Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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mercoledì 25 luglio 2012

Il tamburo del diavolo. Il mondo dei pastori




Giuseppe Colitti, "Il tamburo del diavolo. Miti e culture del mondo dei pastori" (Donzelli, pagg. 272, euro 30)


"Tamburo del diavolo" è un'espressione utilizzata dai pastori del Cilento per indicare il fragore del tuono che annuncia l'arrivo della tempesta.


Questo libro è il frutto di quarant'anni di studi: lo storico e antropologo Giuseppe Colitti a partire dal 1971 ha intervistato decine di anziani pastori del Sud Italia (principalmente del Vallo di Diano, del Cilento e della Basilicata) arrivando a costruire un archivio orale di oltre 2.300 ore di registrazioni, un'immensa "enciclopedia della tradizione orale e della memoria agropastorale" che viene riassunta e raccontata per la prima volta in un libro.


"C'erano le mandre, cioè si univano dieci, venti contadini, secondo le zone, e a turno si portava il latte per dieci giorni presso Tizio, per dieci, dodici giorni presso Caio... Quando un contadino aveva una perdita, gli moriva una mucca, i componenti della mandra cercavano di alleviargli il danno, comprando parte della mucca morta. (...) Ma c'era anche tanta violenza: le contese per il pascolo si risolvevano spesso a colpi d'ascia e chi soccombeva finiva spesso con la testa mozzata abbandonato in un dirupo"


"I pastori, venduti bambini ai 'galantuomini' come garzoni dall'8 settembre al 15 agosto di ogni anno, sottoposti a ogni tipo di vessazione, adusi alla durezza dei rapporti personali, alla convivenza con gli animali e con le forze della natura ma anche alle dolcezze della musica (la zampogna e la ciaramella 'strumenti di Dio'), loro che erano stati briganti e vittime, avendone la possibilità fuggivano da quel mondo fatto di fame, fatica, maltrattamenti, l'unico che avevano conosciuto fino ad allora. Nella terza decade dell'Ottocento nel solo circondario di Sala Consilina erano censite quasi 50 mila tra pecore e capre. Nello stesso periodo, in appena un decennio, andarono via oltre 22 mila persone, un terzo della popolazione, in percentuale il tasso più elevato d'Italia. Il dissanguamento, dopo la pausa del fascismo, riprese nel dopoguerra. 'Lasciavano le pecore e se ne andavano in America', dice un pastore. In Germania, in America, del nord e del sud. Nessuno di loro mostra rimpianti per la vita di una volta"

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