Novità in libreria: Anna Harwell Celenza, "Jazz all'italiana. Da New Orleans all'Italia fascista e a Sinatra" (Carocci, pagg. 274)
Arrivato in Italia alla fine della Prima guerra mondiale, il jazz fu accolto, almeno in parte, come una forma artistica "indigena". I futuristi ne lodavano l'energia virile, Mussolini lo descriveva come la voce della gioventù italiana e i musicisti, ipnotizzati da quei suoni nuovi, riempivano le sale da ballo e i night club...
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