VENDITA LIBRI, CD, DVD, VINILI, BLU RAY / bonus 500 euro CARTA DEL DOCENTE e 18enni 18 APP / SPEDIZIONI DI LIBRI IN TUTTA ITALIA / Libreria Torriani di Luigi Torriani. La Libreria di Canzo, la Libreria del Triangolo Lariano Canzo (COMO), via Brusa 6/8 Tel. 031670264 / Cell. 3488227468 / Mail libreria.torriani@gmail.com ORARIO: APERTO DA MARTEDÌ A SABATO DALLE 9.00 ALLE 12.30 E DALLE 15.00 ALLE 19.30 / CHIUSO DOMENICA E LUNEDÌ
Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)
giovedì 28 febbraio 2013
Benedetto XVI
Joseph. M. Kraus, "Il perché di una scelta. Le parole di Benedetto XVI" (Fanucci, pagg. 128, euro 6, saggio sul significato e le implicazione della scelta dell'abdicazione da parte di Benedetto XVI)
Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, "L'eredità dell'amore. Essere cristiani oggi" (Piemme, pagg. 170, rilegato, euro 15, antologia di scritti di Benedetto XVI sulla Chiesa e sul significato dell'essere cristiani nel mondo d'oggi)
Massimo Franco. La crisi dell'Impero Vaticano
Massimo Franco, "La crisi dell'Impero Vaticano. Dalla morte di Giovanni Paolo II alle dimissioni di Benedetto XVI: perché la Chiesa è diventata il novo imputato globale" (Mondadori, pagg. 150, rilegato, euro 17,50)
Le clamorose dimissioni di Benedetto XVI avvengono alla fine di una lunga sequenza di scandali che hanno travolto il Vaticano dalla morte di Giovanni Paolo II a oggi. Un Vaticano spinto quasi a forza dalla parte opposta di un simbolico confessionale. Costretto a difendersi, a confessare "peccati" veri e presunti. E non solo davanti a se stesso ma anche ai suoi fedeli disorientati, al tribunale dell'opinione pubblica occidentale e a quello delle istituzioni finanziarie internazionali. La Chiesa, "maestra di vita" per antonomasia, rischia di essere confinata dalla propria crisi di identità nella posizione scomoda e inedita di "imputato globale".
Gli scandali e i veleni che hanno toccato alcune delle persone più vicine a Benedetto XVI sono dunque percepiti come il sintomo di una decadenza allarmante. Al punto che fra gli avversari si parla del Vaticano come di un "secondo Cremlino", destinato alla stessa rovinosa caduta dell'impero sovietico dopo la guerra fredda.
Massimo Franco analizza le cause profonde e le implicazioni di un affanno emerso con il tramonto della Seconda Repubblica berlusconiana, legata alle gerarchie ecclesiastiche da una lunga alleanza di fatto: una stagione da cui il cattolicesimo politico riemerge diviso e debole, dopo avere cercato invano di ricompattarsi.
A colpire sono soprattutto le conseguenze mondiali della crisi dell'"impero" del papa. Le lotte di potere, le soffiate dei "Corvi", le manovre all'interno dei palazzi apostolici mostrano l'intreccio fra politica italiana e dinamiche globali.
La tormentata metamorfosi dello Ior, l'Istituto di credito vaticano, rimanda così non solo ai conflitti interni ma anche ai "Patti lateranensi del XXI secolo" fra la Chiesa e i "sacerdoti" del potere bancario nel mondo. Perfino nell'emergenza economica europea affiora una polemica a sfondo religioso: i Paesi protestanti del Nordeuropa oppongono le proprie virtù di rigore finanziario alle nazioni mediterranee a maggioranza cattolica, viste come debitrici inaffidabili perché rispecchiano "una Chiesa che assolvendo troppo facilmente assolve se stessa".
A questo si affiancano i rapporti non facili della Santa Sede e dei vescovi americani con l'amministrazione Obama sui temi etici, dopo le ferite parzialmente rimarginate dello scandalo della pedofilia; e gli attacchi sistematici contro le comunità cristiane in un Nordafrica dove le "primavere arabe" stanno approdando a una minacciosa deriva musulmana.
Sono le coordinate di una transizione epocale, che la Chiesa cattolica cerca di governare ma spesso finisce per subire. "Dentro la Città del Vaticano" scrive Massimo Franco "si stanno consumando la fine di un modello di governo e di una concezione del papato; e la decadenza di una nomenklatura ecclesiastica che rischia di passare alla storia con un carico di responsabilità maggiori rispetto a quelle che realmente ha a livello individuale."
mercoledì 27 febbraio 2013
James Finch. Storia dell'ingegneria
James Kip Finch, "Storia dell'ingegneria. Dall'antico Egitto al Novecento" (Odoya, pagg. 416, euro 20)
Torna nelle librerie questo importante testo di storia dell'ingegneria del 1960 (in Italia era già uscito all'epoca, nel 1962, per l'editore Sansoni). L'autore, James Kip Finch (1883-1967), è un ingegnere americano, docente di Ingegneria Civile alla Columbia University, preside della facoltà di Ingegneria della stessa università, e direttore della Società americana degli ingegneri civili.
Il libro ripercorre l'evolversi della figura dell'ingegnere dall'antichità fino alla metà del XX secolo:il ministro dei lavori dell'antico Egitto, i capicostruttori della Mesopotamia, l'architekton greco, i costruttori romani dell'epoca repubblicana, l'architectus dell'Impero romano, l'ingeniator medievale, gli artisti-architetti-ingegneri del Rinascimento italiano, l'era dei libri e degli orizzonti allargati, la rinascita dell'ingegneria in Francia, gli ingegneri francesi del XVIII secolo, i pionieri dell'ingegneria inglese, gli ingegneri europei dell'era vittoriana, l'ingegneria civile americana nel XIX secolo, l'ingegnere minerario americano, l'ingegneria meccanica nel XIX secolo, la nascita dell'ingegneria elettrotecnica, gli ingegneri chimici, potenza e macchine, costruzioni, ingegneria scienza e progresso.
L'uomo più strano del mondo. Vita di Paul Dirac
"Nei periodi in cui la forza di carattere era frequente, lo era sempre anche l'eccentricità; e la sua presenza in una società è generalmente stata proporzionale a quella del genio, del vigore intellettuale, e del coraggio morale. Il fatto che oggi così pochi osano essere eccentrici indica quanto siamo in pericolo"
(John Stuart Mill)
Graham Farmelo, "L'uomo più strano del mondo. Vita segreta di Paul Dirac, il genio dei quanti" (Raffello Cortina, pagg. 704, euro 43)
Paul Dirac (1902-1984), detto “il taciturno”, era una figura dalle mille contraddizioni: impacciato nella conversazione e mirabile nell’esposizione scientifica, timido con le donne e insieme capace di lasciarsi attrarre dal fascino femminile, rigoroso con colleghi e studenti e intanto appassionato di Topolino, freddo “come un ghiacciolo”, ma anche pronto a battersi fino all’ultimo in difesa dei propri amici. Questo era “il fisico più bizzarro del mondo”, colui che ha ricostruito l’intero edificio della meccanica quantistica, ha “inventato” l’antimateria prima di qualsiasi conferma sperimentale, ha ripensato insieme la fisica del molto grande e del molto piccolo aprendo nuovi orizzonti nella comprensione dell’Universo. E tutto ciò, come lui stesso amava ripetere, “lasciandomi prendere per mano dalla matematica”.
sabato 23 febbraio 2013
La rovina di Mrs Robinson
Kate Summerscale, "La rovina di Mrs Robinson. Storia segreta di una donna vittoriana" (Einaudi, pagg. 274, rilegato, euro 19)
Londra, 1857. Davanti al neonato Tribunale per i divorzi civili compaiono i legali di Henry Robinson, facoltoso e gretto ingegnere di Edimburgo, che sostiene di essere stato tradito dalla moglie Isabella con un altro uomo, il dottor Edward Lane. La vicenda è una storia vera, raccontata dall'autrice sulla base di documenti dell'epoca.
L'unica prova che viene consegnata al giudice è un diario in cui compaiono gli struggimenti di Isabella per un medico molto più giovane di lei, stimato precursore dell'idroterapia, il cui stabilimento termale veniva frequentato fra gli altri da Charles Darwin. Così, anche se la lettura di alcuni brani non chiarisce cosa sia successo veramente, solo un miracolo potrebbe far desistere un tribunale presieduto da tre giudici anziani e conservatori dal condannare la donna.
Una donna che per di più dimostra di avere, secondo gli studi frenologici del tempo, l'organo della Amatività eccessivamente sviluppato e quello della Venerazione di dimensioni assai ridotte. Una donna che descrive nel suo diario comportamenti considerati così licenziosi da far allontanare il pubblico femminile dall'aula del tribunale quando vengono letti stralci del suo diario. Il verdetto sembra scontato, ma ecco il colpo di scena: i legali del dottor Lane escogitano una linea difensiva. Isabella è affetta da un "disturbo uterino", un'agitazione patologica che allude alla sua accentuata sensualità (ninfomania, erotomania) e il diario in questione non è che una "prova di romanzo" in cui i fatti, per quanto realistici, non sono da considerarsi reali. Isabella, insomma, viene disegnata come una sorta di Madame Bovary (negli stessi anni in Francia veniva pubblicato il libro di Flaubert) che confonde realtà e immaginazione e che è in grado di stimolarsi anche solo con le parole. Isabella si umilia e si sacrifica, e il "ritorno del rimosso" è ancora per qualche anno scongiurato.
Cd novità
Cd, le novità in libreria:
- Nick Cave & The Bad Seeds, "Push The Sky Away" (euro 16,90)
- The Wayne Shorter Quartet, "Without a Net" (euro 18,90)
- Carlo Bergonzi, "Giuseppe Verdi 31 Tenor Arias (3 cd, euro 19,90)
http://www.youtube.com/watch?v=fymChgeO00g
http://www.youtube.com/watch?v=hap1IL09ggg
http://www.youtube.com/watch?v=D8FYH4dzi4A
Dvd James Bond Bond 50
Dvd, novità in libreria:
- Cofanetto "Bond 50" (tutti i 23 film di James Bond incluso Skyfall, euro 129,90)
- Cofanetto Daniel Craig (Casino Royale-Quantum of solace-Skyfall, euro 29,90)
- Skyfall (euro 17,90)
venerdì 22 febbraio 2013
Erasmo da Rotterdam. Adagia
Erasmo da Rotterdam, "Adagia di guerra, pace, saggezza, follia" (Sellerio, pagg. 804, euro 26)
Per diversi decenni, Erasmo da Rotterdam (1466-1536) raccolse proverbi e detti provenienti dalla cultura classica, soprattutto greca. Ne individuava la fonte, gli autori che li avevano utilizzati, le variazioni registrate nel corso del tempo, la capacità di sopravvivenza; ne commentava infine il significato e le varie interpretazioni. Sono i celebri Adagia: un remoto preannuncio di enciclopedismo illuministico. In Erasmo l’esame filologico diventa critica dei motivi civili dei suoi tempi, e i suoi tempi diventano lo specchio di un’umanità universale da osservare con occhio tollerante e acuto. Così gli Adagia costituiscono i frammenti di una meditazione antropologica e morale di spessore filosofico, da contrapporre, come un muro di difesa, alla stupidità e alla crudeltà dei tempi.
"Gli Adagia" – scrive il curatore – "appaiono un arsenale della parola. La parola può appunto contrastare la brutalità e la guerra, può alleviare la pazzia diffusa e trasformarla in sapienza. Raccogliere motti, parole, frasi è lo strumento di difesa di cui l’umanista spera di potersi servire per illuminare il mondo. In questo, si può dire, gli Adagia sono un libro accostabile alla grande tradizione novellistica tardomedievale e umanistica, che a sua volta traeva ispirazione dalle raccolte aneddotiche del passato. Il lavoro di Erasmo è forse il più efficace anello di congiunzione tra tradizione e modernità. Una sintesi non ovvia e non facile, che appare assolutamente speculare allo spirito dei tempi in cui Erasmo visse e dei tempi che seguirono alla sua lezione: tempi di divisioni profonde e di spargimenti di sangue; tempi di proibizioni e censure, di guerra mossa dall’ortodossia ai libri cosiddetti nocivi e alla libera circolazione delle idee".
Degli oltre quattromila commenti che compongono l’opera erasmiana nella sua interezza, sono stati rintracciati in questa antologia come filo conduttore gli aforismi che hanno come tema la guerra e la pace, la saggezza e la follia, in un accorpamento improntato all’ispirazione di chi scrisse l’Elogio della Follia.
Bertrand Levergeois. Giordano bruno
Bertrand Levergeois, "Giordano Bruno" (Fazi, pagg. 576, euro 18,50)
Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno viene bruciato vivo sulla pira dell’Inquisizione in Campo de’ Fiori. All’indomani delle guerre di religione francesi tra cattolici e protestanti, impegnata a sostenere l’imponente trasformazione della Controriforma, la Chiesa di Roma non perdona al Nolano la sua insubordinazione.
Domenicano di formazione, quando rompe con l’ordine lascia l’Italia e si dà a un avventuroso pellegrinaggio da esule. A Ginevra si oppone ai calvinisti che lo scomunicano. A Parigi seduce con l’arte della memoria Enrico III e ne conquista la protezione. In Inghilterra scandalizza sia i dottori di Oxford che i puritani. Una terza scomunica arriva dai luterani tedeschi. Irriducibile per la sua epoca, Bruno segna una svolta nella storia del pensiero occidentale e si impone come uno dei più importanti filosofi del XVI secolo. Questo “cavaliere errante del sapere” assimilò Aristotele, che criticava, San Tommaso, Cusano, Marsilio Ficino e li integrò in una visione cosmica in cui, a partire da Copernico, ipotizza l’esistenza di un universo infinito, popolato da innumerevoli mondi, in sorprendente analogia con le più recenti teorie cosmologiche. Non meno paradossale fu in campo teologico: predica la decristianizzazione pur sostenendo il potere e gli interessi della Chiesa cattolica. Antiumanista, insorge contro i grammatici e le loro presunte verità. Si fa pittore e poeta. Dalla matematica alla magia, passando dalla scoperta dell’America, rimette in discussione tutto ciò che sembra già acquisito. Bertrand Levergeois abbatte i luoghi comuni su Giordano Bruno, restituendoci la contemporaneità del suo pensiero e la sua singolarità di “filosofo pronto a morire per le sue idee”.
Aldo Nove. Mi chiamo...Mia Martini
Aldo Nove, "Mi chiamo..." (Skira, pagg. 130, rilegato, euro 14)
Mia Martini racconta, in prima persona, la sua travagliata esistenza poche ore prima di morire. Da quel letto di uno squallido appartamento di un piccolo paese della provincia di Varese, dove cercava di fuggire dalle dicerie infamanti che la perseguitavano e da cui non si è mai più ripresa. Aldo Nove, con un linguaggio secco e poetico, ripercorre la vita di una grande e sempre più popolare artista, amata in tutto il mondo eppure odiata da uno star system che ne ha fatto un capro espiatorio. "Mi chiamo..." è, volta in narrativa, la voce di una cantante che ha voluto abbracciare il mondo intero con la sua arte e che il destino ha reso per sempre infelice, per sempre famosa, per sempre grande.
Antonio Moresco. La lucina
Antonio Moresco, "La lucina" (Mondadori, pagg. 168, euro 10)
Lontano da tutto, tra i boschi, in un vecchio borgo abbandonato e deserto, un uomo vive in totale solitudine. Ma un mistero turba il suo isolamento: ogni notte, sempre alla stessa ora, il buio è improvvisamente spezzato da una lucina che si accende sulla montagna, proprio di fronte alla sua casa di pietra. Cosa sarà? Un abitante di un altro paese disabitato? Un lampione dimenticato che si accende per qualche contatto elettrico? Un ufo? Un giorno l'uomo si spinge fino al punto da cui proviene la luce. Ad attenderlo trova un bambino, che vive anche lui solo in una casa nel bosco e sembra uscito da un'altra epoca o, davvero, da un altro pianeta. Nuove domande affollano la mente dell'uomo: chi è veramente quel bambino? E quale rapporto li lega? Lo scopriremo a poco a poco, avvicinandoci sempre più al cuore segreto di questa storia terribile e lieve, fino all'inaspettato finale. Con questo suo "piccolo principe", Antonio Moresco mette in scena una meditazione sul senso dell'universo e della vita. In un dialogo continuo con gli esseri che popolano i boschi, radici aeree, alberi, lucciole, rondini, Moresco come Leopardi riflette sulla solitudine e il dolore dell'esistenza, ma anche su ciò che lega uomini e animali, vivi e morti.
giovedì 21 febbraio 2013
Come ho imparato a detestare il Barcellona
"Una valanga di passaggi, ore intere di possesso palla, quantità impensabili di chilometri percorsi dai suoi piccoli maratoneti (...). Numeri su numeri su numeri. Il Barcellona è terribilmente noioso, ecco la verità. (...) Il suo gioco lento e avvolgente, la quantità industriale di palloni stoppati, lavorati e giocati dai suoi centrocampisti frenetici è una delle cose più deprimenti della storia del calcio (...). Che mondo lasceremo ai nostri figli, un mondo a misura di possesso palla?"
In libreria: Michele Dalai, "Contro il tiqui taca. Come ho imparato a detestare il Barcellona" (Mondadori, pagg. 120, euro 10)
mercoledì 20 febbraio 2013
Giovanni Cocco. La Caduta
E' arrivato un minuto fa in libreria ( e iniziamo subito a leggerlo!) "La caduta" di Giovanni Cocco (Nutrimenti, pagg. 228, euro 16) !!!!!
L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza dell'uomo e la collera della natura. Dal primo rintocco del terzo millennio fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia nella polvere, una tumultuosa trama di eventi – un disordine scientifico e incontrollabile – infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione.
Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
La Caduta racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
"Una scrittura potentissima al servizio di uno sguardo che non ammette confini. Cocco scardina l'ordine costituito del romanzo e regala al lettore qualcosa che ha finalmente il sapore del nuovo".
Raul Montanari
"La Caduta altro non è che un romanzo biblico: un romanzo nel quale soffia l'epos che possiamo trovare nella Genesi o nei Profeti. Non è certo un libro devozionale e anzi, proprio come la Bibbia, è pieno di violenza. Giovanni Cocco ha capito che cosa ha fatto grande nel Novecento il romanzo americano – la memoria biblica, appunto, sempre presente, da Faulkner a McCarthy o DeLillo – e ha tentato di dare finalmente all'Italia, il paese più cattolico del mondo, un'opera della stessa specie".
Giulio Mozzi
Ceserani-Mainardi. L'uomo, i libri e altri animali
Remo Ceserani-Danilo Mainardi, "L'uomo, i libri e altri animali. Dialogo tra un etologo e un letterato" (il Mulino, pagg. 240, euro 16)
L'etologo Danilo Mainardi e il critico letterario Remo Ceserani, entrambi classe 1933, da ragazzi furono compagni di scuola. Si ritrovano ora per divagare in libertà sui rispettivi interessi, per trovarvi analogie e differenze ma anche uno stesso sentire. Ne nasce un dialogo che tocca temi assai diversi, tutti però ricondotti al comune denominatore del confronto fra mondo animale, mondo dell'uomo e universo letterario. Vi si parla di metamorfosi e travestimenti (da Ovidio agli occhi sulle ali delle farfalle); di delfini che si chiamano per nome e dell'origine del linguaggio umano; dei baci delle scimmie, dei colombi e di mille personaggi romanzeschi; dei sogni di cani e gatti, ma anche di quelli di Calvino e Jack London; di tanti altri comportamenti che accomunano l'uomo agli altri animali e che trovano riflesso nella letteratura di ogni tempo.
"Una belva non può mai essere crudele come un uomo, così raffinatamente, così artisticamente crudele. La tigre addenta, sbrana, e non sa fare altro. Non le verrebbe mai in testa di inchiodare gli uomini per gli orecchi e di tenerceli tutta la notte, anche se lo potesse fare"
(F. Dostoevskij)
Jonathan Lethem. L'estasi dell'influenza
Jonathan Lethem, "L'estasi dell'influenza- Non-fiction, etc." (Bompiani, pagg. 624, euro 23)
Corposa raccolta di saggi su letteratura, musica e cinema dello scrittore americano Jonatham Lethem ("La fortezza della solitudine", "Oggetto amoroso non identificato", "Ragazza con paesaggio", "Chronic City" ...)
Quale è il ruolo dello scrittore – se ha un ruolo – nella cultura contemporanea? Quello della termite o quello dell’elefante? La termite “procede incessantemente a mangiucchiare i suoi confini e, nella metà dei casi, lascia alle proprie spalle segni di un’alacre, industriosa e rudimentale attività”. Gli elefanti bianchi si sentono “obbligati ad aggirarsi con fare autorevole, disdegnando ogni occasione di giocosità e distrazione, irrigidendosi in un encausto di spocchia nell’attesa che la giusta giovane termite, che aspira a essere elefante, cominci a sparare loro con un fucile da caccia grossa.” Naturalmente i due modelli – la termite e l’elefante – possono sovrapporsi e incrociarsi, anche in uno stesso scrittore e persino nello stesso Jonathan Lethem. Ma non c’è dubbio che – nonostante qualche legittima aspirazione all’elefantismo bianco – Lethem in questa raccolta di saggi – definita “una specie di autobiografia”,– mostri una passione spiccata per il termitismo, senza celare una certa fascinazione per qualche sporadico elefante. Perché le termiti agiscono “là dove latita il riflettore della cultura”; “possono essere testardi, sciuponi, ostinatamente autoreferenziali, impegnati a fare arte in perdita senza curarsi di quel che ne viene”.
Alba Arikha. Te lo dirò un'altra volta
Alba Arikha, "Te lo dirò un'altra volta" (Bollati Boringhieri, pagg. 224, euro 16,50)
La storia vera del pittore ebreo Avigdor Arikha e della sua famiglia raccontata dalla figlia.
"Ora ti racconto del 1941" dice Avigdor Arikha alla figlia, camminando nervosamente su e giù per l'appartamento vuoto. "Ascolto" replica la quindicenne Alba. Trattenendo il fiato. Perché non è facile convincere il collerico, irruente padre a parlare delle vicende tormentose che hanno segnato la sua vita di bambino ebreo, prima in Romania e poi durante la marcia nell'inverno ucraino verso un campo di concentramento. Nemmeno Pepi, la nonna israeliana dagli occhi sempre lucidi di lacrime, parla mai di quel tempo.
Nel grande appartamento parigino frequentato da Samuel Beckett, Henri Cartier-Bresson e numerosi altri artisti, l'ultima guerra del secolo breve è un tema bandito dalla conversazione. Avigdor è un pittore affermato, e la rabbia che ha dentro, quando non si riversa sulla moglie e sulle figlie, appare nei disegni e sulle tele, nei ritratti impietosi di personaggi noti, oppure diventa imprevedibile furia alle note di una canzone pop. Alba, appassionata di musica, brava pianista, cresce cercando di capire, ribelle contro l'atmosfera di casa sua, decisa a penetrare la barriera che separa suo padre da lei e dal mondo, ad abbatterla costringendolo a ricordare. Ma all'improvviso Avigdor tace, e a una domanda della figlia risponde "Te lo dirò un'altra volta", poi esce. E il duello padre-figlia continua, fino a quando la ragazza non riuscirà a ricomporre il quadro della diaspora di famiglia attraverso le vicende di ciascun parente, prossimo o lontano per sangue o geografia.
Orlando Figes. Qualcosa di più dell'amore
In libreria il capolavoro di Orlando Figes (Neri Pozza, pagg. 384, euro 17):
http://www.lintraprendente.it/2013/02/lamore-al-tempo-dei-gulag-ossia-un-angolo-di-letteratura/
martedì 19 febbraio 2013
Laura Bianchi. In ascolto
Laura Bianchi, "In ascolto" (ilmiolibro, pagg. 70, euro 10)
E' in libreria il bellissimo e commovente libro di Laura Bianchi, di cui sono stato alunno al Liceo Volta di Como. Un libro che racconta l'amore di una figlia per il padre, nella malattia e nell'ultimo scorcio della vita.
"Perdere tempo qui, significa bloccarsi in un presente fatto di gesti minimi, di sguardi senza intenzioni, di poche essenziali parole. E' difficile ribaltare scopo e senso del fuori, per proiettarlo in un dentro che non appartiene agli abitanti del mondo, che inverte la direzione della vita, dal futuro al passato, dall'azione all'inazione, dal moto alla staticità, dalla salute alla malattia. Dalla dimensione dei vincenti, a quella dei perdenti, dalla società del centro a quella degli emarginati, dai primi agli ultimi, dai continbanca ai pochi spiccioli in un borsellino consunto.
Fuori, il mondo prosegue nella sua corsa all'eterna giovinezza, non ha tempo per fermarsi ad ascoltare i ricordi di questi vecchi, macchine un tempo utili, ora a un passo dalla rottamazione. Dentro, i vecchi non rinunciano ad esistere, e così persistono, nella caparbia volontà di contare, ancora un po', ancora per un po', almeno qui, per un po'.
Fuori, gli abitanti del mondo sono convinti che non esistano altro che progetti, lotte, corse e rincorse, che loro esistano per questo, e che questo sia per sempre. Dentro, gli abitanti di questo posto lontano dalla città hanno capito che non esiste nulla di cui essere convinti, e che niente, comunque, è per sempre.
Ma, se solo mi metto in sintonia, in empatia, qui dentro, con lo spirito collettivo di questo posto, lo sento sussurrare la sua ragione. E comprendo fino in fondo la relatività del mondo fuori, in cui ogni giorno devo tornare, ogni giorno con meno convinzioni, ogni giorno più povera di certezze e più ricca di essenzialità.
Perdere tempo, in questo posto, significa trovarne lo scopo."
Rocco Varacalli. Sono un uomo morto
Federico Monga-Rocco Varacalli, "Sono un uomo morto. Parla il pentito che ha svelato i segreti della 'ndrangheta al Nord" (Chiarelettere, pagg. 180, euro 13,90)
“Sono stato io ad aprire agli inquirenti il libro della ’ndrangheta.” Questa è la storia dell’uomo che per primo ha raccontato l’infiltrazione della ’ndrangheta nel Nordovest d’Italia, in particolare in Piemonte e in Liguria. Si chiama Rocco Varacalli, la sua è un’epopea criminale che inizia in Calabria e finisce a Torino. Nel mezzo scorre una vita violenta, qui raccontata in prima persona e dall’interno dell’organizzazione. Padre di quattro figli, arrestato sette volte, Varacalli è stato condannato per traffico di stupefacenti e come mandante di un omicidio. Ora è detenuto nel carcere di Torino. I dodici anni di militanza criminale gli hanno valso contatti di primissimo livello nell’onorata società, fino all'ultimo arresto e alla decisione di diventare testimone di giustizia. La sua confessione è diventata l’architrave dell’inchiesta Minotauro che nel giugno 2011 ha portato all’arresto di 150 persone e al coinvolgimento di politici, assessori, consiglieri regionali e imprenditori. L’alta velocità, i cantieri delle Olimpiadi invernali a Torino, la costruzione del centro commerciale Le Gru di Grugliasco (Torino) con le famiglie calabresi che stringono la mano a Berlusconi il giorno dell’inaugurazione, il porto di Imperia in Liguria. E poi il traffico internazionale di droga dall’America del Sud all’Europa e alle grandi città dell’Italia del Nord, passando per l’Africa. Varacalli racconta tutto: la scelta di pentirsi, le pressioni della famiglia, il disconoscimento, le minacce, le stragi e gli omicidi. E come funziona l’organizzazione. La sua testimonianza, giudicata attendibile da almeno due sentenze, è drammatica. Ora politici e amministratori non possono più far finta di niente e dire: io non sapevo. Troppi si sono fatti usare e hanno usato la malavita calabrese per vincere le loro battaglie personali e guadagnare consenso. Intanto i processi vanno avanti e Varacalli continua a definirsi un morto che cammina.
Sei abbastanza sveglio per lavorare in Google?
William Poundstone, "Sei abbastanza sveglio per lavorare in Google?" (Mondadori, pagg. 308, rilegato, euro 15,90)
"Quante palle da golf stanno in uno scuolabus?", "Misurate esattamente 9 minuti usando soltanto una clessidra da 4 minuti e una da 7 minuti", "Sei ridotto alle dimensioni di una monetina e ti buttano in un frullatore. La tua massa è anch'essa ridotta in modo che la tua densità rimanga invariata. Le lame cominceranno a girare tra sessanta secondi. Cosa fai?" Questi sono soltanto alcuni dei test apparentemente impossibili che vengono trattati in "Sei abbastanza sveglio per lavorare in Google?". In questa guida del ventunesimo secolo al lavoro dei vostri sogni, William Poundstone svela la storia, i segreti e le tortuose tecniche di selezione delle più importanti aziende - in particolare delle compagnie tecnologiche - del giorno d'oggi, svelandovi come affrontare e risolvere decine dei più difficili quesiti utilizzati nei colloqui di lavoro. Scoprirete l'importanza del pensiero creativo (e le ragioni per cui le compagnie lo apprezzano più di ogni altra qualità o referenza), acquisirete gli strumenti per avere la meglio nella competizione (tenendo presente che talvolta potrebbe non esserci una risposta giusta, ma che c'è sempre una risposta migliore), comprenderete quanto conti la vostra pagina Facebook (e come volgere a vostro favore i social network) e molto altro ancora.
Cuore di lupa
Pierre Jouventin, "Cuore di lupa. La vita spiegata da un animale selvaggio" (Sperling, pagg. 298, rilegato, euro 17,50)
Kamala è una lupa di pochi giorni nata nello zoo di Montpellier quando Pierre Jouventin, etologo, decide di adottarla per salvarla dall'eutanasia. Lo scienziato, che per professione studia il comportamento degli animali selvatici nel loro ambiente naturale, si troverà a realizzare l'impossibile: allevarne uno in appartamento. La cucciola si adatta subito al nuovo mondo: Pierre, Line e il figlioletto Eric diventano per lei non i padroni ma una famiglia, e lei li ama come se fossero il suo branco. Pierre, con i suoi occhi di scienziato, ne osserva il comportamento in casa, e inizia a mettere in discussione tutti quegli stereotipi che fanno dei lupi l'emblema del male: Kamala è giocherellona, intelligente, altruista e protettiva. La convivenza con lei sarà per lui una continua fonte di spunti di riflessione sugli animali e sul nostro rapporto con loro. Questo volume ci obbliga a ripensare tutte le convinzioni e i luoghi comuni sull'atavico nemico dell'uomo: scopriremo, per esempio, che è più facile "capire" un lupo che uno scimpanzé, molto più vicino a noi geneticamente. Un racconto pieno di aneddoti riguardanti la vita famigliare con la lupa, e arricchito da un inserto fotografico, che ci insegna tantissimo sulle abitudini di questa creatura selvaggia e su quelle del suo discendente domestico, il nostro amico cane.
Arno Schmidt. Leviatano o il migliore dei mondi
Arno Schmidt, "Leviatano o il migliore dei mondi" (a cura di Dario Borso, Mimesis, pagg. 76, testo italiano e tedesco, euro 10)
Scritto a ridosso della Seconda guerra mondiale, il Leviatano narra in quaranta pagine la fuga disperata verso Ovest di un gruppo di sbandati slesiani. Primo romanzo tedesco in assoluto ad affrontare di petto orrori e colpe di un popolo intero, esso fece epoca per le sue novità formali, per quello stile tesissimo e agilissimo al tempo che rese subito Schmidt tanto amato quanto inimitabile. La presente traduzione, che va a sostituire quella semiclandestina apparsa su “Il Menabò” del 1966, è stata condotta da Dario Borso (già curatore di altri due testi schmidtiani, "Ateo? – Altroché!" e "Paesaggio lacustre con Pocahontas") sulla Bargfelder Ausgabe, in stretto contatto con la Arno Schmidt Stiftung di Bargfeld, ed è corredata da un commentario che risulta unico nel panorama mondiale della critica.
Arno Schmidt (Hamburg 1914 – Bargfeld 1979) è il prosatore forse più rappresentativo e certo più ardito del secondo Novecento tedesco. Ammirato da Hesse come da Jünger, da Benn come da Grass, egli ha saputo via via crearsi in patria e all’estero uno stuolo di fedelissimi il cui zelo è pari all’ironia e allo spirito critico – non in Italia però, a conferma di una nota anomalia. Umiliato da sei anni di guerra e prigionia, povero in canna fin quasi alla morte, Schmidt fece dell’umiliazione una forza e della povertà una virtù: da ciò forse l’inconfondibilità del suo stile, che tende al risparmio pur nello sperpero dei mezzi espressivi. Del resto, com’ebbe a dire appena uscito il "Leviatano", lui mette il dado, all’acqua penserà il lettore.
Sergio Claudio Perroni. Nel ventre
Sergio Claudio Perroni, "Nel ventre" (Bompiani, pagg. 122, rilegato, illustrazioni di Velasco Vitali, euro 13)
Lo scrittore siciliano Sergio Claudio Perroni immagina e racconta gli eroi greci mentre si trovano all'interno del cavallo di legno che sta per raggiungere Troia.
Tre guerrieri e una donna. I tre sono Ulisse, Neottolemo ed Epeo, condottieri achei divisi tra incanto e paura. Lei sembra una dea – anzi, la più sensuale e umana delle divinità: Atena. Attraverso gli occhi in ascolto di un semplice soldato, seguiamo le gelosie, le lotte e i dubbi dei tre eroi mentre aspettano che il cavallo di legno in cui sono nascosti raggiunga Troia e porti a compimento il destino. Un destino che Atena, la donna-dea, sembra al tempo stesso illustrare e governare, seducendoli con la sua malia, terrorizzandoli col sangue, svelando l’inganno tra ciò che vogliono sapere e ciò che tentano di nascondere a se stessi. "Nel ventre" racconta un mistero che ha radici nella notte dei tempi, sviluppando il tema dell’animo umano più contemporaneo e flagrante, scisso tra la paura di morire e quella di agire, quindi di vivere.
Daniele Del Giudice. In questa luce
Daniele Del Giudice, "In questa luce" (Einaudi, pagg. 196, rilegato, euro 18,50)
Si raccoglie qui tutto ciò che per Del Giudice fa mania. Intendendo per mania una parola doppia, una parola male-bene: nel mondo greco mania indica infatti non soltanto il demone che sconvolge la mente, ma anche una particolare forma di concentrazione, una forma estrema del conoscere e del coincidere con il proprio destino.
È mania la mezzanotte, ventiquattresima ora del giorno, istante ultimo e anche primo, valico del giorno passato e incipit del nuovo, ora ventiquattro e ora zero; è mania il proprio lavoro, scrivere e narrare, in cui secondo Del Giudice sarebbe meglio possedere un doppio passo, essere ambidestri, con una mano tracciare delle mappe, costruire dei progetti e con l'altra operare perché questi progetti vengano invalidati dalla narrazione, perché ciò che vale nel racconto è proprio tutto quanto eccede e vanifica il progetto. Sono mania la luce, le macchine, le città, lo spazio, le fortezze reali e quelle immaginarie, le carte geografiche, il cinema e la fotografia. I protagonisti dei libri piú famosi di Daniele Del Giudice.
Si ritrovano in queste pagine le riflessioni sul tempo e quelle sul volo ("Come quando l'aereo si stacca da terra, una sospensione nebulosa e via, la scrittura spinge su, dentro i carrelli"). Si parla del leggere, degli autori e dei libri piú amati, del tradurre, delle storie e dei personaggi, del trovarsi davanti al foglio bianco e del "levare ad ogni frase la terra sotto i piedi".
sabato 16 febbraio 2013
Dvd-documentari novità
Dvd-documentari, le novità in libreria:
- "I Medici. Signori del Rinascimento" (cofanetto 2 dvd, durata 250', euro 19,99)
- "L'osservazione del cielo" (durata 180', euro 14,99)
- "La via Bonatti" (Trento Film Festival, durata 54', euro 14,99)
- "K2 sogno e destino. Kurt Diemberger" (Trento Film Festival, durata 60', euro 14,99)
- "Il vero CSI. Benvenuti sulla scena del crimine" (durata 180', euro 14,99)
- "I gorilla di montagna. Il film perduto di Dian Fossey" (National Geographic edizione 125 ° anniversario, durata 47', euro 14,99)
- "Jane Goodall. Una vita con gli scimpanzé" (National Geographic edizione 125 ° anniversario, durata 48', euro 14,99)
- "National Geographic sull'Everest" (National Geographic edizione 125 ° anniversario, durata 54', euro 14,99)
- "In cerca della ragazza afghana" (National Geographic edizione 125 ° anniversario, durata 47', euro 14,99)
- "National Geographic. Gli indimenticabili" (cofanetto con i precedenti 4 dvd, durata 196', euro 39,90)
Il Cumano. La guerra tra Como e Milano 1118-1127
Mario Bergamaschi, "Il Cumano. Storia della guerra decennale tra Como e Milano 1118-1127" (Alessandro Dominioni Editore, pagg. 238, euro 24)
Nel XII secolo, Como era una città ricca per il suo artigianato e i suoi mercati, e importante perché, per la sua diocesi, passavano le strade che congiungevano la pianura lombarda al nord dell'Europa. In quella stessa epoca, Milano tentava di espandere il suo territorio "assai piccolo allora" cercando di annettersi, se necessario con la forza, i territori delle città confinanti.
La scusa per aggredire Como venne offerta da un fatto di politica locale: un vescovo eletto dal suo popolo contro un vescovo imposto dall'imperatore.
I milanesi però la giudicarono un'offesa grave, la scusa era stata trovata e cominciò una guerra che, tra scontri brevi ma cruenti e lunghi periodi di pace, durò dieci anni, dal 1118 al 1127.
I fatti di quella guerra furono descritti da un ignoto poeta comasco, il Cumano (probabile testimone oculare), che raccolse le sue memorie in un'opera epica in versi che intitolò "Liber Cumanus, sive de bello mediolanensium adversum comenses".
In questo libro, Mario Bergamaschi ha cercato di restituire attualità agli avvenimenti di quella lunga guerra, inquadrandoli nel contesto della società di quel tempo, descrivendo con accuratezza i luoghi che furono teatro di combattimenti, le strategie adottate e le tattiche utilizzate nei conflitti navali sul lago.
venerdì 15 febbraio 2013
Caro Manzoni, cara Ghita
Margherita Provana di Collegno, "Caro Manzoni, cara Ghita" (Sellerio, pagg. 160, euro 12)
Il diario di Margherita Provana di Collegno, protagonista della società frequentata da Alessandro Manzoni durante il suo soggiorno sul Lago Maggiore, comincia con le notizie sulla repressione austriaca a Milano (il Diario politico 1852- 1856 fu pubblicato postumo nel 1926: qui è selezionato l’anno 1853, insieme ad altre notazioni sparse sugli incontri con l’autore dei Promessi sposi). In questa cornice storica si collocano le conversazioni del quasi settantenne don Alessandro, che risiede nella villa del figliastro Stefano Stampa, con personaggi della politica e della cultura, tra i quali primeggia Antonio Rosmini, a lui carissimo. È un Manzoni "domestico" che non si nega temi forti (religione, Risorgimento, Rivoluzione francese, "questione della lingua") ma apre anche spiragli sul suo mondo intimo e segreto.
Mentre vi guardo. La badessa del monastero di Viboldone
Madre Ignazia Angelini, "Mentre vi guardo. La badessa del monastero di Viboldone racconta" (Einaudi, pagg. 120, euro 14,50)
Una madre benedettina racconta l'esperienza del silenzio, la vita della comunità, le relazioni con le sorelle, la ricerca quotidiana di Dio. E parla di noi che viviamo fuori.
L'arrivo al monastero in una mattina di nebbia nel 1964 sulla Seicento rossa del padre contrario all'idea che la figlia di 19 anni entrasse in convento. "C'era il Concilio Vaticano II, ma nel monastero eravamo ancora vestite come nel Medioevo". Madre Ignazia Angelini, badessa del monastero benedettino di Viboldone, Milano, racconta la clausura e gli incontri con noi che viviamo fuori: una ragazza sbandata che bussa alla porta, un grande manager che chiede conforto. Il viaggio nel monastero diventa una riflessione sul senso della vita e sull'oggi: sull'instabilità delle relazioni, sull'ambizione e la realizzazione di sé. Per imparare a ricominciare ogni giorno e avere un unico volto.
Castel Volturno. Reportage sulla mafia africana
Sergio Nazzaro, "Castel Volturno. Reportage sulla mafia africana" (Einaudi, pagg. 206, euro 17)
La costa che unisce Caserta e Napoli è il luogo di questo reportage nel cuore del delta del Volturno. Un territorio, un villaggio globale in cui hanno residenza la mafia africana, lo sfruttamento e la tratta di esseri umani, la quotidiana angoscia e follia delle donne e degli uomini che cercano una via d'uscita da un luogo che ha confini inesplorati. Tra violenze brutali, fughe disperate, atti di eroismo, si consuma il vivere giorno dopo giorno di una nuova enclave nel cuore dell'Italia. Un filo collega i barconi dei disperati in fuga nel Mediterraneo, i sacrifici umani e i riti vudú africani, la camorra e la corruzione politica, le indagini delle forze dell'ordine nei quattro angoli del pianeta e il riscatto di chi coltiva i beni confiscati alla criminalità organizzata. Un filo che scioglie i suoi nodi sul litorale della Domiziana, il piú grande esperimento sociale libero da ogni regola e contratto sociale. Ogni azione è un'azione solitaria, un coro di voci e di vite che si mescolano intrecciandosi e costruendo il villaggio del delta. Un reportage sociale, umano, di ciò che rimane o probabilmente sta diventando l'enclave piú multiculturale d'Italia, ma nella piú completa assenza di Stato, burocrazia e regolamenti. Un punto di approdo di vita e di morte, di strade che rimangono con le buche e di terra malata di rifiuti tossici, di resistenze e desolata malinconia.
giovedì 14 febbraio 2013
Cd Le novità sanremesi
Sanremo 2013, in libreria i cd sanremesi:
- Modà, "Gioia" (cd+dvd) (euro 16,99)
- Max Gazzè, "Sotto casa" (euro 15,90)
- Simona Molinari (con Peter Cincotti e Gilberto Gil), "Dr. Jekyll Mr. Hyde" (euro 16,90)
- Malika Ayane, "Ricreazione Sanremo Edition" (euro 15,90)
- Renzo Rubino, "Poppins" (euro 13,90)
- Annalisa, "Non so ballare" (euro 15,90)
- Chiara, "Un posto nel mondo" (euro 19,90)
- Simone Cristicchi, "Album di famiglia" (euro 19,90)
- Raphael Gualazzi, "Happy Mistake (euro 21,90)
In libreria anche (doveva esibirsi stasera a Sanremo, ma l'esibizione è annullata per mal di schiena): Daniel Barenboim, "The Chopin I love" (2 cd) (euro 22,90)
Tirature '13. Autori, editori, pubblico
A.A.V.V. (a cura di Vittorio Spinazzola), "Tirature '13. Le emozioni romanzesche" (il Saggiatore, pagg. 288, euro 23)
Il pregevole annuario della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori sullo stato dell'editoria in Italia.
Le tendenze più recenti in fatto di generi e stili nei romanzi di maggior successo commerciale (nuovi romanzi gialli e rosa, il nuovo filone del romanzo erotico, l'evoluzione della narrativa italiana nell'ultimo anno,...), il caso Szymborska ("Quando la poesia va in classifica"), i libri su Gesù ("Cristo in libreria"), la nuova narrativa femminile per l'infanzia ("Streghe, monelle, ballerine: modelli femminili per piccole lettrici"), gli instant book, i libri sulla musica, la concorrenza di prezzo nell'editoria italiana e la politica dei prezzi ultrabassi di Newton Compton, il ruolo di Internet nel lanciare un libro ("Quando youtube fa il bestseller"), il mercato dell'e-book in Italia, le differenze e le tendenze sull'acquisto di libri on line e l'acquisto tradizionale in libreria, la lettura tra gli immigrati ("ma cosa leggono gli immigrati?"), e molto altro.
mercoledì 13 febbraio 2013
Ero un kamikaze / Hiroshima e il nostro senso morale
Ryuji Nagatsuka, "Ero un kamikaze. I cavalieri del vento divino" (PGRECO, pagg. 264, euro 16)
Paolo Agnoli, "Hiroshima e il nostro senso morale. Analisi di una decisione drammatica" (Guerini e Associati, pagg. 264, euro 21,50)
Ryuji Nagatsuka è stato uno dei pochi piloti kamikaze scampati alla morte. Per uno scherzo del destino. Il maltempo che ritarda la missione decisiva, poi il ferimento grave durante un combattimento aereo, e infine la resa dell'imperatore ascoltata alla radio durante la convalescenza fanno si che la morte lo accarezzi soltanto, senza mai portarlo via con sé. In questo libro lascia il lungo racconto della sua vita da kamikaze. Tra il '42 e il '45, nonostante i combattimenti in corso, i successi e gli insuccessi alterni, i giapponesi cominciano a realizzare l'idea fino ad allora impensabile: l'impossibilità della vittoria finale, il vuoto profondo e buio della perdita, della sconfitta nonostante tutto. Una consapevolezza a vari livelli, dalle alte gerarchie all'imperatore, e via via fino all'ultimo comandante, capitano, tenente, sergente, soldato, marinaio, meccanico, aviatore, istruttore. La strategia kamikaze si innesta precisamente qui: nell'intuizione di non poter trionfare e nella scelta disperata di ritardare il crollo dell'impero con operazioni e missioni che rasentano l'assurdo, tanto inefficaci sul piano dei risultati quanto improbabili sul piano della tattica. "Ero un kamikaze" è una testimonianza unica per comprendere quegli aviatori così determinati e disperati da sacrificare la loro vita per un gesto eroico in nome del loro Paese, del loro imperatore.
L’utilizzo delle bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki alla fine della seconda guerra mondiale rimane probabilmente la decisione più controversa della storia contemporanea. Ancora oggi non è facile intavolare un dibattito laico e razionale, libero da pregiudizi ideologici, sulle scelte di realizzare e poi usare il nuovo ordigno. Si è trattato di un evento mortale diverso dai genocidi del Novecento: la bomba e la sua deflagrazione sono il frutto di una logica concatenata di scoperte scientifiche, innovazioni tecnologiche, dubbi e crisi di coscienza. Un processo che investe la cuspide direttiva della più grande potenza mondiale e alcuni dei suoi esponenti che sono sin dall’inizio consapevoli del tragico dilemma cui andavano incontro, sin dalla preparazione della bomba, per finire con la distruzione di una moltitudine di vite umane. Paolo Agnoli, nel suo libro, descrive questo intricato percorso come un susseguirsi di scelte tragiche e di dilemmi etici.
martedì 12 febbraio 2013
Benedetto XVI
Il libro-intervista del 2010 di Benedetto XVI e del giornalista tedesco Peter Seewald, con questo passaggio fondamentale a pagina 53:
"Quindi è immaginabile una situazione nella quale Lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?"
"Sì. Quando il Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, psicologicamente e mentalmente di svolgere l'incarico affidatogli, allora ha il diritto ED IN ALCUNE CIRCOSTANZE ANCHE IL DOVERE di dimettersi.
In libreria: Benedetto XVI, "Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald" (Libreria Editrice Vaticana, pagg. 288, rilegato, euro 19,50)
Per approfondire, oltre al recente "L'infanzia di Gesù" (in libreria, Rizzoli, pagg. 173, rilegato, euro 17) e agli altri due titoli su Gesù (mi riarrivano nei prossimi giorni), ricordo anche di Joseph Ratzinger (tutti disponibili in libreria): "Rapporto sulla fede" (la famosa intervista con Vittorio Messori del 1985, San Paolo, pagg. 228, rilegato, euro 17), l'autobiografia del 1997 "La mia vita" (San Paolo, pagg, 156, rilegato, euro 15), "Introduzione allo spirito della liturgia" (San Paolo, pagg. 236, rilegato, euro 17,46), "Introduzione al cristianesimo" (Queriniana, pagg. 368, euro 20).
Quanto alla figura - citatissima in queste ultime 24 ore - di Celestino V (1210-1296) che "fece il gran rifiuto", ricordo la biografia di Paolo Golinelli "Celestino V. Il papa contadino" (in libreria, Mursia, pagg. 314, rilegato, euro 20,50).
sabato 9 febbraio 2013
Gian Luigi Beccaria. Alti su di me
Gian Luigi Beccaria, "Alti su di me. Maestri e metodi, testi e ricordi" (Einaudi, pagg. 270, euro 22)
Il grande linguista e critico letterario Gian Luigi Beccaria (1936- ) racconta il mondo accademico in cui si è formato e impegnato: maestri e compagni, fervide stagioni di dibattiti sulla critica e la linguistica, sul rinnovamento dei metodi, e le letture, l'attività didattica, i seminari interdisciplinari, le ricerche comuni di commento ai testi, da Dante e Petrarca ad Alfieri e Pavese, negli anni Sessanta-Ottanta del secolo scorso.
Cd Novità
Cd, le novità in libreria:
- Musica Nuda, "Banda larga" (euro 16,90)
- Modena City Ramblers, "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (euro 16,90)
- The Lumineers, "The lumineers" (euro 16,90)
- Louis Armstrong and The All Stars, "Satchmo at Symphony Hall 65th Anniversary. The Complete Performances" (2cd, euro 28,90)
http://www.youtube.com/watch?v=AhF3FXRQXz4
http://www.youtube.com/watch?v=6qzPUS7wVmU
http://www.youtube.com/watch?v=zvCBSSwgtg4
http://www.youtube.com/watch?v=tr0ttysyrcs
giovedì 7 febbraio 2013
Storia degli errori militari
Charles Fair, "Storia degli errori militari" (Odoya, pagg. 416, euro 20)
“A condurre la guerra era un gruppo di clown con quattro stelle che avrebbero finito per dar via tutto il circo.” (dal film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola)
“E noi dovremo spezzare le reni alla Grecia con questi quattro deficienti qua?” (dal film Mediterraneo di Gabriele Salvatores)
“Se puniamo ogni comandante che si comporta da stupido,
non ce ne resta uno sopra il grado di centurione” (dal film Spartacus di Stanley Kubrick)
Venti secoli di battaglie visti da un’angolazione nuova: le caratteristiche, le cause e gli effetti della stupidità nei comandi supremi. Un albo d’onore alla rovescia del “genio militare” nelle sue più strepitose glorie negative, dalla débâcle delle legioni di Roma nella guerra partica di Crasso agli insuccessi americani nel Vietnam. Che avesse ragione Talleyrand a dire che "la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali"?
Noir. Istruzioni per l'uso
Luca Crovi, "Noir. Istruzioni per l'uso" (Garzanti, pagg. 372, euro 16,90)
Perché la morte di Edgar Allan Poe è ancora oggi un mistero? Perché Agatha Christie si autodefiniva una "fabbrica di salsicce"? Quali erano i difetti che Arthur Conan Doyle imputava a Sherlock Holmes? Cosa ne pensava dell'ispirazione Giorgio Scerbanenco? Perché Derek Raymond aspirava a una metafisica del noir e Raymond Chandler sosteneva che il noir perfetto non poteva esistere? Che rapporto ebbe Alfred Hitchcock con la lettura? Cosa leggono e come scrivono i maestri del noir internazionale?
Luca Crovi ci accompagna fra i segreti di alcuni degli scrittori di suspense più letti di tutti i tempi, mostrando il lato curioso della genesi di molti loro bestseller e proponendo interviste esclusive a oltre ottanta autori: da Michael Connelly a Ken Follett, Jeffery Deaver, William Gibson, Dennis Lehane, Patricia Cornwell, Kathy Reichs, Anne Rice, P.D. James, Michael Crichton, Jean-Christophe Grangè, Wilbur Smith, William Peter Blatty, R. L. Stine, James Ellroy, Don Winslow, Elmore Leonard, Joe R. Lansdale, Jo Nesbø, Nick Hornby…
martedì 5 febbraio 2013
Viktor Nekrasov. Nelle trincee di Stalingrado
Viktor Nekrasov, "Nelle trincee di Stalingrado" (Castelvecchi, pagg. 320, euro 19,50)
Torna nelle librerie (l'ultima edizione era Mondadori, 1974) questo libro del 1946 dello scrittore russo Viktor Nekrasov (1911-1987), considerato una delle più importanti opere novecentesche di letteratura di guerra.
Il 2 febbraio 1943, con la resa della VI armata del maresciallo Friedrich Paulus termina la battaglia di Stalingrado. Viktor Nekrasov, come molti civili, combatté in prima persona nelle trincee e pochi anni dopo pubblicò questo romanzo, narrato in prima persona dal luogotenente Kerencev, che in tempo di pace era un giovane ingegnere. Il racconto ripercorre quei momenti tragici, dall’annuncio dell’arrivo dei tedeschi ai combattimenti durissimi all’ultimo sangue, che metteranno alla prova la natura umana dei vari personaggi, fino agli esiti finali in cui la resistenza del popolo russo obbligherà alla resa il nemico cambiando così le sorti di tutta l’Europa.
"Mi ricordo di un soldato ucciso. Giaceva sulla schiena con le braccia aperte e sulle sue labbra era rimasto attaccato un mozzicone. Un piccolo mozzicone che fumava ancora. E questo era più spaventoso di tutto quello che avevo visto prima e che vidi poi in guerra. Più spaventoso delle città distrutte, dei vetri squarciati, delle braccia e delle gambe troncate. Le braccia aperte e un mozzicone tra le labbra. Un momento fa c'era ancora la vita, i pensieri, i desideri. Ora c'è la morte"
Ali Agca. Mi avevano promesso il paradiso
"Non ho paura di morire perché andrò diritto in paradiso. Allah mi accoglierà a braccia aperte perché ho ucciso per lui. E' una fresca alba di maggio a Roma, mercoledì 13, anno 1981"
"Ho vissuto per anni nell'errore del fondamentalismo islamico. Fino a che sono riuscito a capovolgere lo sguardo e ad abbracciare la verità..."
Ali Agca, "Mi avevano promesso il paradiso. La mia vita e la mia verità sull'attentato al papa" (Chiarelettere, pagg. 202, euro 12,90)
La nuova versione di Ali Agca sull'attentato del 13 maggio 1981 a papa Wojtyla. Sarebbe stato l'ayatollah Khomeini a ordinargli di uccidere Wojtyla, con queste parole: "Allah ti chiama a questo grande compito. Non dubitare mai, abbi fede, uccidi per lui, uccidi l’Anticristo, uccidi senza pietà Giovanni Paolo II e poi tu stesso togliti la vita affinché la tentazione del tradimento non offuschi il tuo gesto. Questa morte aprirà una volta per tutte la strada del ritorno dell’imam Mahdi sulla terra. Questo spargimento di sangue sarà il preludio della vittoria dell’Islam su tutto il mondo. Il tuo martirio sarà ricompensato con il paradiso, con la gloria eterna nel regno di Allah".
sabato 2 febbraio 2013
L'ultimo alchimista. Cagliostro, mago nell'Età dei Lumi
Iain McCalman, "L'ultimo alchimista. Cagliostro, mago nell'Età dei Lumi" (Lindau, pagg. 344, euro 21, nuova edizione 2013)
Mago e ciarlatano, santo e ruffiano, alchimista, guaritore, iniziato e fondatore di una Massoneria mistica egiziana: Giuseppe Balsamo (alias Giuseppe Pellegrini, colonnello dell’esercito brandeburghese, alias conte Alessandro di Cagliostro, alias Grande Cofto, 1743-1795) è sicuramente una figura-chiave del ’700 europeo. Personalità enigmatica e proteiforme, capace di sfuggire a qualsiasi tentativo di delinearne con precisione i contorni, ha rappresentato meglio di chiunque altro lo spirito di avventura e la vena "irrazionale" del Secolo dei Lumi. Al tempo stesso abile truffatore e protagonista di vicende che hanno segnato la Storia (una su tutte: l’ "affare della collana di diamanti", scintilla della Rivoluzione francese), è stato anche un profondo conoscitore della psicologia e della natura umana, sempre pronto ad aiutare i poveri e i bisognosi, dispensando consigli e cure mediche più volte definite "miracolose" da testimoni suoi contemporanei.
Arrestato e processato dal Sant'Uffizio, Cagliostro viene rinchiuso a Castel sant'Angelo la notte del 27 dicembre 1789. Trasferito nel 1791 nella Rocca di San Leo, muore in cella nel 1795.
Roger Vercel. Tempesta
Roger Vercel, "Tempesta" (Nutrimenti, pagg. 240, euro 18)
Per la prima volta in edizione italiana il romanzo che Primo Levi lesse (in francese) nell'ultima notte ad Auschwitz.
L'ultima notte ad Auschwitz Primo Levi la trascorre nell'infermeria, preda della febbre. Le truppe sovietiche si avvicinano e i tedeschi hanno ordinato l'evacuazione del lager, trascinando gran parte degli internati in una marcia forzata nel gelo invernale. I pochi rimasti nel campo attendono che si compia il loro destino: che i soldati di guardia decidano se ucciderli o no prima di fuggire.
Levi occupa le ore interminabili di quella notte leggendo un romanzo francese lasciatogli da un medico greco al momento di abbandonare il lager: "Tieni, leggi, italiano. Me lo renderai quando ci rivedremo". È il primo libro dopo un anno senza letture, e quel greco "colto, intelligente, egoista e calcolatore" era certo che sarebbe stato anche l'ultimo. "Ancora oggi", scriverà Levi in Se questo è un uomo, "lo odio per questa sua frase. Sapeva che noi eravamo condannati".
"Di Roger Vercel ignoro tutto, perfino se è vivo o morto", dirà Levi anni dopo ricordando quel romanzo, "Remorques", e il suo autore Vercel (1894-1957) lo aveva pubblicato nel 1935, raccontando la vicenda conradiana del capitano Renaud, comandante del Cyclone, rimorchiatore specializzato in salvataggi nelle acque burrascose davanti alla Bretagna. In una notte di tempesta Renaud risponde alla richiesta di soccorso di un cargo greco, e quello che sembra un compito di routine, a cui il capitano e i marinai del Cyclone sono avvezzi da anni, si trasforma in una titanica prova di resistenza, che lascerà un segno profondo nell'animo di Renaud.
Nel 1941 una famosa trasposizione cinematografica porta "Remorques" sullo schermo: Renaud è interpretato da Jean Gabin e alla sceneggiatura lavora, tra gli altri, Jacques Prévert. In Italia la pellicola esce con il titolo "Tempesta", lo stesso scelto per questa prima edizione italiana del libro.
Cd Novità
Cd, le novità della settimana in libreria:
- Vasco Rossi, "L'uomo più semplice" (euro 3,20)
- Baustelle, "Fantasma" (euro 19,90)
- Paolo Jannacci, "Allegria" (euro 15,90)
- Mario Biondi, "Sun" (euro 21,90)
- Andrea Bocelli, "Passione" (euro 21,90)
http://www.youtube.com/watch?v=hkbAsvhY9AE
http://www.youtube.com/watch?v=K8e10KA4wJk
http://www.youtube.com/watch?v=2EapbdIJX9o
http://www.youtube.com/watch?v=b0D4iDnzajU
http://www.youtube.com/watch?v=EuXcF5CuGvY
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