Marco Giunio Bruto

Novità in libreria: Roberto Cristofoli, "Marco Giunio Bruto" (Salerno, pagg. 324)

Il nome di Marco Giunio Bruto (85 a. C. - 42 a. C.) riecheggia nella storia quale sinonimo di tradimento e irriconoscenza, oppure di fedeltà ai propri ideali. Osannato e al contempo dispregiato dai posteri, che videro in lui talvolta l’assassino, talaltra il paladino della Repubblica, legò la sua vita a uno degli eventi più noti della storia universale: la congiura che portò alla morte di Giulio Cesare. Nato nel bel mezzo delle guerre civili fra Silla e i seguaci di Mario, Bruto si formò sotto l’influsso dello zio Catone. Per l’elevata considerazione di cui godeva venne attratto nella trama del cesaricidio dal cognato Cassio, destinato a formare con lui, nella memoria collettiva, una specie di binomio; al disegno tirannicida, Bruto impresse realismo, con lo scopo di riaprire la competizione politica dopo che un singolo uomo si era librato ad un’altezza inusitata, non più compatibile con quell’ascesa verso una porzione di potere autentico che i maggiorenti dell’epoca chiamavano «libertà». 

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