Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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giovedì 12 luglio 2012

Della misantropia. Sgalambro




I più alti spiriti, se così vogliamo chiamarli, sono stati misantropi. L'Idea infatti è raggiungibile solo in uno stato di misantropia. Il misantropo non vede più l'uomo, la cui carne detesta, ma l'Idea dell'uomo"


Manlio Sgalambro, "Della misantropia" (Adelphi, pagg. 132, euro 10)


Raccolta di aforismi e di brevi trattati sul tema della misantropia, letteralmente "l'odio verso l'essere umano". L'autore - Manlio Sgalambro (1924- ) - è un filosofo e scrittore siciliano che da trent'anni pubblica per Adelphi e che a partire dal 1994 è coautore dei testi delle canzoni di Franco Battiato.



"Sono così distante da me stesso che nessuno mi vede. Solo solo intravisto"
"Delle cose della natura non si occupava. Chiedeva con disgusto: che vuol dire natura?"
"Dei 'grandi uomini' non si occupava. Non perché li ritenesse piccoli. Ma proprio perché grandi"
"Bestemmiava contro la storia della filosofia: questa disciplina mi ha costretto a occuparmi di Heidegger! A che punto ci porta!"
"Non mi approvo sempre, affermava. Ma quando non mi approvo, mi approvo. Cioè approvo quest'essere che si disapprova"
"Ciò che poteva dire di se stesso lo riteneva del tutto frivolo. Detestava i saggi"
"Una riunione di esseri umani lo faceva sbuffare. Tutto diveniva per lui insopportabile, alterava i suoi nervi. Che mostri, commentava"
"Se sapeste che fatica avere un volto, sospirava"
"Eppure era nato. La cosa lo meravigliava non poco"

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