La letteratura americana dal 1900 a oggi

"La letteratura americana dal 1900 a oggi" (Einaudi, pagg. 524, euro 28). Ampio dizionario degli autori che hanno segnato la cultura statunitense dall'inizio del '900 ad oggi. Oltre trecento autori statunitensi di narrativa, poesia e teatro, a oguno dei quali viene dedicato un mini-saggio con voce biografica e breve presentazione critica delle opere. Curatori Luca Briasco (americanista e editor di Einaudi Stile libero) e Mattia Carratello (americanista e editor presso Sellerio).
"A partire dalla pubblicazione dell'antologia Americana di Elio Vittorini (1941) la letteratura di là dall'Oceano non ha mai smesso di interessare e di influenzare la cultura italiana. Ma mancava nel panorama editoriale italiano un libro (...) che raccogliesse un amplissimo numero di schede critiche, ordinate alfabeticamente, dedicate a tutti gli autori di rilievo dell'ultimo secolo di letteratura americana; micro-saggi che forniscono gli strumenti critici per muoversi all'interno della vasta cultura letteraria americana".

sabato 7 gennaio 2012

Filosofia dell'umorismo. Origini, etica e virtù della risata

"Filosofia dell'umorismo. Origini, etica e virtù della risata" di John Morreall (editore Sironi, pagg. 272, euro 18). Il rifiuto dell'umorismo e le teorie sull'umorismo nella tradizione filosofica (umorismo, anarchia e aggressività; la teoria della superiorità: l'umorismo come comportamento antisociale; la teoria dell'incongruenza: umorismo e irrazionalità; la teoria del sollievo: l'umorismo come valvola di sfogo; l'opinione di minoranza di Aristotele e Tommaso d'Aquino: l'umorismo come rilassamento giocoso; la teoria del rilassamento di Robert Latta). La psicologia dell'umorismo (umorismo e distacco; l'umorismo come gioco; il riso come segnale di gioco). Evoluzione dell'umorismo (in principio fu il riso; lo schema base dell'umorismo: slittamento cognitivo, divertimento, risata; il valore dell'ilarità). L'estetica dell'umorismo (l'umorismo come esperienza estetica; umorismo e altri modi di godere degli slittamenti cognitivi; tragedia versus commedia: meglio pesante o leggero?; oltre le barzellette: umorismo spontaneo versus umorismo preconfezionato). Ridere al momento sbagliato-l'etica negativa dell'umorismo (otto classiche obiezioni morali; i limiti delle attuali etiche dell'umorismo; un approccio più inclusivo: l'etica del disimpegno; irresponsabilità; impassibilità; pregiudizio). Farsi una bella risata-l'etica positiva dell'umorismo (l'umorismo e le virtù dell'intelletto; l'umorismo e le virtù morali; l'umorismo e il Terzo Reich). Filosofia e commedia (è stato Socrate il primo comico?; l'umorismo e gli esistenzialisti; il Buddha ridente). La saggezza del comico.

"L’umorismo ci insegna che la strategia universale per vivere bene è la versatilità. Di fronte a un certo tipo di 'cattive notizie' non c’è nulla che potremmo fare per migliorare la situazione eccetto che prendere una distanza emotiva e trasformarle, da tragiche a divertenti. Ricordo le parole che Oscar Wilde pronunciò in punto di morte: Questa carta da parati è atroce. Uno di noi due se ne deve andare”.

Il coraggio della verità. L'ultimo corso di Michel Foucault

"Il coraggio della verità" di Michel Foucault (Feltrinelli, pagg. 366, euro 35). Il libro è la trascrizione (finora inedita in Italia, uscita in Francia nel 2009) dell'ultimo corso tenuto dal filosofo francese al Collège de France. Siamo nel 1984. Foucault, già malato, comincia le lezioni soltanto a febbraio (di norma iniziavano a gennaio) e le porta a termine alla fine di marzo. Meno di tre mesi dopo (il 25 giugno) muore. Il corso riprende e approfondisce le analisi condotte l'anno prima nel ciclo di lezioni intitolato "Il governo di sè e degli altri" (per questo il presente volume è sottotitolato come "Il governo di sè e degli altri II"). Concetto fondamentale la parresia (nel pensiero greco, nel Nuovo Testamento, nei Padri della Chiesa, nelle Università medioevali,...), la libertà di "dire tutto", il coraggio di dire e di accettare la verità ("la parresia è il coraggio della verità di colui che parla e si assume il rischio di esprimere, malgrado tutto, l'intera verità che ha in mente; ma è anche il coraggio dell'interlocutore che accetta di accogliere come vera la verità oltraggiosa da lui sentita").

"L'insegnamento al Collège de France obbedisce a regole particolari. (...) La partecipazione ai corsi e ai seminari è del tutto libera; non richiede nè iscrizione nè titoli di studio. Ma neppure gli insegnanti ne rilasciano alcuno. Nel vocabolario del Collège de France si dice che i professori non hanno studenti ma solo uditori. (...) Foucault ha insegnato al Collège de France dal gennaio 1971 fino alla morte, avvenuta nel giugno 1984 - a eccezione del 1977, in cui egli potè beneficiare di un anno sabbatico. Il titolo della sua cattedra era: 'Storia dei sistemi di pensiero'. (...) Nei corsi di Foucault erano disponibili 300 posti, e c'erano 500 persone incollate, che occupavano anche il più piccolo spazio libero. (...) Il pubblico che si recava a seguirli non era solamente avvinto dal racconto che veniva costruito settimana dopo settimana; non era soltanto sedotto dal rigore dell'esposizione; vi trovava anche un tentativo di messa in luce dell'attualità. L'arte di Michel Foucault consisteva nel 'diagonalizzare' l'attualità attraverso la storia. Poteva parlare di Nietzsche o di Aristotele, della perizia psichiatrica nel XIX secolo o della pastorale cristiana, ma il pubblico ne traeva sempre un lume sul presente e sugli avvenimenti che gli erano contemporanei. La potenza particolare di Foucault nei suoi corsi dipendeva proprio da questo sottile incrocio tra erudizione profonda, impegno personale e lavoro sull'avvenimento. (...) Durante gli anni Settanta abbiamo assistito allo sviluppo, e al perfezionamento, dei registratori. La cattedra di Michel Foucault ne fu ben presto invasa. Ciò ha così consentito di conservare i corsi, e taluni seminari".

giovedì 5 gennaio 2012

Epifania

Domani - Epifania - la libreria è chiusa. Sabato (7 gennaio) la libreria è normalmente aperta

Un secolo in dieci giorni

"Un secolo in dieci giorni. Dieci eventi memorabili del Novecento europeo" dello storico e giornalista polacco Konstanty Gebert (Feltrinelli, pagg. 306, immagini, euro 20). Il '900 in dieci capitoli, dieci reportage dal passato, dieci date, dieci eventi emblematici (ma spesso dimenticati), uno per ogni decennio. Vienna, 12 giugno 1908: la parata imperiale per il sessantesimo anniversario di regno di Francesco Giuseppe; Ypres, 22 aprile 1915: si inaugura in battaglia l'uso dei gas letali; Berlino, 31 agosto 1928: la prima dell'Opera da tre soldi di Brecht; Barcellona, 3 maggio 1937: la sconfitta della rivolta anarchica di Barcellona (già raccontata da Orwell in "Omaggio alla Catalogna"); 20 novembre 1941: l'assedio di Leningrado; Roma, 25 marzo 1957: la nascita di MEC (Mercato Europeo Comune) ed EURATOM (Comunità europea dell'energia atomica); Parigi, 24 maggio 1968: il maggio '68 a Parigi; Lisbona, 25 aprile 1975: la Rivoluzione dei garofani e la fine del regime di Salazar; Varsavia, 25 giugno 1983: Varsavia sotto la legge marziale; 25 agosto 1992: l'incendio della biblioteca di Sarajevo.

"Churchill disse una volta che i Balcani producono più storia di quella che sono in grado di consumare. E' vero, ma non c'è da stupirsi: dopotutto i Balcani sono in Europa, un continente che da qualche centinaio d'anni, ormai, soffre di una sovrapproduzione di storia. L'Europa, come tutti i produttori toccati dal flagello dell'abbondanza, esporta questa merce ai quattro angoli del globo, ne inonda gli altri paesi e la vende a prezzi da dumping, soffocando le produzioni locali. Ma ovunque in Europa sono rimasti cumuli di storia indigesta".

mercoledì 4 gennaio 2012

Zen, l'insegnamento silenzioso. Daoismo, l'arte di cavalcare i draghi

"Zen. L'insegnamento silenzioso", Hoepli, pagg. 166, euro 14,90. "Daoismo. L'arte di cavalcare i draghi", Hoepli, pagg. 164, euro 14,90.

"La tradizione daoista è oggetto di numerosi equivoci e solo di recente un rinnovato studio delle fonti, in precedenza trascurate, ha permesso di ricostruire un'immagine del tutto nuova di questa religione. Il volume ripercorre l'evoluzione del Daoismo dal suo mitico fondatore alle varie correnti che ne sono derivate, dalle ricerche alchemiche allo sviluppo delle tecniche di meditazione. Sono inoltre trattati gli aspetti filosofici del Daoismo e il suo rapporto con il Confucianesimo, ma anche i voli mistici verso le stelle, gli elisir a base di cinabro, i talismani e le mappe che indicano la via verso mondi nascosti e meravigliosi. Non sono infine trascurati temi come l'importanza delle donne nella diffusione del Daoismo, i viaggi all'interno del corpo e la ricerca dell'immortalità".

"Lo Zen è senz'altro la tradizione buddhista più nota in Occidente, ma solo negli ultimi decenni un attento lavoro di ricerca scientifica e storiografica ha permesso di superare visioni fino ad allora spesso limitative. Questo volume analizza la storia delle dottrine zen, inquadrandole nel panorama sociale e culturale in cui si sono sviluppate: dalle origini indiane al Chan e ai suoi mitici patriarchi, fino alle grandi figure religiose giapponesi e alle loro scuole. Ogni tradizione è analizzata dalle origini ai nostri giorni, con una particolare attenzione agli sviluppi nella seconda metà del ventesimo secolo e a un approfondimento sul ruolo delle arti e delle lettere. Altri temi trattati degni di menzione sono il sacerdozio femminile, il matrimonio dei religiosi e il dibattito sulle discriminazioni sociali".