Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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venerdì 14 giugno 2013

Marco Armiero. Le montagne della patria



Marco Armiero, "Le montagne della patria. Natura e nazione nella storia d'Italia Secoli XIX e XX" (Einaudi, rilegato, pagg. 264)

Nonostante la montagna in Italia goda di una centralità geografica (con il 35 per cento del territorio, a cui si somma il 42 della collina), essa è rimasta marginale nella storia e nella memoria del Paese. Eppure, a partire dall'unificazione del 1861, i regimi statali hanno nazionalizzato le montagne «ridefinendo i confini tra selvatico e addomesticato, razionale e irrazionale, bello e brutto» e ne hanno fatto non solo una risorsa, ma anche un simbolo delle conquiste del nostro Paese. Dai campi di battaglia della Prima guerra mondiale al regime fascista, che politicizzò le montagne sfruttandole sia retoricamente sia materialmente, da un lato celebrando il ruralismo e le popolazioni contadine, dall'altro offrendo le risorse montane alle grandi società idroelettriche; dalla Resistenza, che trovò nelle montagne il proprio rifugio d'elezione alla modernizzazione idroelettrica che, cinquant'anni fa, portò alla «strage annunciata» del Vajont (1963) fino alle recenti proteste dei No Tav, il libro di Marco Armiero ci restituisce una storia di appropriazione e resistenza, di modernizzazione e marginalità, troppo spesso cancellata dalle narrazioni ufficiali

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