Libreria Torriani di Luigi Torriani (foto di Nicola Vicini)

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sabato 27 luglio 2013

Maurizio De Giovanni. I bastardi di Pizzofalcone



Grande scrittore. Consigliatomi da autorevolissima fonte (lo scrittore Giovanni Cocco), non ha deluso. A mia umile volta lo consiglio: leggete Maurizio De Giovanni

In libreria: Maurizio De Giovanni, "I bastardi di Pizzofalcone" (Einaudi, pagg. 322). Per ora ho letto questo, l'ultimo, uscito il mese scorso, leggerò prossimamente tutti gli altri libri di De Giovanni

Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio nell'alta società. Le indagini vengono affidate all'uomo di punta della squadra, l'ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi sospetti.



I BASTARDI DI PIZZOFALCONE

Luigi Palma, detto Gigi: commissario.
Che vorrebbe crederci, e ci crede

Giorgio Pisanelli, detto il Presidente: sostituto commissario.
Che non crede a chi se ne vuole andare

Giuseppe Lojacono, detto il Cinese: ispettore.
Che cerca sé stesso in un altro posto

Francesco Romano, detto Hulk: assistente capo.
Che ha un altro sé stesso nella testa

Ottavia Calabrese, detta Mammina: vicesovrintendente.
Che sembra una, e invece no

Alessandra Di Nardo, detta Alex: agente assistente.
Che cammina su due strade

Marco Aragona, vorrebbe essere detto Serpico: agente scelto.
Che sembra uno, e invece sí

Ognuno di loro ha qualcosa da nascondere.
O da farsi perdonare

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