"Negli anni sessanta credevamo in un mito: che la musica avesse il potere di cambiare la vita della gente. Oggi la gente ha un altro mito in cui credere: che la musica sia soltanto intrattenimento. (...) Suonare e ballare pareva rivestire un valore superiore, trascendente. Allora in molti pensavano che il ballo e la musica potessero rivestire un ruolo fondamentale nel cambiare la struttura della società. Saranno anche stati ingenui, ma erano comunque di gran lunga più interessanti della gente consapevole che sarebbe venuta dopo di loro..."
Stanley Booth, "Le vere avventure dei Rolling Stones" (Feltrinelli, pagg. 528, euro 24)
Il 12 luglio del 1962 i Rolling Stones debuttavano al Marquee Club di Londra. Oggi, per celebrare il cinquantenario, viene ristampato questo testo del giornalista e critico musicale Stanley Booth. Un libro del 1984, da tempo introvabile, a proposito del quale Keith Richards ebbe a dire: "questo è l'unico libro sui Rolling Stones che posso leggere e poi dire: è andata proprio così". Il libro più importante sui Rolling Stones insieme a "Life" dello stesso Keith Richards (pagg. 528, euro 13, disponibile in libreria).
Il libro di Booth racconta la cronaca (vissuta dall'interno in prima persona) del tour americano dell'autunno 1969, alternandola a capitoli che ripercorrono la storia del gruppo dalla sua formazione fino alla tragica morte di Brian Jones (annegato in piscina durante un party) pochi mesi prima dell'inizio del tour. Per larga parte Booth riporta e rielabora i lunghi racconti che ha ascoltato direttamente da Keith Richards, Charlie Watts, Ian Stewart (eliminato per il suo aspetto considerato troppo goffo e sgraziato, poi ripreso come road manager del gruppo e pianista in sala di registrazione), e Shirley Arnold (la fan diventata poi responsabile del fan club).
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