Michio Kaku, "Fisica del futuro. Come la scienza cambierà il destino dell'umanità e la nostra vita quotidiana entro il 2100" (Codice edizioni, pagg. 430, euro 29).
Il fisico Michio Kaku (insegna fisica teorica alla City University di New York) raconta quali saranno le più importanti invenzioni e scoperte scientifiche e tecnologiche da qui al 2100, e immagina come sarà la nostra vita (la vita dei n...ostri nipoti e bisnipoti...) tra un secolo. Il futuro dei computer, il futuro dell'intelligenza artificiale (macchine, robot), il futuro della medicina, la nanotecnologia, il futuro dell'energia (energia dalle stelle), il futuro dei viaggi spaziali (verso le stelle), il futuro della ricchezza e della sua distribuzione nel mondo (vincitori e vinti), una giornata tipo nel 2100. Che cosa succederà nei prossimi cento anni?
"Questo libro si basa sulle interviste con più di trecento fra i migliori scienziati del mondo, cioè quelli che lavorano nella ricerca d'avanguardia. (...) Per capire fino in fondo quanto sia difficile predire i prossimi cento anni dobbiamo immaginare le difficoltà che i cittadini del 1900 potevano avere nel figurarsi il mondo del 2000. All'Esposizione Colombiana Mondiale di Chicago del 1893 venne chiesto a 74 individui di una certa notorietà di predire che genere di vita avrebbero vissuto le persone nei successivi cento anni. Il loro primo errore fu sottovalutare il ritmo del progresso scientifico. (...) Inoltre fu del tutto trascurato il prossimo avvento dell'automobile. Il ministro delle poste John Wanamaker affermò che anche nei successivi cento anni la corrispondenza statunitense sarebbe stata distribuita da diligenze e corrieri a cavallo. (...) Tale sottovalutazione della scienza e del suo potere innovativo si estendeva anche all'ufficio brevetti. Nel 1899 Charles H. Duell, sovrintendente dell'ufficio brevetti degli Stati Uniti, affermò che ormai 'tutto ciò che poteva essere inventato è già stato inventato'. Talvolta persino gli esperti di determinati campi non riuscivano a cogliere ciò che stava nascendo proprio sotto i loro occhi. Nel 1927, ovvero in piena epoca del cinema muto, Harry M. Warner, uno dei fondatori della Warner Brothers, sbottò: 'chi diavolo mai vorrebbe sentire parlare gli attori?'. Dal canto suo Thomas Watson, ex presidente dell'Ibm, nel 1943 dichiarò che 'sul mercato mondiale c'è forse spazio per cinque computer'. (...) Nel 1903 il New York Times dichiarò che le macchine volanti erano una perdita di tempo, e questo appena una settimana prima che i fratelli Wright riuscissero finalmente a far decollare il loro aeroplano in quel di Kitty Hawk, nella Carolina del Nord. (...) Tutte le previsioni, salvo rare eccezioni, hanno sempre sottovalutato il progresso tecnologico"
Nessun commento:
Posta un commento